Un momento concitato della sfida del 20 febbraio

Un momento concitato della sfida del 20 febbraio

All’ inizio dell’anno abbiamo segnalato North Carolina come la squadra potenzialmente più forte della ACC, persino davanti a Duke. Erano i classici pronostici di pre-stagione, quando cioè si pensava che PJ Hairston sarebbe tornato in squadra e ci si chiedeva che consistenza avrebbe avuto sotto canestro il centro Kennedy Meeks e quanto fosse realmente forte Jabari Parker

A distanza di due mesi possiamo dire che avevamo ragione. Ma anche che abbiamo preso un abbaglio. Pochi si aspettavano che Virginia sarebbe stata in vetta alla Conference (ma non avevamo tenuto conto di un calendario più agevole di altre squadre), mentre invece North Carolina numeri alla mano non ha ancora convinto quanto Duke.

Eppure uno dei derby più sentiti della nazione, proprio quello fra Duke e UNC (che se la batte con Louisville-Kentucky) è stato vinto dai Tar Heels, peraltro in maniera abbastanza netta e senza dover arrivare a fischi finali e relative polemiche come è successo in Syracuse-Duke.

Non solo North Carolina ha sconfitto i Blue Devils, ma ha anche stabilito un record, perché da quando esiste il ranking di AP nessuna squadra era mai riuscita a battere nella stessa stagione le prime 4 in classifica, ovvero nell’ordine Louisville, Michigan State, Kentucky e da ultimo Duke.

Leslie McDonald (North Carolina)

Leslie McDonald (North Carolina)

Se ve lo state chiedendo, no, non è una cosa banale. Soprattutto se consideriamo che North Carolina tira i liberi peggio di come farebbe un branco di scimmie, con la peggior percentuale della storia dell’università (63,1%). Solo 11 squadre fanno peggio in tutta la Ncaa e pensate che UNC nel fondamentale sta anche migliorando (sigh).

Quindi Heels fenomenali? No, perché in stagione hanno alternato grandi prestazioni a gare giocate da squadra senza capo né coda. L’abbiamo definito team bipolare. Occhio però, che l’equilibrio sembra sia arrivato quando coach Roy Williams ha promosso la guardia Leslie McDonald e il centro Kennedy Meeks in quintetto. Al di là del loro rendimento personale, questa mossa ha permesso alla formazione di trovare una quadra.

Torniamo alla gara vinta da North Carolina. Dalle statistiche si evince che i Tar Heels hanno dominato sotto canestro, ma questa non è tanto una sorpresa, visto che la squadra di Williams è nell’elite della Ncaa per percentuale di rimbalzi offensivi (ottava, ma quinta se si considerano solo le big Conference).

Gioco (Duke-UNC)

Gioco (Duke-UNC)

Uno dei problemi della partita per i Blue Devils è stata però la scarsa efficienza offensiva di Jabari Parker (tutto relazionato alle potenzialità e alle sue medie, non parliamo di livello assoluto) e al di là del fatto che può essersi trattato di un singolo episodio.

E’ possibile infatti che la prestazione abbia a che fare con una questione di accoppiamenti. Contro una squadra così fisica come i Tar Heels Parker è stato eccessivamente impegnato nella parte difensiva sotto i tabelloni e viceversa in attacco si è trovato spesso marcato da James Michael McAdoo (nella sua nuova versione con la barba) che non ha il potenziale offensivo di Parker ma fisicamente invece può tranquillamente reggere la sfida e anzi atleticamente è persino migliore.

Forse non è un caso che Parker abbia disputato una delle peggiori partite stando all’Offensive Rating di KenPom, registrando la terza peggiore prestazione stagionale (87 contro una media di 111). Non è un caso che in 5 delle 6 sconfitte stagionali di Duke, Parker ha giocato sotto la sua media, in 4 addirittura nettamente al di sotto.

Quali sono queste quattro gare? Arizona, Notre Dame, Syracuse e appunto North Carolina, tutte squadre fisiche, due delle quali schierano molta zona (Fighting Irish e Orange) che hanno giocatori atleticamente in grado di mettere in difficoltà Parker (Arizona aveva ancora Ashley) e che in qualche modo hanno invitato Parker a giocare più vicino a canestro limitandone il tiro da fuori (1 solo tentativo dall’arco sia contro Syracuse sia contro North Carolina).

Andando ad analizzare alcune statistiche avanzate della gara di cui parliamo, vediamo che Parker è il giocatore che ha gestito il maggior numero di possessi di Duke (19), ma con il secondo peggior Offense Rating (89,2) se si considera anche Rasheed Sulaimon sono nel complesso 29 possessi (il 34% del totale) per due giocatori non in serata (anche 7 perse complessive). Viceversa UNC ha gestito 21 possessi (sempre 33,8% del totale) tra McAdoo e McDonald, ovvero due dei giocatori che hanno performato meglio.

Jabari Parker (Duke)

Jabari Parker (Duke)

Non c’è nessuna ricetta ovviamente, perché si tratta di numeri ex-post (è normale che risultino migliori per la squadra che ha vinto) e perché Parker è e resta probabilmente il giocatore più Nba-ready dell’intera Ncaa.

Però è suggestivo notare che si può forse vedere un filo comune tra le sconfitte di Duke, che peraltro potrebbe anche spiegare (almeno in parte) la vittoria dei Tar Heels. Le analisi a tavolino lasciano un po’ il tempo che trovano.

Nell’ultima puntata di Ball Don’t Lie quella banda di pazzi che conduce il programma ha parlato a lungo delle statistiche (ascolta la puntata) e del fatto che vadano manovrate con cura (chi scrive peraltro non è un amante tout court dei numeri).

Alcune cifre però sono significative. L’anno scorso, pur con tiratori come Seth Curry e Ryan Kelly, Duke faceva provenire il 29,2% dei punti da oltre l’arco, cioè nella media delle squadre del college, tirando con il 39,9% (nona assoluta in Ncaa). Quest’anno con l’arrivo di Rodney Hood e Parker la percentuale da 3 punti è addirittura migliorata passando al 40,1% (solo 5 squadre fanno meglio e tra le big solo Creighton), ma non essendoci più Mason Plumlee sotto canestro, il 35% dei punti derivano da tiri oltre l’arco (20° in Ncaa).

In sostanza l’attacco di Duke resta potenzialmente letale, ma anche un po’ sbilanciato. E quando Parker viene spinto per bravura, caso o necessità a giocare più vicino a canestro, come è avvenuto per scelta tattica di coach K nel primo incontro contro Syracuse (al ritorno Krzyzewski ha cambiato alcune cose), l’attacco dei Blue Devils può risentirne.

Uscendo dal loop delle cifre e delle statistiche, è più facile dire che UNC è una squadra forte sotto canestro e Duke sul perimetro e che all’andata i Tar Heels sono riusciti a incanalare la partita dove volevano. Però giocavano in casa. Tra pochi giorni ci sarà la rivincita e alcune teorie potranno essere verificate e soprattutto sarà interessante vedere se (e come) i due allenatori avranno aggiustato tatticamente le rispettive squadre.

Da www.ncaabasket.net (twitter @ncaabasketnet)

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.