Sono passati quasi due mesi dall’inizio della stagione NCAA, ed è cominciato ormai da quasi un mese il campionato Pro.

Alla fine l’NBA è partita, e ci siamo fatti un’idea su quali squadre punteranno al titolo, quali lotteranno per i play-off, e chi invece può essere considerato un cantiere a cielo aperto. E se si pensa a ricostruire, quale modo migliore se non partire dal draft?

Già il draft. Il sistema grazie al quale le leghe americane riescono a rimanere equilibrate, il sistema che dà risalto a quel meraviglioso mondo del college e che mette in evidenza i migliori talenti del paese. E allora basta mettere insieme le parole “ricostruzione” e “draft”, per capire che quest’appuntamento, in programma a metà giugno, può essere decisivo per giocatori, allenatori, proprietari e tifosi di ogni franchigia.

Mai come quest’anno, dove i talenti da seguire in NCAA sono davvero tanti, i destini di molte squadre potrebbero essere scritti proprio nel prossimo giugno. E allora andiamo a vedere quali sono i nomi da seguire nelle sfide di Conference, nella March Madness e in ottica NBA, perchè quella del 2012 si prospetta come una delle migliori annate di sempre. Il talento abbonda, e i prospetti di cui parlare sono davvero tanti.

In questa previsione non è semplice partite da un giocatore, il candidato principale alla prossima prima scelta assoluta, e allora, per schiarirsi le idee, quale modo migliore di un giro su internet, e vedere cosa consigliano i mock draft? La ricerca, però, può risultare un buco nell’acqua, ogni sito propone alla numero uno un giocatore diverso. I talenti da presentare sono parecchi, sia per quel che riguarda la prima scelta, sia per le posizioni di lottery.

In questa prima parte esamineremo i quattro candidati alla “first pick”, quelli destinati a diventare presto giocatori franchigia, a partecipare ogni anno all’All-Star Game; quelli attorno al quale costruire la squadra per puntare al titolo.

Harrison Barnes

L’ala piccola di North Carolina poteva essere la prima scelta assoluta anche al draft passato, ma il lockout NBA l’ha spinto a rimanere a Chapel Hill per un’altra stagione. Barnes è il giocatore forse più completo in quest’annata di college; dotato di ottimo atletismo del quale però non sempre si avvale, accontentandosi talvolta dell’ottimo jumper che comunque ha in faretra.

In questa stagione sta viaggiando alla media di 17.6 punti e 5 rimbalzi a partita, tirando il 50% dal campo e il 51% da tre, dimostrazione dell’affidabilità del suo tiro, anche se c’è un mediocre 72% ai liberi da migliorare.

I dubbi sul giocatore sono: la capacità di coinvolgere i compagni, che per un ragazzo del college dotato di gran talento può essere anche normale; la costanza in partita, ogni tanto infatti tende ad uscire mentalmente dalla sfida; e la cattiveria e voglia di vincere, il suo più grande punto interrogativo.

Barnes ha sicuramente il talento per essere il miglior giocatore in questa stagione di NCAA, ed ha inoltre tutto quel che serve per poter essere decisivo anche tra i pro, però deve dare dimostrazione di avere la forza mentale per farlo. E non c’è evento migliore del Torneo per far vedere a tutti che può essere il vero leader di una squadra, magari conquistando il titolo nazionale, prima di sbarcare in NBA.

Anthony Davis

Cresciuto di 20 centimetri in un anno, è passato da giocare guardia ad ala grande in una stagione; Davis possiede (oltre ad un monociglio che ha persino il profilo su facebook) qualità di ball-handling fuori dal comune per un giocatore di 208 centimetri, anche se difetta ancora di fondamentali dal post necessari per un lungo di alto livello, quale può essere.

Il nativo dell’Illinois possiede inoltre innati istinti difensivi (al momento piazza 4.6 stoppate a partita) che lo renderebbero già ora un eccellente difensore anche in NBA. Quest’anno Davis sta viaggiando a 12.7 punti e 10.6 rimbalzi di media a partita ed ha già dimostrato di saper essere decisivo, soprattutto in difesa, nei momenti cruciali del match.

Come nella sfida contro North Carolina quando ha piazzato la stoppata sull’ultimo tiro del match, dando la vittoria ai suoi Wildcats. Quello che separa Davis dall’essere il primo nome chiamato da Stern a giugno è soltanto un arsenale offensivo quantomeno sufficiente, sul quale sta lavorando, con evidenti miglioramenti.

Al momento l’ala grande di Kentucky è il più serio candidato alla primissima scelta, ma da qui a giugno le partite da giocare sono ancora molte, come le possibilità per mettersi in mostra; c’è un torneo NCAA in cui dovrà essere protagonista (Kentucky è tra le favorite) e magari conquistare il titolo prima di fare il grande salto.

Andre Drummond

Il centro degli Huskies è il terzo candidato alla primissima scelta del draft. Come nel caso di Davis la scelta sarebbe in visione prospettica. Come tutti i lunghi, il prodotto di UConn è tutto tranne che completo. Il centro, infatti, non è ancora in grado di essere il giocatore di riferimento della propria squadra, anche per la sua giovane età (è infatti un classe ’93).

Drummond è arrivato al college con l’etichetta di nuovo Dwight Howard ed un anno di anticipo e, dopo qualche partita di adattamento, sta cominciando ad ingranare sia a livello personale sia come intesa con i compagni di squadra. Tutt’ora segna 9.6 punti a partita, cattura 6.7 rimbalzi e piazza quasi 3 stoppate in 26 minuti di utilizzo; il trend è però in continuo miglioramento anche se i risultati di UConn nelle ultime settimane non sono stati eccellenti (2 L nelle ultime 4 partite).

Per Drummond, che per ora ha dichiarato di voler restare un altro anno a UConn, molte delle possibilità di conquistarsi la prima scelta a giugno dipendono dai progressi che farà nel resto della stagione e dal cammino che riuscirà a fare nel torneo con la sua squadra. Infatti Andre è il giocatore attorno al quale potrebbe svoltare la stagione degli Huskies.

Se riuscisse ad integrarsi ed entrare in sintonia con il resto della squadra, mettendo in mostra tutto il suo talento, UConn potrà avere ottime chance di riconquistare il titolo e Drummond di essere il primo a stringere la mano di Stern quando sarà quasi estate, se deciderà di passare pro.

Perry Jones III

L’ultima candidatura a prima scelta assoluta è l’ala piccola al secondo anno da Baylor che è, forse, il giocatore con il talento più cristallino nell’intero panorama collegiale. Jones è dotato di un fisico (210 cm x 100 kg) già fatto e finito per giocare in NBA; può essere pericoloso sia con il tiro in sospensione che in penetrazione, avendo un primo passo micidiale; possiede inoltre buoni movimenti in post ed è un ottimo rimbalzista e discreto stoppatore.

Quel che lascia dei dubbi sulle sue possibilità è la sua mentalità: tende troppo spesso ad essere indisciplinato sul parquet, e talvolta non risulta decisivo nei momenti caldi della partita. Si fosse dichiarato lo scorso anno sarebbe stato senza alcun dubbio la prima scelta però ha deciso di ritornare al college per completare la sua crescita.

Quest’anno ha avuto qualche problema fisico ad inizio stagione e per questo ha saltato alcune sfide; ad ora è sceso 12 volte sul parquet, alternando ottime partite a performance anonime, segnando 13.8 punti di media, tirando il 55% dal campo, il 38% da tre e raccogliendo 7.7 rimbalzi ad ogni allacciata di scarpe.

Le quotazioni di Jones III salgono e scendono, così come le sue prestazioni. Se riuscisse a confermarsi su standard alti, come sicuramente può fare, giocando un torneo da protagonista e trascinando la sua squadra verso le Final Four, le possibilità di essere la prima scelta sicuramente lieviterebbero.

 

Al momento il più serio candidato alla scelta numero uno al prossimo draft è Davis, vista anche la possibile permanenza di Drummond un altro anno al college. L’ala di Kentucky sta riuscendo a mettersi in mostra con ottime prestazioni, dimostrandosi decisivo nei numerosi successi della sua squadra, al momento la numero 2 della nazione. Inoltre Davis ha ampie possibilità di crescita, e tanta volontà nel volersi migliorare.

Barnes garantisce forse più certezze, avendo già dimostrato tutto quello che è in grado di fare sul campo di basket, anche se ha margini di miglioramento minori rispetto al lungo di Kentucky. Il salto di qualità potrebbe arrivare dal punto di vista mentale, caratteristica fondamentale per essere un giocatore franchigia nel mondo NBA.

Jones III può essere l’outsider nella corsa alla prima scelta. Talento e capacità fisiche sono indubbio, la mentalità no. Dovesse migliorare sotto questo profilo nessun obiettivo, sia con la maglia di Baylor sia con una maglia NBA, sarebbe al di sopra delle sue possibilità.

Ma parlando di college basketball non possiamo non prepararci a possibili sorprese. Come detto i giocatori di talento, oltre ai quattro già esaminati, sono tanti, e marzo potrebbe sparigliare le carte in tavola presentando qualche gradita novità.

11 thoughts on “I migliori prospetti dell’ NCAA Basketball (Part. 1)

  1. Bah, Drummond ha ancora tanta strada da fare.
    Io sinceramente tra tutti preferisco Davis e Barnes.
    E comunque ci sono anche molti altri giocatori come Lamb, Zeller Robinson e altri.
    La cosa certa é che sicuramente il draft di quest anno sarà di altissimo livello.

  2. Perry Jones III novello Rashard Lewis? Spero proprio di no, le doti atletiche sono diverse ( a favore di PJIII), così come il tiro (a favore di Lewis), io personalmente lo reputo cazzuto e vincente, deve trovare un sistema e uno staff che lo valorizzi e lo stimoli a dare, senza sfasciare la squadra.
    F.

  3. Un 3 di 2 metri e 10? Non ho seguito molto l’NCAA quest’anno, ma se è forte come dite potrà essere devastante! Se un 2,10 m alza il braccio non lo stoppi più. Ma non è che avete sbagliato l’altezza? Neanche i centri sono così alti.

  4. no no, è tutto giusto, garantisco che jones è alto 2 e 10 ed è sinceramente il giocatore che più mi intriga tra quelli proposti..dà l’idea di poter spaccare il mondo…..se solo lo volesse

    ma in ogni caso oltre a questi 4 ce ne sono anche altri su per giù dello stesso livello

  5. Sì, ma lo vuole spaccare?
    Jones è quello più intrigante sicuramente, ma i suoi continui momenti di buoi sono un allarme chiaro per le squadre Nba…

  6. Perry jones non ha mai giocato a Baylor un solo minuto da 3, gioca 4 in pianta stabile e gli è occasionalmente capitato di fare il pivot. Mi ricordo che c’era qualcuno che lo paragonava a Mcgrady, probabilmente senza mai averlo visto giocare… talento 5 stelle ma l’attitudine al lavoro e la testa destano parecchi dubbi.

  7. ovviamente non gioca da 3, ma ha tutte le caratteristiche e le skills di un 3 (ball handling, 1vs1, tiro da fuori)..è chiaro che a baylor gioca da 4 e da 5

    è interessante pure l’altro talento di baylor, quincy miller, solo che finora sembra un po’acerboe non ha rispettato le aspettative

  8. Bé se vogliamo parlare di puro talento accompagnato da una testa di cazzo allora nn si può dimenticare Terrence Jones Kentucky

  9. sullinger nn è preso in considerazione??? nn sarà la prima ma di sicuro tra le prime 5!!!

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