Un'altra vittoria combattuta per gli Orangemen in questo torneo NCAA

Dalle Sweet Sixteen, nell’ East  Region, emergono le due teste di serie più alte, nonostante abbiano avuto storie completamente diverse nel corso del Torneo: per un’Ohio State che è stata convincente in ogni partita, c’è invece una Syracuse che ha faticato in quasi in tutte le gare.

Anche la partita di ieri sera contro Wisconsin, probabilmente la più bella fino ad ora in questa parte del tabellone, non ha fatto eccezione per i ragazzi di coach Boheim. Gli Orangemen alla fine hanno vinto di uno, con Wisconsin che ha avuto anche la possiblità di tirare due volte per la possibile vittoria: la tripla di Jordan Taylor a tre secondi dalla fine ed il tiro di Josh Grasser però non sono entrati, e i Badgers hanno dovuto dire addio al Torneo NCAA.

Taylor descrive così l’ultima azione che ha portato al suo tiro: “Stavamo cercando un tiro smarcato, cercando di muovere la zona. Ma loro recuperavano sempre, sono molto lunghi e ci hanno lasciato un tiro difficile, che ovviamente non è entrato. Complimenti a loro”.

Syracuse ha vinto principalmente perché è riuscita a sorprendere  una delle migliori difese della nazione con una notevole prestazione offensiva, come confermato anche dal coach degli Orange Jim Boheim: “Abbiamo giocato molto molto bene in attacco. Dovevamo giocare molto bene. E’ fantastico vincere queste partite, credo che sia la miglior partita giocata contro di noi da un avversario che poi non è riuscito a batterci”.

Invece, per battere i Badgers, era chiaro fin dall’inizio che non è possibile prescindere dalla necessità di scardinare una difesa che in stagione concedeva cinquantatré punti di media: Syracuse è decisamente riuscita nell’intento. Infatti i numeri in questo caso non mentono, visto che Wisconsin non solo ha concesso più punti (undici per la precisione) rispetto alla sua media nel corso dell’anno, ma ha anche permesso agli avversari di tirare con percentuali più alte di quelle che solitamente concedeva durante la stagione (55% dal campo invece del 38.5 % stagionale, con un sanguinoso 5/9 da tre punti).

Il coach di Wisconsin, Bo Ryan, è ovviamente deluso per la sconfitta a fine gara, ma è comunque soddisfatto per la prova dei suoi, che hanno lottato alla pari fino all’ultimo secondo contro la numero uno del seed: “Syracuse ha semplicemente troppi atleti, è difficile prepararsi da un punto di vista difensivo. Pensi di fare le cose giuste, ma sei un passo indietro. Abbiamo fatto quello che potevamo e, anche se qualcuno non lo pensa, io credo che abbiamo fatto un buon lavoro difensivo.”.

E’ dal 2005 che i Badgers non raggiungono le Elite Eight: a quanto pare, dovranno aspettare almeno un altro anno.

Pochi problemi per Ohio State contro Cincinnati

Di tutt’altro tipo la partita di Ohio State (2) contro Cincinnati (6): dallo scontro tra atenei dello stato dell’Ohio (che si sono affrontate solo una volta dalla finale del 1962) esce vincitrice la banda di coach Thad Motta, che ritorna quindi tra le migliori otto squadre della nazione per la prima volta dal 2007, l’anno in cui i Buckeyes persero in finale contro Florida.

La partita di ieri sera è stata particolare, nel senso che Ohio State è sempre sembrata essere in controllo della situazione: l’unico calo di concentrazione è stato all’inizio del secondo tempo, quando i Buckeyes hanno dilapidato un vantaggio di dodici punti e si sono fatti recuperare e sorpassare da Cincinnati (52-48).

Una volta messa con le spalle al muro, Ohio State ha smesso di scherzare, si è trasformata ed è tornata la efficiente macchina da guerra di questo Torneo, piazzando un parziale di 17-1 che ha definitivamente spento le speranze dei Bearcats.

E’ Jared Sullinger, il migliore dei suoi (23 punti e 11 rimalzi alla fine), a fine partita, a spiegare in modo colorito le due diverse anime della squadra: “Abbiamo due tipi di squadre di basket: abbiamo i cool guy (i fighi) e i blue-collar guy (i lavoratori). All’inizio del secondo tempo eravamo nella modalità cool guy, abbiamo abbassato la guardia e loro ci hanno colpiti”.

Anche Craft sottolinea come sia stato un calo di Ohio State a riaprire la gara, un calo che i Buckeyes non si potranno permettere nelle prossime gare, se vogliono arrivare fino in fondo: “Hanno segnato venti punti in nove minuti, con l’80% dal campo. Bisogna dare credito a loro, ma noi non abbiamo difeso come nel primo tempo”.

Cincinnati, a fine gara, è consapevole di avere avuto poche speranze, ma raccoglie comunque indicazioni positive da un Torneo che ha permesso a Cincinnati di rientrare nella mappa del college basket che conta, un lavoro che, come dice coach Mick Cronin, è stato tutt’altro che facile: “Abbiamo fatto tanta strada e ne sono fiero, perché non ci è stato regalato nulla. E’ stato un compito duro ricostruire un programma nella Big East negli ultimi dieci anni”.

Giusto il tempo di ricaricare le pile e sabato notte è già tempo di finale del Regional.

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