Se si parla di tifo collegiale, Wild Bill non manca mai

    • Tra le squadre che occupano le parti alte del ranking ce n’è una di cui si parla troppo poco in relazione alla grande stagione che sta disputando. Sarà perchè non è una novità, oppure perchè comunque non a quei risultati esaltanti da permettergli la prima pagina, ma Ohio State sta giocando una grande stagione e purtroppo in pochi lo stanno mettendo in risalto.
      Forse è colpa delle tre sconfitte, unica ad averne tra le top5 assieme a North Carolina, ma se guardiamo in quali situazioni sono avvenute possiamo anche comprendere come siano accettabili.
      Tre sconfitte in trasferta: una avvenuta alla Phog Allen Fieldhouse dove Kansas mantiene ancora l’imbattibilità, e senza avere a roster Jared Sullinger; una alla Assembly Hall di Indiana, altro terreno non facile, ma soprattutto picco degli Hoosiers che da quel momento lì si sarebbero sciolti al sole; l’ultima avvenuta sempre ad un’altra Assembly Hall, quella di Champaign, Illinois dove i Fightin’Illini hanno trovato una gara sui generis, tirando con il 60% da tre con un Brandon Paul da 43 punti.Ostacoli che comunque non mettono a repentaglio la valutazione delle gare fin qui giocate dai Buckeyes, dove Thad Matta ha messo in campo tutta la forza dei suoi ragazzi.
      Anche Jared Sullinger, ripresosi dai problemi fisici di inizio stagione, sta consolidando la sua candidatura come Player Of the Year molto sottovoce ma con prestazioni continue e soprattutto con miglioramenti sostanziali nel suo gioco. Infatti si inizia a vedere un pò più difesa e soprattutto una maggiore autonomia e mobilità, segno che la dieta da Subway (sì, avete capito bene, Subway) che gli ha fatto perdere più di 10 chili sta dando i suoi effetti.Inoltre c’è da premiare anche quanto fatto dal supporting cast capitanato dal discontinuo ma sempre pericoloso William Buford, secondo violino della squadra, dalla versatilità offensiva di DeShaun Thomas, che al suo secondo anno non ha paura di prendersi responsabilità in attacco, da Aaron Craft, il miglior playmaker della BigTen con Trey Burke e difensore meraviglioso, e da un gruppetto di giocatori che danno tanto per la causa come Lenzelle Smith, Even Ravenel ed il freshman salterino Sam Thompson.

      Dopo aver battuto Michigan, diretta concorrente per il titolo di Conference, ora per Matta & Co. inizia un periodo fondamentale per mantenere il primo posto, a partire dalla sfida al Kohl Center contro quella Wisconsin che lo scorso anno, proprio in casa, tolse l’imbattibilità a Ohio State per poi proseguire contro Michigan State. E chissà che quel ranking finalmente non sorrida ai Buckeyes…

    • Chi invece non riesce a concludere la rottura continuata è Connecticut.Che Gennaio sia un mese difficile per squadre del genere lo si sapeva, ma da una che arriva dalla vittoria del Torneo con un nucleo confermato e con tutte le aspettative per poter ripetere una stagione convincente, non ci si aspetta certo un record di 2-5, con la sesta sconfitta che non viene contata statisticamente perchè avvenuta il primo giorno di Febbraio.Malissimo per Calhoun che non riesce a dare un’identità a questa squadra nonostante abbia molte risorse da sfruttare come il talento di Lamb e Drummond, la difesa di Oriakhi e la regia di Napier. Il problema però è che Lamb sembra totalmente estraneo a quanto succede intorno a lui risvegliandosi solo nel finale, Drummond è ancora immaturo, Napier sta scadendo in scelte di gioco inguardabili e Oriakhi non riesce a convivere con il freshman tanto atteso.

      Le uniche belle notizie arrivano dai miglioramenti di Tyler Olander e di buoni spunti di Ryan Boatright (anche qui però ci sono problemi accadeici), ma si parla di due giocatori di comlemento, che con il deserto intorno possono incidere il giusto.

      UConn può avere tutte le capacità per uscire da questo momento di buio e tornare competitiva nell’immediato, ma il lavoro mentale da fare al momento è veramente spropositato.

 

    • Abbiamo accennato alla corsa per il Player Of The Year e, assieme a Sullinger, al momento è composta anche da Thomas Robinson, frontrunner e strafavorito, Doug McDermott e Harrison Barnes.Voglio però prendere in esame due giocatori che probabilmente non arriveranno al fotofinish ma che sicuramente stanno qualificando la loro candidatura tenedno con i denti i risultati delle loro rispettive squadre.Mike Scott ad esempio sta disputando una grandissima stagione con la maglia di Virginia, tenendola al passo delle grandi della ACC, Duke e UNC, e della sorpresa Florida State. Il senior dei Cavaliers sta producendo 17 punti ed 8 rimbalzi ad allacciata tirando vicino al 60% dal campo da vero e proprio fulcro offensivo, losing effort anche contro Duke. Una menzione la merita eccome.

      Così come la merita Kevin Jones, vera e propria bestia dei tabelloni e giocatore da innamoramento puro per la grinta, la voglia e l’anima che mette sul parquet ogni sera. La Big East è la solita giungla e questo non aiuta la stagione di West Virginia, la quale deve far fronte alla mancanza di un play capace di passare la metà campo, ma Jones con i suoi 21 e 12 di media rimane un vero protagonista a livello collegiale.

 

    • A proposito di BigEast e playmaker, è impressionante il contributo che dà Tray Woodalla Pittsburgh.Da quando è tornato a capo della regia dopo un infortunio che l’ha tenuto fuori per un mese, i Panthers sono in striscia vincente da 3 partite dopo un periodo in cui venivano da un’altra striscia, ma perdete, che durava ben 8 partite.L’ingresso di Woodall è fodamentale per Jamie Dixon perchè gli permette di avere un costruttore di gioco in modo da togliere questi compiti ad Ashton Gibbs, che così può concentrarsi a pieno sulla fase offensiva come visto anche in queste ultime uscite.

      What a difference a Tray makes.

 

    • Nella prima parte di stagione una delle cose che più ha sorpreso era Renardo Sidney.Non per quello che dava in campo, ma per come aveva accettato di buon cuore il ruolo di comprimario dietro a Dee Bost e del nuovo arrivato Arnett Moultrie, sorprendendo positivamente tutti, in primis coach Stansbury. Sembrava ci fosse la possibilità di reintegrarlo nel migliore dei modi dopo i problemi passati.Appunto, sembrava.

      Al termine della partita contro Florida, in cui i Bulldogs hanno perso con il punteggio di 69-57, Renardo ha fatto sapere che non ci sarà un’altra stagione con Mississippi State per lui e che quindi a fine stagione lascerà il programma sembra a causa di incomprensioni proprio con Stansbur. Transfer? Sinceramente non crediamo, molto più probabile la strada che porta al Draft 2012 e, a meno di sorprese eclatanti, al professionismo.

      In bocca al lupo Renardo, ne hai tanto bisogno.

 

    • Abbiamo già parlato di scorer da midmajor prendendo in esame giocatori come Doug McDermott e Damian Lillard, ed oggi vorrei sottolineare le prestazioni di Reggie Hamiltonad Oakland.La media-punti dice 23.7 ma il ragazzo è da vedere all’opera per le incredibili capacità balistiche di cui dispone e qualcuno già se lo ricorda lo scorso anno nel primo turno del Torneo contro Texas dove mise 25 punti e spinse i Golden Grizzlies molto vicini all’upset.Quest’anno è tornato, Oakland non è la stessa della stagione scorsa e probabilmente alla March Madness non ci sarà visto il 6-7 finora raccimolato nella Summit, ma le sue presatzioni sempre vicine ai 30 lo mettono sotto luci più che luminose.

      E nella Summit occhio anche alle prestazioni di Nate Wolters di South Dakota State e di Dominque Morrison di Oral Roberts.

 

    • Grandi notizie dalla Colonial.Dopo ben un anno ed un mese, gli atleti e gli studenti dell’università di Towson sono tornati ad assaporare il gusto della vittoria, superando i North Carolina-Wilmington Seahawks terminando così un’astinenza che durava da ben 41 partite, ovviamente record di sempre per la Division I.Una specie di premonizione da parte del coach dei Tigers Pat Skerry che, dopo una disavventura casalinga che aveva visto un falco irrompere in casa sua e morire nel tentativo di scappare, aveva visto questo fatto personale come un segnale, come poi avrebbe detto ai suoi assistenti: “The hawk died at my house and now we have to slay the Seahawks!”.

      E’ America anche per questo…

 

  • La passione è la caratteristica che principalmente viene esalatata quando si parla di College Basketball. La passione che vibra negli allenatori, nei giocatori, ma anche nei tifosi, che sono fondamentali a questo livello.Per far capire cosa significa, la Geico ha indotto un contest su Facebook per decidere quale tifoseria regala la migliore atmosfera. Alcune le abbiamo “analizzate” anche in questa pagina, come gli Aggies capitanati da Wild Billo la Silent Night della Taylor University, ma vi consigliamo di dare un’occhiata tutte.Ad esempio, non vorreste mai uscire per 5 falli a casa di North Carolina A&T…

 

(pubblicato da Draftology)

 

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