Jared Sullinger, ancora una volta decisivo

Il college basket è veramente strano. E’ strano perché, ora che Ohio State ha conquistato l’accesso alla Final Four, battendo la numero uno del Seed Syracuse, quasi ci si sorprende. E la sorpresa non è legata alla qualità della squadra, che è altissima, ma piuttosto alla altalenante stagione dei Buckeyes, che hanno decisamente fatto perdere ore di sonno al loro coach Thad Matta.

Dicevamo che la qualità del roster di Ohio State è altissima, come già si sapeva da quando, nella primavera scorsa, Jared Sullinger aveva deciso di ritornare per un altro anno di college. I Buckeyes però hanno avuto un sacco di problemi e, non più tardi di un mese fa, sembravano una squadra sull’orlo di una crisi di nervi.

Dopo essere stati per più di un mese la numero due della nazione, i Buckeyes hanno iniziato un’involuzione che li ha portati a perdere tre partite consecutive, inclusa una sconfitta casalinga contro Wisconsin. Il problema non era il talento, ma l’atteggiamento della squadra, tanto che Thad Matta, durante un allentamento, li ha anche spediti tutti in anticipo sotto la doccia.

A quel punto i ragazzi si sono fatti un’ analisi di coscienza e sono usciti rinnovati da un player meeting che Aaron Craft descrive così; “Dovevamo farci qualche domanda, abbiamo passato un periodo decisamente complicato quando abbiamo perso tre partite su cinque. Non credo che nessuno di noi, da quando giochiamo a basket, avesse mai passato un momento così”.

Incredibile, un mese dopo, vederli tagliare la retina del TD Garden di Boston dopo aver conquistato l’accesso alla Final Four, alla quale Ohio State non arrivava dal 2007, quando persero in finale.

Anche nella partita di ieri, non si può non parlare di Jared Sullinger (alla fine 19 punti e 7 rimbalzi per lui), limitato a soli sei minuti giocati nel primo tempo, a causa dei problemi di falli, e poi esploso nella seconda frazione quando i Buckeyes, trainati dai sei punti del loro centro, hanno costruito un vantaggio di dieci punti.

Il coach di Syracuse, Jim Boheim, a fine gara non era soddisfatto di come i suoi non sono stati in grado di sfruttare l’assenza forzata di Sullinger: “Siamo riusciti a fargli commettere falli e non abbiamo sfruttato il vantaggio. Sapevamo che sarebbe stata dura quando fosse tornato, ma il primo tempo ci e’ scivolato dalle mani”.

Sotto di dieci nel secondo tempo Syracuse ha reagito, ed ha piazzato un parziale che l’ha riportata, con una tripla di Brandon Triche, ad una lunghezza di distanza.  A quel punto, però, non hanno avuto la forza di fare l’ultimo decisivo passo e Ohio State ha ripreso in mano la gara e non l’ha più mollata fino alla fine.

La partita non è decisamente stata tra le più belle, spezzata spesso e volentieri dai tanti fischi arbitrali, che hanno impedito ad entrambe le squadre di trovare ritmo soprattutto offensivo. Per dare un’idea, a Syracuse, una squadra che storicamente gioca a zona 2-3, sono stati fischiati ventinove falli nella gara, il massimo per gli Orangemen da tre stagioni.

Syracuse chiude quindi in anticipo rispetto alle aspettative una stagione in un certo senso maledetta, conclusa con un Torneo dove gli Orangemen hanno faticato molto più del dovuto sin dalla prima gara.

Una stagione maledetta, quella 2011/2012, partita con le accuse di molestie sessuali mosse da due ball boy degli anni ’80 nei confronti di Bernie Fine, uno degli storici assistenti, proseguita con le investigazioni della NCAA seguite alle auto-accuse di Syrcuse per possibili infrazioni del regolamento interno antidoping e terminata con l’ineleggibilità per motivi accademici del centro Feb Melo, che non ha potuto giocare nel torneo NCAA.

A tradire Syracuse ieri sera è stato l’attacco, che non è mai riuscito a trovare ritmo offensivo. Alla fine un affranto Scoop Jardine commenta così la partita: “Abbiamo lottato tutto l’anno ma, questa volta, loro hanno vinto e noi no. Perdere fa male, ma fa ancora più male sapere che domani non mi allenerò più con questi ragazzi, sapere che non giocherò mai più con loro. Tutti dicono che il college è il momento più bello della vita. Bé, questi cinque anni sono stati la parte più bella della mia vita”.

Si interrompe quindi il sogno di Syracuse di tornare alle Final Four a New Orleans, proprio la città dove, nel 2003, vinsero il titolo con la squara guidata da Carmelo Anthony e Hackim Warrick.

Ohio State, invece, puo’ continuare a sognare.

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