louisconn878Nuova Conference, vecchie abitudini. La American Athletic Conference fino all’anno scorso non esisteva ed è un prodotto della scissione della “vecchia” Big East. Il risultato è che nella prossima stagione ci saranno due leghe, non fortissime in assoluto, ma ricche di squadre molto competitive.

Insomma, parlare della AAC non è come parlare della Big Ten o della ACC, però ci sono squadre che meritano attenzione, a partire dalla favorita della Conference, che poi è anche la squadra campione Ncaa in carica. Ecco i pronostici.

1. LOUISVILLE

Terry Rozier (Louisville)

Terry Rozier (Louisville)

O si suicidano o non è chiaro come possano non vincere la AAC. Gli unici motivi che potrebbero portare la squadra a risultati non all’altezza delle aspettative provengono, al massimo, dall’interno dello spogliatoio.

Il centro titolare Chane Behanan (da poco votato nel primo quintetto della lega) è stato sospeso a tempo “indeterminato” dal college. Coach Rick Pitino non ha rilasciato dichiarazioni pacifiche. “Nella mia carriera ho incontrato tanti ragazzi difficili”, ha detto, “e quasi sempre sono riuscito a spiegare loro come non rovinarsi la vita e concentrarsi sul basket. Di solito ho successo, diciamo in circa il 90% dei casi. Ma esiste anche il 10% e al momento non so dire se Chane fa parte di quella piccola percentuale”.

Parere personale, il film con Behanan è un “già visto” e Pitino sa effettivamente come recuperare giocatori difficili (già l’anno scorso l’ha fatto con Kevin Ware).

La squadra nel reparto piccoli è semplicemente mostruosa: i freshman Terry Rozier e Anton Gill si aggiungono al juco Chris Jones (che per molti sarà una delle rivelazioni dell’anno) e poi a Russ Smith, Kevin Ware, Luke Hancock e Wayne Blackshear.

Chane Behanan (Louisville)

Chane Behanan (Louisville)

Un reparto così non ce l’ha nes-su-no e da parecchi anni. Cosa che peraltro garantisce la possibilità delle rotazioni asfissianti e del pressing tutto campo. I problemi potrebbero arrivare sotto canestro, ma solo in assenza di Behanan (alto poco meno di 2 metri ma estremamente verticale).

Stephan Van Treese dovrebbe partire come centro titolare, almeno a inizio anno, e dalla panchina dovrebbe entrare Montrezl Harrell, vero animale da tabelloni dotato di energia irreale. Se anche solo uno tra i freshman Mangok Mathiang e Akoy Agau tiene discretamente il campo, Louisville è da Final Four anche dopo le partenze per la Nba di Siva e Dieng e anche senza Behanan. Se poi quest’ultimo venisse reintegrato… auguri.

 

2. CONNECTICUT

Shabazz Napier (Connecticut)

Shabazz Napier (Connecticut)

Ci discostiamo dalle preview degli esperti e stiamo con i coach, che di recente hanno votato gli Huskies come legittima contender dei Cardinals. Tanto per cominciare il college ha una voglia matta di mettersi in mostra dopo l’esilio dell’anno scorso (Connecticut poteva giocare ma non partecipare ai tornei) dovuto a risultati scolastici fuori dagli standard imposti dalla Ncaa.

In più nella passata stagione la squadra, pur guidata dall’esordiente Kevin Ollie, ha messo in mostra ottime qualità, guidata dal trottolino Shabazz Napier, guardia molto veloce che garantisce pericolosità sia in penetrazione sia sul perimetro (e secondo rimbalzista della squadra).

Occhio poi che il freshman Kentan Facey sembra avere le caratteristiche giuste per stupire, almeno dal punto di vista offensivo, o almeno quanto visto nei tornei estivi lo fa pensare.

Kentan Facey (Connecticut)

Kentan Facey (Connecticut)

Tutto questo inserito in un gruppo che conferma i primi 6 marcatori (Napier è spesso affiancato da Ryan Boatright) e i primi 5 rimbalzisti dello scorso anno (il principale è DeAndre Daniels). C’è grande attesa poi per Omar Calhoun, che ha giocato una stagione eccellente da freshman e ora è atteso a un salto di qualità da sophomore.

Tra gli altri innesti degni di nota c’è quello del transfer Lasan Kromah, che arriva da George Washington, e che in teoria dovrebbe essere un ala dal grande potenziale offensivo (ha chiuso la sua ultima stagione in doppia cifra). Si tratta ancora di una squadra a forte trazione posteriore, ma se aumenterà il contributo collettivo a rimbalzo e se il centro freshman Amida Brimah riuscirà a portare un po’ di intimidazione in area, la stagione potrebbe essere una sorpresa.

3. MEMPHIS

Joe Jackson (Memphis)

Joe Jackson (Memphis)

Negli ultimi anni la squadra di coach Josh Pastner è stata una potenza, ma quante vittorie sono arrivate perché non c’erano avversarie all’altezza nella C-Usa? Se credete che siano poche, allora forse la posizione n° 2 sta un po’ stretta ai Tigers, se (come noi) credete che parte della “fama” di Memphis derivi dal fatto che spesso non trovava avversarie degne, la 3° posizione è ottima e abbondante.

In sostanza la prossima sarà un po’ la stagione della verità per i Tigers, che si presentano con un roster molto profondo e potenzialmente pieno di talento. Il reparto piccoli è formato solo da senior (Joe Jackson, Geron Johnson e Chris Crawford) cui si aggiungerà un altro senior, il transfer da Missouri Michael Dixon Jr, giocatori da doppia cifra che probabilmente partiranno tutti in quintetto per formare una squadra piccola e scattante, capace di creare mismatch in attacco.

Austin Nichols (Memphis)

Austin Nichols (Memphis)

Sotto canestro partirà il centro sophomore Shaq Goodwin, e nel caso servissero centimetri di rinforzo dalla panchina entreranno i freshman Austin Nichols (ala grande) e Dominic Woodson (centro). Entrambi sono giocatori sui quali Pastner proietta grandi aspettative (soprattutto Nichols) ma giovani e per questo tutti da verificare in una Conference che sarà ben più competitiva della C-Usa.

Il fatto è che quasi ogni volta che negli ultimi anno Memphis ha incontrato squadre di livello, non è riuscita a mantenere le aspettative. Giocare nella AAC preparerà il team alle sfide del torneo Ncaa o metterà in mostra alcune lacune? Lo scopriremo già il 19 novembre quando Memphis andrà a sfidare Oklahoma State alla Gallagher-Iba Arena.

4. CINCINNATI

Sean Kilpatrick (Cincinnati)

Sean Kilpatrick (Cincinnati)

I Bearcats sono un bel rebus. L’anno scorso sono partiti con grandi aspettative in parte deluse. Si sono messi davvero in mostra solo per lo sfoggio delle peggiori divise Adidas della storia. I fari erano puntati su Sean Kilpatrick, considerato prospetto Nba, che però ha messo in mostra solo una grande confidenza in se stesso.

Kilpatrick non conosce un tiro che non gli piaccia e si disinteressa della distanza da canestro, ma ha chiuso l’anno con percentuali discutibili (il 39% dal campo con il 30% da 3 punti) a fronte di una marea di tiri e soprattutto di selezione a volte davvero orrenda. Kilpatrick ha preferito non dichiararsi per il draft (ottima scelta) e l’anno prossimo farà da balia a Jermaine Lawrence, ala grande di 2,05 considerato anche lui un prospetto Nba.

Jermaine Lawrence (Cincinnati)

Jermaine Lawrence (Cincinnati)

Se il duo freshman-senior troverà l’intesa e se Lawrence conferma quello che si dice di lui, Cincinnati avrà una possibilità di restare nella parte alta della AAC. Viceversa, complici anche le partenze di Cashmere Wright e JaQuon Parker, per i Bearcats potrebbe farsi dura perché la squadra si troverebbe a far conto solo sulla sua temibile difesa.

Coach Mick Cronin l’anno scorso è sembrato avere molti problemi in attacco, vedremo quest’anno se con la presenza di Lawrence sotto canestro (il talento più cristallino arrivato a Cinci dai tempi di Kenyon Martin) la squadra sarà più equilibrata.

 

5. SMU

Larry Brown (coach SMU)

Larry Brown (coach SMU)

Quinto posto che ha un nome e cognome: Larry Brown. E’ abbastanza chiaro che il coach (già nella Hall of Fame) abbia portato una ventata di novità ed entusiasmo al college. In due anni l’allenatore ha rivoluzionato il programma, ma soprattutto ha iniziato a reclutare talenti che prima non avrebbero degnato di uno sguardo l’ateneo del Texas.

Emmanuel Mudiay arriverà nella stagione 2014-2015 e di lui abbiamo già parlato in un altro articolo, ma nel frattempo la squadra si godrà Keith Frazier, giocatore con l’argento vivo addosso che si aggiunge a una squadra che conferma per intero il quintetto base dello scorso anno. Ma fnalmente potranno vedere il campo tre giocatori che l’anno scorso erano stati seduti a bordo campo a causa del trasferimento: Markus Kennedy (ala grande da Villanova), Nic Moore (point guard da Illinois State) e Crandall Head una combo guard che ha scelto di lasciare Illinois (dove negli ultimi due anni c’è stata una vera girandola di arrivi e partenze).

A questi si aggiungerà Yanick Moreira che arriva dai junior college. Adesso SMU ha la profondità che mancava l’anno scorso e molti sono sicuri che saranno una delle sorprese della Conference. E poi hanno sempre Larry Brown in panchina.

POSIZIONI 6-10

 

 

Isaiah Sykes (UCF)

Isaiah Sykes (UCF)

6. Temple (in molti nutrono grande fiducia in coach Fran Dunphry, che però ha perso in un colpo solo 3 pezzi del quintetto base: Khalif Wyatt, Rahlir Hollis-Jefferson e Scootie Randall e i due principali cambi. La sesta posizione è quasi solo sulla fiducia)
7. Houston (se sale di colpi il duo Tashawn Thomas e Daniel House, secondo e terzo miglior marcatore l’anno scorso, la squadra potrebbe dire la sua, anche se difficilmente potrebbe salire più in su del 6° o 5° posto)
8. UCF (questo potrebbe essere l’anno di Isaiah Sykes, che ha i numeri per poter essere votato nel primo quintetto della AAC. Intorno alui però c’è poco altro)
9. South Florida (sono tornati Anthony Collins e soprattutto Victor Rudd, ma giocano quasi da soli. Se non ci fosse Rutgers sarebbero loro gli ultimi designati della Conference)
10. Rutgers (scandali, coach nuovo, esodo in massa di giocatori. Vertici dell’università sconquassati. Di tutta la Division I è il college dal quale ci aspettiamo meno. Ogni vittoria avrà il sapore del gol)

Da www.ncaabasket.net (Twitter: @ncaabasketnet)

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