Difficilmente quando le squadre di un ateneo cambiano conference queste ultime sono competitive in tempi brevi. Ci sono diverse motivazioni: squadre nuove d’affrontare, spostamenti durante la stagione diversi e filosofie di gioco a cui ti devi adattare.

Infatti di solito, le squadre almeno per due anni vivono delle stagione non felicissime. Invece i Fighting Irish, dopo una prima stagione in ACC con un bilancio di 15-17, quest’anno hanno spiccato il volo e sono al numero dieci nel ranking dell’AP e secondi nella ACC con un record all’interno della conference di 10-3.

La cosa che sorprende di più è che sono secondi nella conference più tosta dell’intera nazione. Nella classifica dell’Atlantic Coast Conference sono alle spalle di Virginia ma, avanti a squadre come Duke, UNC,Louisville, Syracuse, NC State e Pittsburgh.

Ad inizio dell’anno nessuno credeva cosi tanto negli Irish e questo si vedeva nei ranking prestagionali, dato che la squadra non vi era inserita. Invece sfruttando un calendario molto semplice e un paio di bella prestazioni come contro North Carolina, Michigan State, Purdue, vengono inseriti nel ranking e piano piano lo scalano, arrivando fino alla posizione otto e sconfiggendo Duke.

Proprio in quella settimana, in cui sembravano andare a gonfie vele verso la top 5, arriva la sconfitta nella consueta giornata di sabato contro Pittsburgh, partita che la squadra di coach Brey non è mai riuscita a spaccare in due ed in cui alla fine i Panthers hanno avuto la meglio in un finale concitato.

Pronto il riscatto contro Boston College, prima di essere demoliti al Cameron Indoor Stadium per 90-60 in una partita a senso unico dove Notre Dame è parsa un lontano parente di quella aggressiva della partita del Purcey Pavillon. Ora i Fighting Irish veleggiano con un record di 22-4 verso una testa di serie importante al torneo.

Entrando un’po nei numeri vediamo che la squadra di Brey è votata all’attacco dato che segna in media 80 punti ed ha la terza miglior efficienza offensiva per KenPom producendo 120.8 punti ogni 100 possessi.

Al contrario difensivamente efficienza è molto bassa, 101.1, mentre i punti subiti sono 65.2 di media. Prendendo come esempio le due partite contro Duke, si vede che gli Irish mettono molta pressione sugli esterni, tentando di anticipare anche sulle linee di passaggio.

Cercano di non far arrivare la palla sotto canestro dato che non hanno un rim protector o anche un buon difensore sui lunghi. Nella prima partita contro i Blue Devils, hanno avuto una ottima serata al tiro, ma negli ultimi dieci minuti di partita sono riusciti a vincere ad un paio di buone difese aggressive che hanno causato palloni recuperati e un Jerian Grant spaziale.

Proprio il fratello maggiore di Jeremi è il trascinatore emotivo e tecnico della squadra. Giocatore al quinto anno, la scorsa stagione la saltò a causa dei brutti voti a scuola, con un buon tiro, sia dal palleggio che dagli scarichi, quest’anno giocando con tanta palla in mano, è diventato assist-man principale con poco più di sei assist per gara.

Non vorrei giocare contro di lui in un finale punto a punto perchè riesce sempre a trovare la giocata giusta, chiedere a Duke. Con lui in campo l’attacco di Notre Dame segna 128 per 100 possessi.

Il secondo giocatore più talentuoso è Zach Auguste, power forward molto dinamica, conclude benissimo al ferro e va discretamente a rimbalzo.

Gioca molto poco, solo 23 minuti per gara ma in questi produce 13 punti, 6.3 rimbalzi e tira col 62% dal campo. Proiettando questi numeri sui 40 minuti le statistiche di Auguste diventerebbero sbalorditive: doppia doppia di media con 21 punti e 10 rimbalzi di media.

É un giocatore al terzo anno, molto probabilmente l’anno prossimo diventerà il miglior giocatore della squadra insieme a Demetrius Jackson playmaker sophomore della squadra.

Top recruit di Brey due anni fa, Jackson forma insieme a Grant un backcourt molto fisico e completo. Nell’attacco molto equilibrato, anche lui è sopra la doppia cifra di punti, tirando il 50% dal campo e il 43% dalla lunga distanza.

Per gli Irish mancano solo cinque partite prima dell’inizio del torneo della ACC, le uniche due insidie sono Syracuse, che anche se non sta vivendo una grande stagione è sempre pericolosa con la difesa 2-3, e i Cardinals di Pitino che sembrano nettamente migliori dei ragazzi di Brey per talento, fisico e difesa.

Il pass per la March Madness sembra essere stato acquisito grazie alle vittorie contro Duke e UNC, sconfitte pesanti non ci sono state, anche perchè nelle non-conference games non hanno mai giocato contro squadre molto forti.

Sicuramente Jerian Grant è uno dei giocatori più decisivi e fondamentali per la propria squadra in Division I, ma non so se basta solo lui per puntare ad una Final Four.

Comunque gli Irish sono pericolosi e non hanno paura di sognare in grande.

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