Tyler Thornton, match-winner a sorpresa di Duke

    • Come ogni anno il Maui Invitational si conclude con tutte le attenzioni che merita. Gran seguito, gran pubblico e grande spettacolo anche sul campo.
      Per chiudere al meglio la grande settimana dovuta alle 903 vittorie di Coach K, Duke non si è fatta pregra e e da grande favorita si è portata a casa il Torneo in una finale al cardiopalma contro la Kansas di Bill Self. Ovviamente siamo in Ncaa e l’eroe per un giorno è sempre dietro l’angolo e stavolta si chiama Tyler Thornton.
      Il sophomore fino a ieri aveva messo un solo tiro dal campo nelle prime 5 partite dei Blue Devils garantendo la solita difesa ed energia ogni volta che mette piede sul parquet. Il conto stanotte è arrivato a tre, ma con quei due tiri (tra cui uno incredibile alla sirena dei 36) ha consegnato la vittoria n° 907 a Krzyzewski e la 7a stagionale a Duke.
      Thornton chiude così il gran lavoro fatto in precedenza dall’accoppiata Autin RiversMason Plumlee, con quest’ultimo che ha mostrato ancora una volta quanto sia progredito in ua sola estate.
      E’ giusto però dare atto della grande partita formata dai Jayhawks, con Self a costruire ancora una volta una squadra compatta, forte e lunga ma che deve sempre fare i conti con le scriteriate scelte di Tyshawn Taylor (11 palle perse nella gara conclusiva)

    • Altre piccole veloci dalle Hawaii.
      A Michigan giocano sempre una bella pallacanestro ed il freshman Trey Burke rischia di essere uno dei freshman rivelazione di quest’annata visto come si integra con il basket di Beilein e come attacca gli spazi, stay tuned.
      Memphis se non prova a rimettere a posto un pò di difesa interna ed inizia a capire quando giocare contro la zona rischia di fumarsi tutto quel talento offensivo di cui dispone.
      Georgetown, zitta zitta, non è così al palo come ci si aspettava.
      UCLA ha ancora a che fare con la grana Reeves Nelson, stavolta reo di aver perso il volo della squadra. Mister Howland, vista la brusca partenza della Pac-12 le consiglierei di serrare le fila.

 

    • Appunto, la  Pacific-12. Vero che dare un’occhiata ora, dopo al massimo 6 partite disputata da ogni squadra, è un po’ prematuro per dare una qualsiasi forma di giudizio ma è alquanto sorprendente che ci sia Stanford ora con il miglior record, ancora imbattuta.
      California? Disintegrata dalla nuova versione della 40 minutes of Hell di Missouri targata Frank Haith.
      Washington? Inciampata a Saint Louis in un campo alla portata.
      Arizona? Mississippi State al Madison e San Diego State a Tucson sono uscite vincitrici.
      UCLA? Record 1-4, vedi sopra, vedi pezzo settimanale scorso.
      Doveva essere la stagione della rinascita della Conference, direi che l’operazione è partita maluccio.

 

    • Ah, Jabari Brown di Oregon, uno dei freshman piĂą promettenti della Conference ha lasciato il programma dopo solo 2 partite. Ancora meglio.

 

    • Lo scorso anno ci eravamo lasciati da Alabama con grandi speranze. Meritavano un posto tra le 68 del Torneo ma gli preferirono VCU con molti dubbi del sottoscritto, che però poi s’inchinò al modo in cui la band di Shaka Smart onorò la presenza.
      Quest’anno però i Crimson Tide non vogliono prendere parte al NIT, il torneo di post-season secondario, ma vogliono entrare a far parte della vera March Madness e nelle prime partite hanno dimostrato anche di poter essere dei clienti alquanto scomodi.
      La squadra è allenata egregiamente da Anthony Grant, giovane coach con idee tattiche interessanti da entrambi i lati del campo, che dallo scorso anno si porta dietro la spina dorsale formata dalla leadership offensiva di JaMychal Green, dal versatilone Tony Mitchell e dalla guida di Trevor Releford. A questi ha aggiunto due freshman utili sul fronte offensivo con Trevor Lacey e da quello difensivo con Levi Randolph, e la solidità del settepiedi Carl Engstrom che sotto canestro garantisce intimidazione, lavoro sporco e rimbalzi.
      Gli ingredienti sembrano esserci tutti, ed infatti nella SEC Vanderbilt e Florida non dormono certo sonni tranquilli.

 

    • Parlando di mid-major, si segnalano le partenze a rilento anche delle due cinderella dello scorso anno, VCU e Butler.
      Sono due squadre che sono state smantellate dei loro migliori giocatori, basti pensare a Matt Howard, Jamie Skeen, Shelvin Mack e Joey Rodriguez, ma che sembravano potessero recuperare grazie ai buoni sistemi attuati dai giovani rampanti Shaka Smart e Brad Stevens.
      VCU non riesce a giocare alla stessa maniera mostrando ogni volta quanto mancano le scelte e l’imprevedibilità del piccolo Rodriguez sin dall’inizio delle azioni, mentre Butler sembra aver perso la sua vena difensiva e in attacco piange l’assenza di un risolutore come erano Mack ed Howard.
      Anche qui però non ci permettiamo di dare giudizi definitivi, anche perché Butler lo scorso anno ebbe una partenza in sordina tale e quale a questa.

 

    • Parliamo anche delle sorprese ed in questa categoria ci troviamo tranquillamente Iona, che dopo le belle cose mostrate al Puerto Rico Tip-Off si candida come team da seguire nell’infinito mondo delle mid-major.
      Hanno messo in difficoltà Purdue ed hanno battuto agevolmente Maryland, grazie alla asfissiante press che già in queste prime partite ha forzato molte palle perse. Inoltre hanno talento in attacco con Lamont Jones, di cui ricorderete le gesta in coppia in coppia con Derrick Williams al Torneo scorso, Michael Glover e Scott Machado, che in queste prime 4 partite gira a quasi 13 assistenze ad allacciata… e nell’ultima ha condito la prestazione con 33 punti.
      Altro Cinderella-alert è Creighton, girano la palla in maniera divina guidati dai due McDermott, Greg in panchina e Doug in campo. Ovviamente sono padre e figlio.

 

    • I numeri di Jimmer Fredette sono difficilmente raggiungibili, ma sembra che la Mountain West con le statistiche abbia un certo un feeling, basta dare un’occhiata alle prime cifre di Mike Moser a UNLV: 16+20r all’esordio, 19+9r+5a alla terza e un 23+17r+6a+5st in quella successiva.
      Peccato non ci sia un fantabasket per la Ncaa, sarebbe stato sicuramente la mia prima scelta.

 

    • Segnalo il pezzo di Andrea Beltrama su Dailybasket, in questo caso in veste di opinionista. La miglior penna sul College Basketball in Italia, senza replica.

 

  • Questa settimana è stato battuto il record di punti realizzati da un singolo giocatore in Ncaa. Ad abbattere questo muro sono stati gli 89 punti di Griffin Lentsch, guardia junior del Grinnell College di Division III.
    Ora magari chi ha letto il Black Jesus di Federico Buffa avrà già trovato un nome conosciuto, infatti il Grinnell College non è altro che la scuola dove allena Dave Arsenault, l’inventore di “The System”.
    Vi riporto testualmente dal libro le regole di Arsenault sul sistema:
    1) La mia squadra deve prendere almeno 94 tiri a partita, di cui la metĂ  da tre
    2) I nostri avversari devono perdere almeno 32 palloni
    3) Dobbiamo prendere almeno 30 tiri piĂą di loro
    4) Dobbiamo segnare in occasione di almeno un terzo dei nostri errori perciò servono una valanga di rimbalzo d’attacco
    5) L’ideale nostra situazione è -10 a dieci minuti dalla fine
    6) Per onorare questi 5 sacramenti bisogna che i giocatori non stiano in campo piĂą di 2 minuti e mezzo per volta
    Ecco a voi il Sistema signori miei e vedrete che segnare 89 punti in partita non sembra così fuori dal mondo…. Almeno in Division III.

 

(pezzo pubblicato anche su Draftology)

 

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