Il champions classic di Chicago ormai è da anni l’attrattiva principale dell’inizio di stagione del college basketball poiché si sfidano, ogni anno con matchup diversi, Michigan State, Duke, Kentucky e Kansas e si possono visionare, oltre che le squadre maggiormente candidate al titolo NCAA, anche i migliori prospetti e giocatori alle loro prime apparizioni.

Quest’anno si sono sfidate Duke-Kentucky e Michigan State-Kansas. Ora analizzeremo partite e giocatori partendo dalla prima che si è giocata.

DUKE-KENTUCKY 63-74

Mamma mia i Wildcats! Prova di forza incredibile dei ragazzi di Calipari che hanno giocato con un’intensità e una voglia notevole. Non hanno mai dato la sensazione di poter perdere la partita anche nei momenti d’equilibrio e i suoi freshman, a differenza di quelli dei Blue Devils, sono sembrati già in palla e pronti a giocare.

É stata una partita molto fisica, molto spesso ci sono state lotte feroci sotto i tabelloni e per recuperare le palle vaganti. Duke all’inizio partita sembrava poter contrastare la fisicità dei Wildcats sotto canestro con Plumlee, autore comunque di un’ottima prestazione, ma piano piano si sono spenti grazie alla maggiore freschezza e costanza dei lunghi Wildcats.

Non sarà la Kenutcky super lunga e atletica dello scorso anno, però i Wildcats di quest’anno sembrano davvero una grande squadra. La squadra si appoggia molto di più agli esterni di quanto facesse lo scorso anno e non sembra aver cambiato il modo di giocare: difesa molto attiva per cercare di forzare la palle perse per poi andare a colpire in contropiede il più possibile.

Dato lampante è il conto dei punti segnati in contropiede 18-4 per i Calippo’s boys che hanno anche forzato sedici palle perse. I mattatori della partita sono stati essenzialmente gli esterni titolari di Kentucky, il trio Ulis-Briscoe-Murray.

Se in sede di preview, avevo parlato di possibili di problemi di gestione della palla, questa partita mi ha sbugiardato in pieno. I tre hanno giocato tutti molto bene con ruoli ben precisi, Ulis portava su il pallone, chiamando i giochi, Murray e Briscoe giocavano off the ball punendo o con le triple o attaccando i close-out di Duke.

Murray ha spezzato in due la partita nel secondo tempo giocando ripetutamente il pick&roll e da questa situazione ha segnato e dispensato assist dando l’inerzia della gara a Kentucky. Non sembra per niente un freshman per il modo in cui ha giocato, sempre sicuro.

Ulis ha giocato una fantastica partita, non è praticamente mai uscito, ha toccato il pallone in tutti gli attacchi di Kentucky ed ha finito con zero palle perse, 18 punti e 6 assist, giocando una partita a tutto tondo.

Briscoe invece, nel primo tempo ha attaccato puntualmente tutti i tentati recuperi della difesa di Coach K prendendosi un vantaggio ogni volta che accelerava. Nel secondo tempo è stato limitato da un infortunio, ma non gli ha impedito di giocare altri scampoli.

Per vedere tutto il potenziale di Skal Labissiere dovremmo aspettare altre partite poiché in questa è stato limitato dai falli. Qualcosa abbiamo visto, come la mobilità in difesa e l’atletismo, però abbiamo appena iniziato a conoscerlo, farà sicuramente altre partite in cui potremmo parlare in altra maniera di lui.

Da segnalare il ritorno di Alex Poythrees, ala senior che lo scorso anno si fece male al crociato. Da lui abbiamo visto molte giocate di pura intensità in difesa.

Duke invece è stata spazzata via, la difesa non ha funzionato molto, specialmente quella sugli esterni. Tolto Thornton, i freshman di Duke non hanno convinto a pieno. In questa lista ci metto anche Grayson Allen, sophomore con pochissima esperienza. Né lui e né Ingram sono riusciti ad incidere in nessuna delle due parti del campo.

Allen in attacco cercava sempre di andare fino al ferro, ma quando batteva il marcatore, spesso sbatteva fragorosamente sulla seconda linea della difesa di Kentucky, in difesa non è riuscito a portare nessun effort ed è stato ripetutamente battuto dagli imprendibili esterni di Kentucky.

Ingram invece non è mai entrato in partita. Pochi palloni giocabili in attacco, ha potuto creare molto poco palla in mano, l’unico canestro segnato è stato un flash pazzesco. Un palleggio e virata in uno spazio alquanto ristretto. Però non basta per giocare una buona partita.

Kennard dalla panchina non è riuscito a portare punti. Era stato reclutato come cecchino dalla distanza e secondo marcatore della storia delle high school dell’Ohio, contro i Wildcats non è riuscito minimamente ad incidere.

Le note positive provengono da Thornton e dai giocatori esperti. Derryck Thornton è l’unico freshman tra le file dell’ateneo del North Carolina ad avermi impressionato. Buonissimo difensore sulla palla, teneva ogni penetrazione e, grazie alle braccia lunghe, era anche molto difficile non farsi rubare il pallone. In attacco invece, sembra saper giocare solo ad una velocità.

Ha perso diversi palloni, ma nel momento in cui attaccava il canestro, sembrerò blasfemo, ma mi ricorda Westbrook. Non sto assolutamente paragonando i due, perchè Russell è uno dei giocatori più eletrizzanti della NBA, però il modo in cui attacca il canestro me lo ricorda.

La frontline di Duke ha cercato di tenere a galla la propria squadra. Plumlee è stato pauroso per l’effort che ha messo in campo, nei primi minuti di gioco ha dominato a rimbalzo offensivo ed ha praticamente tenuto in parità i suoi. Nell’altra parte del campo, ha dato una solida presenza difensiva smazzando sei stoppate. Insieme a lui, Jefferson ha chiuso con una solida doppia doppia 16+15. Come al solito, è l’equilibratore dell’attacco di Coach K.

Insomma come aperitivo della March Madness è stato ottimo, le squadre hanno giocato ad un’intensità molto alta, forse anche grazie all’abbassamento del cronometro del possesso da 35 a 30 secondi. Kentucky sembra già essere una squadra molto quadrata difensivamente e in attacco cercherà di giocare sempre il più possibile in transizione, mentre a difesa schierata si affiderà ai mismatch che creerà e al talento dei singoli. Duke, al contrario, è ancora un cantiere aperto.

Me l’aspettavo molto più solida in difesa e in attacco, sono andati avanti grazie alle seconde chance dopo rimbalzo offensivo. I freshman hanno bisogno di tempo, Grayson Allen ha bisogno di tempo, nel mentre Plumlee III e Jefferson terranno a galla il più possibile Duke.

KANSAS-MICHIGAN STATE 73-79

mskan45674Si è congratulato con me e mi ha chiesto quale fosse la mia parte preferita della tripla doppia di stanotte” questo è ciò che ha dichiarato Denzel Valentine ai microfoni di ESPN, dopo aver ricevuto la telefonata di Earvin Johnson Jr. al secolo Magic Johnson.

Michigan State ha battuto Kansas grazie ad una prestazione fantastica di Valentine coronata con una tripla doppia, 29+12+12 per i più curiosi. Valentine per altezza e corporatura è di fatto un’ala, ma per visione di gioco è il vero play degli Spartans.

Spesso nella partita, lo abbiamo visto chiamare i giochi, giocare il pick&roll, pescare i tagli dei compagni, segnare triple e scaricare il pallone verso l’angolo, Matt McQuaid ringrazia vivamente.

Michigan State è stata per tutta la partita sotto fino a cinque minuti dalla fine in cui è uscita l’anima spartana di Michgan State e hanno dominato mentalmente i Jayhawks nel finale. Martedì notte, abbiamo visto come Izzo abbia già impresso la solita mentalità agguerrita e da combattenti che hanno sempre distinto le sue squadre.

Michigan State ha vinto, ha il merito di non aver mai mollato, però ha evidenziato alcuni problemi. Stranamente, hanno forzato pochissimi palloni persi, il mantra di Izzo è difesa tosta e transizione. Hanno fatto moltissimi falli, soprattutto nel finale del primo tempo, momento in cui stavano giocando meglio di Kansas ma non sono riusciti a compiere il sorpasso proprio per i viaggi in lunetta dei ragazzi di Self.

Il finale di partita è tutto da raccontare perchè in due possessi difensivi sono riusciti a stoppare un tiro in penetrazione, perdere il pallone, ristoppare il pallone, perdere un altro pallone e poi fare fallo. Tutto questo quando mancavano 35 secondi.

Kansas non ha giocato male, è stata per larghi tratti in vantaggio anche in doppia cifra, ma non è mai riuscita ad ammazzare completamente il match.

Mentre Perry Ellis si dimostra di essere uno dei lunghi più forti dell’intero panorama NCAA grazie i suoi movimenti in posti sviluppati, la mano morbida che gli permette di tirare sia in avvicinamento che da tre, Mason e Selden deludono e anche parecchio.

Forse devono ancora entrare in ritmo stagione, ma in due hanno tirato 8 su 27 e tante decisioni sbagliate in attacco. Il quintetto titolare dei Jayhawks è quasi impenetrabile in difesa, ha concesso tredici punti in dodici minuti, però l’attacco si è basato unicamente a Perry Ellis, unico giocatore in grado di segnare con continuità.

In questa stagione mi aspettavo che Self desse molti più minuti a Mykhailiuk, invece per minuti è stato il settimo giocatore della rotazione. Il quintetto che in attacco girava di più era quello senza Mason e Selden, ma con l’ucraino, Greene,Graham,Ellis e Bragg, soltanto che la difesa non era efficace come l’attacco.

Il freshman di Kansas, Carlton Bragg, pur segnando solo quattro punti, ha dato sfoggio del suo jumper. Ha segnato un paio di piazzati, mostrando di avere un tiro affidabile, potrebbe essere una sorpresa di questa stagione.

A Kansas però, mancava Cheick Diallo. Non è per giustificare la sconfitta, ma Diallo potrebbe essere veramente il rim protector che manca a Self da Whitey, tolto un anno di Embiid, ed essere colui che fa fare il salto di qualità ai Jayhawks. Molto simpatico il siparietto di Dick Vitale durante la partita, in cui urla “Free Diallo”.

Kansas ritorna a Lawrence con una sconfitta, ma con una prestazione buona. Ellis è il leader e go-to-guy della squadra, ci sono due giocatori da ritrovare completamente come Selden e Mason, Self dovrà rivedere un attimo le rotazioni non proprio così convincenti in partita, magari dando più minuti a Bragg e a Mykhailiuk. Per allungare la striscia di Big 12, ci vorrà molto e Kansas non vorrà mollare.

Michigan State settimana prossima farà un grande salto nei ranking, la squadra sembra aver già assorbito i dettami e la mentalità di Coach Izzo. La cosa che mi preoccupa è una: di solito le squadre di Izzo partono piano per poi sbocciare a marzo. Se questa è la loro partenza piano, non voglio immaginare cosa saranno a marzo.

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