Marcus Jordan (sì, il figlio di QUEL Jordan)

Settimana turbolenta quella appena passata. Mentre tante squadre si guardano e si ammirano in vista dei mesi più caldi, c’è chi invece deve fare i conti con sconfitte inaspettate tali da puntare riflettori non piacevoli fin da subito.

 

    • I primi a cadere sono stati i campioni uscenti di Connecticut, caduti alle Bahamas sotto i colpi di una UCF che oramai è abbonata a sorprese di questo tipo se consideriamo lo scherzetto fatto lo scorso anno a Florida sempre all’alba della stagione. Gli Huskies non sono riusciti a tenere la serata di Marcus Jordan (sì, figlio di QUEL Jordan) e Keith Clanton, facendosi rimontare di ben 17 punti negli ultimi 4 minuti e lasciata a se stessa da Jeremy Lamb ma soprattutto da Shabazz Napier che si sta dimostrando il vero ago della bilancia della squadra di Calhoun.

 

    • Giusto per mettere un po’ di poesia nella partita di cui sopra, Marcus Jordan (sì, sempre il figlio di QUEL Jordan) abbia messo i tiri liberi decisivi al grido di “This shot is in your blood, man” da parte di un non precisato compagno. Un ragazzo con poco peso sulla spalle, insomma.

    • Non ancora digerito il passo falso di UConn, ecco che da Las Vegas arriva un altro discreto fulmine a squarciare la monotonia delle prime settimane di gioco. In questo caso la vittima si chiama North Carolina e la sconfitta fa rumore perchĂ© era dal 2006 che una n°1 del ranking non abdicava così presto.
      UNLV ha costretto North Carolina ad andare continuamente da Tyler Zeller che, nonostante sia uno dei migliori big man della nazione, ha faticato contro una difesa preparata a menadito su di lui costringendolo a forzare tiri o situazioni senza dare modo ad altri di potersi mettere in ritmo in attacco, mentre Chace Stanback lavorava benissimo su un Harrison Barnes che dal secondo quarto ha dovuto giocare con un brutto problema alla caviglia. Ma il vero problema è sembrato Roy Williams, incapace di volgere la gara a suo favore.
      E mentre UNLV entra prepotente nel ranking con il biglietto numero 18, UNC cerca di riemergere nella partita di sabato contro la nuova numero 1, la Kentucky di John Calipari.

 

    • Due considerazioni anche sulle prestazioni singole della partita tra UNLV e North Carolina.
      La prima è che Kendall Marshall al momento è il miglior passatore di tutto il panorama collegiale. Non parlano solo le cifre, è incredibile il modo ed i tempi con cui rifornisce i suoi compagni e la velocità con cui connette cervello e mani.
      La seconda riguarda Mike Moser (transfer da UCLA), già nominato la scorsa settimana, che se continua di questo passo può farsi un bel nome in vista del prossimo draft. E’ incredibile come un giocatore ancora molto grezzo, sia tatticamente che tecnicamente, possa mettere su cifre del genere con quella semplicità. Ed a Westwood si mangiano le mani.

 

    • Finalmente il calendario inizia a farsi realmente interessante ed in questi due giorni si è svolta la ACC/BigTen Challenge che ci ha regalato un’interessantissima Duke – Ohio State.
      O almeno, interessante lo era fino a che non c’è stata la palla a due. Da quel momento infatti c’è stato un predominio di Ohio State che ha tolto ogni respiro alla squadra di Coach K, vittima di un parziale iniziale di 11-0, poi recuperato e subito ancora una volta che ha segnato un vero solco tra le due squadre.
      Anche qui abbiamo una gran gestione della gara da parte di Thad Matta che ha tarpato le ali al supporting cast dei Blue Devils, sfruttando la grande vena di Austin Rivers in fase realizzativi ma elevandone la scarsa propensione al playmaking. Proprio questa caratteristica è inedita per Krzyzewski, che negli ultimi anni ha sempre avuto a che fare con registi con punti nelle mani ma che erano anche distributori.
      Per i Buckeyes ottimo Jared Sullinger contro una difesa fisica modello Nba (quest’anno avrà molti occhi addosso proprio contro avversari del genere), William Buford che al momento sta confermando tutte le aspettative pre-stagionali, e Deshaun Thomas, giocatore inside-out con grosse ambizioni da arma tattica fondamentale per l’annata.

 

    • Alcuni flash dalle altre partite del ACC/BigTenChallenge.
      A sorpresa Michigan cade contro Virginia tradita da un altro figlio d’arte, Tim Hardaway Jr… ma rimangono una squadra da tenere d’occhio, soprattutto a marzo.
      Boston College ed Iowa si contendono il primato come peggior squadra tra le power conference, anche se nella SEC  South Carolina chiede giustizia.
      Se mi chiedete quale prendo tra i due Zeller, io mi fondo senza remore sul piĂą piccolo, Cody, che sta facendo onde a Indiana mostrando una versatilitĂ  paurosa per un lungo con quei cm e quelle mani.
      North Carolina State ha tanto talento in squadra, oltre a CJ Lesile date un’occhiata a Lorenzo Brown, point-guard vicina ai due metri che rischia di avere un potenziale assai elevato.
      Illinois è molto sottovalutata a causa della partenza di 3/5 del quintetto, ma il transfer di Sam Maniscalco ed i continui miglioramenti di Meyers Leonard chiedono molta, molta attenzione.

 

    • Chiusa questa parentesi, stasera parte la SEC/BigEast Challenge, che nei prossimi giorni ci regalerĂ  partite come Florida-Syracuse e Vanderbilt-Louisville.
      Non dimentichiamo inoltre che è la Jimmy V Foundation Week, fondazione dedicata alla ricerca sul cancro intitolata alla memoria dell’ex-coach di North Carolina State, il grande Jim Valvano.
      E se non avete mai visto questo video, non perdete occasione di farlo.

 

    • Brutte notizie da Minnesota e Notre Dame, Trevor Mbakwe e Tim Abromaitis chiudono anticipatamente la stagione a causa dello stesso infortunio: lacerazione del legamento crociato anteriore.
      Per Mbakwe una tegola visto che puntava forte ad un posto nel draft 2012, mentre per l’ala dei Fighting Irish la situazione è peggiore perchè aveva sofferto già in passato la stessa cosa (è un 5th year senior) e la sua carriera è a forte rischio.

 

    • Chi invece è tornato benissimo da un infortunio simile è Robbie Hummell.
      Dopo aver saltato tutta la scorsa stagione, frantumando i sogni di gloria di un titolo nell’ultimo anno suo, di E’Twaun Moore e JaJuan Johnson, l’ala è tornata in gran forma e nelle prime partite  sta trascinando i Boilermakers con il solito contributo di leadership, intelligenza e talento.
      In pochi si aspettavano un tale impatto sin da subito, ed ora la squadra di Matt Painter diventa un cliente pessimo per chiunque.

 

    • Iniziamo a dare il giusto credito alla Mountain West Conference.
      Dopo la partenza di giocatori come Jimmer Fredette e Kahwi Leonard, e il cambio di destinazione da parte di BYU e Utah (rispettivamente WCC e Pac-12), sembrava che la Conference dovesse tornared agire da midmajor.
      Ed invece, complici le aspettative di UNLV e New Mexico e il buon inserimento di Boise State, la MWC ha mantenuto interesse.
      E la rivoluzionata San Diego State si è presa vittorie importanti in casa di Arizona e UCSB e contro Long Beach State, USC, oltre ada andare vicina a battere anche la rivelazione Creighton. Diamo a Steve Fischer quello che è di Steve Fischer, invece di riportare sempre a galla la storia dei Fab Five quando si fa il suo nome.

 

  • Pensate di avere un brutto look? Non preoccupatevi che c’è chi è messo peggio.
    Luke Winn di SI.com come tutti gli anni ha raccolto in un articolo tutto il peggio del trash che si vede sui campi di basket della Ncaa, dal monociglio di Anthony Davis alle capigliature di Jesse Perry e Khem Birch.
    Il mio vincitore quest’anno è Matt Stainbrook, con grosso margine sugli altri…

 

(pubblicato anche su Draftology)

 

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