Jared Sullinger, il freshman sensazione di Ohio State

Dopo quasi tre mesi dall’inizio del campionato NCAA siamo entrati nel vivo della stagione, nel pieno delle sfide di conference, che stanno delineando i profili delle principali candidate alla vittoria finale.

Analizziamo ora, tramite una veloce carrellata, i team più “caldi” in questo momento decisivo della stagione.

1.Ohio State (21-0, 8-0) – Big Ten

Percorso ancora netto per Ohio State, che resta l’unico team in tutta la nazione ancora imbattuto. I Buckeyes si dimostrano un team estremamente completo ed equilibrato, con Sullinger protagonista assoluto.

Il freshman figlio dell’Ohio guida un’annata di recruiting ricca di talento e personalità, con la point guard Aaron Craft e l’ala Deshaun Thomas a fare da contraltare.

Nella recente sfida contro Illinois proprio Craft e Thomas sono stati decisivi, il primo annullando letteralmente con le sue lunghe leve Demetri McCamey dal campo, il secondo fornendo un contributo importante sul piano dell’energia e della qualità.

I miss match ed i raddoppi generati da Sullinger, uniti alle sue capacità di passaggio, aprono delle autostrade per Buford e comodi tiri dall’arco per Lighty e Diebler, con la conseguente difficoltà per gli avversari di definire un’efficace strategia difensiva.

Il limite di questo team appare la profondità delle rotazioni, che alla lunga potrebbe contare, specie a Marzo, quando dovranno affrontare  diversi incontri a distanza ravvicinata.

2. Duke (6-1, 19-1) – ACC

La sconfitta subita dai blue devils contro Florida State ha interrotto una striscia consecutiva che durava dalla scorsa stagione, ed ha sancito la caduta di Duke dalla prima posizione di tutti i ranking stagionali.

L’infortunio patito da Irving ha limitato il potenziale offensivo dei ragazzi di coach K, compensato tuttavia parzialmente da un Nolan Smith in formato All-American. Il back court di Duke resta uno dei più profondi e talentuosi di tutta la nazione, che fa dei blue devils un team dalla spiccata trazione posteriore.

Alcune perplessità e dubbi derivano dalla pericolosità offensiva sotto canestro, con i fratelli Plumlee, soprattutto, Mason, efficaci in difesa ma poco incisivi in attacco. In particolare per Mason appaiono evidenti i limiti nell’arsenale di movimenti spalle a canestro, dove avrebbe l’atletismo necessario per essere dominante nel panorama NCAA.

Dopo la sconfitta patita in Florida si sono viste delle ottime prove dei 3 sophomore Dawkins, Curry e Kelly, con Duke a riprendere il filo conduttore che porta innanzitutto alla vittoria della regular season della ACC. In attesa di scoprire se Irving riuscirà a recuperare dall’infortunio in tempo per la March Madness, Duke resta comunque una delle favorite alla vittoria finale, ma insieme ad un paniere di altre squadre e non più per distacco.

3. Pittsburgh (19-2, 7-1) – Big East

Dopo la sorprendente sconfitta subita contro Tennessee i panthers avevano ripreso con decisione a macinare gioco e risultati iniziando con un filotto di sette vittorie consecutive la regular season della Big East, vincendo autorevolmente alcuni scontri al vertice, contro UConn e Syracuse.

A sorpresa, poi è arrivata la prima sconfitta, per giunta casalinga, contro un avversario di conference, Notre Dame,  team temibile, per esperienza e solidità.

Le prossime sfide in programma in calendario, contro Rutgers, Cincinnati e West Virginia, saranno utili per Pittsburgh per ritrovare fiducia e ribadire ancora più autorevolmente il primato della Big East, in attesa dello scontro con Villanova, fissato per il 12 Febbraio.

La forza del team di Dixon sta nell’esperienza e nella profondità delle rotazioni, che rendono i Panthers uno dei team più imprevedibili, ma allo stesso tempo più quotati, sulla strada del titolo nazionale. Su tutti Brad Wanamaker incarna lo spirito della squadra, con il suo gioco fatto di intangibles, energia ed intelligenza, una pallacanestro a 360 gradi.

4. Connecticut (17-2, 5-2) – Big East

Se pensiamo che Connecticut, nei ranking prestagionali, era esclusa dai migliori 25 team della nazione, possiamo renderci conto di quanto sia sorprendente trovare gli Huskies in questa posizione a questo punto della stagione, nel pieno della regular season della conference più competitiva di tutto il paese.

I ragazzi di Jim Calhoun hanno preso lo scalpo, nel corso della stagione, di team molto quotati come Michigan State, Kentucky, Texas, Tennessee e Villanova, perdendo solo contro una corazzata come Pittsburgh e un team solidissimo come Notre Dame, peraltro entrambe le sconfitte maturate in trasferta.

Questo percorso così sorprendente da parte di UConn trova la principale ragione nell’esplosione di rendimento da parte di Kemba Walker, nonostante le sue percentuali siano scese sensibilmente rispetto ad inizio stagione. Il newyorkese sta infatti dimostrando delle grandi doti da clutch player, prendendo in mano la squadra nei momenti finali di match decisi sul filo del rasoio, su tutti gli scontri contro Texas e Villanova.

Inoltre una seconda importante ragione sta nel rendimento di tre freshman, Shabazz Napier in cabina di regia, Jeremy Lamb sul perimetro e Roscoe Smith sotto canestro. Tutti e 3 stanno avendo minutaggi importanti ed offrendo un ottimo contributo in termini di maturità e produzione offensiva, aprendo scenari interessanti anche per la prossima stagione, che vedrà la partenza di Walker verso i pro.

5. Texas (17-3, 5-0) – Big 12

La partita disputata alla Allen Fieldhouse da parte di Texas lo scorso sabato ha ribadito ulteriormente come quest’anno i Longhorns siano un team molto più solido e continuo della versione 2009/2010.

Il cambio in cabina di regia tra Bradley, finito in NBA a Boston, e Joseph, si è dimostrato vantaggioso sia sul piano del talento che dell’utilità, con il canadese spesso decisivo e lucido nei finali punto a punto. Inoltre, la partenza di Pittman e James è stata compensata dall’esplosione di rendimento di Jordan Hamilton, giocatore eclettico e multidimensionale e dall’arrivo di un altro freshman canadese di grande talento come Tristan Thompson.

L’ultima sconfitta di Texas è avvenuta ad inizio gennaio, all’overtime contro un team in forma come UConn ed un Walker in formato superman, da quel momento in poi i ragazzi di Barnes hanno fatto percorso netto ed ora sono imbattuti nella Big12, dopo aver ottenuto vittorie importanti e significative contro Texas A&M e Kansas. Quest’anno anche i texani possono dire la loro per un approdo alle final four.

Menzione d’onore

San Diego State (20-1, 5-1) – MWC

Gli uomini di Steve Fisher cadono a Provo contro l’altra “grande” della MWC, BYU, sotto i colpi di un Fredette da 43 punti, perdendo l’imbattibilità dopo 20 W consecutive. Nonostante questa sconfitta S. Diego State resta uno dei team più in forma di tutto il panorama NCAA, forte di una presenza importante nel pitturato con Thomas e soprattutto con Kawhi  Leonard, vero motorino di energia ed autentico “animale da pitturato”.

Nel ruolo di ala giostra un altro giocatore dalla fisicità sviluppata come Billy White, mentre il compito di colpire dall’arco è riservato a DJ Gay e Chase Tapley. Gli Atztecs hanno dimostrato una buona personalità in trasferta, vincendo nel famigerato “The Pit” campo casalingo di New Mexico e si candidano legittimamente ad una seed elevata al prossimo torneo, con buone possibilità di raggiungere quantomeno le sweet 16.

BYU (20-1, 6-0) – MWC

I Cougars hanno aggiunto un’importante tassello per assicurarsi la regulars season nella MWC vincendo lo scontro diretto contro S. Diego state, nello scontro più importante della storia della conference.

Se non fosse per una sconfitta contro UCLA all’inizio della stagione BYU avrebbe fatto percorso netto e sarebbe, insieme ad Ohio State, il solo ateneo imbattuto di tutto il panorama collegiale. I numeri raccolti da “The Jimmer” Fredette, autore di una prova da 43 punti contro gli Atzecs, stanno ingolosendo molti scout al piano di sopra e fanno aumentare notevolmente le quotazioni dell’ateneo dello Utah, con Fredette a seguire le orme di Danny Ainge.

BYU, come S.Diego State ha delle serie velleità di conquistare una seed importante al torneo e concorre per fare molta strada durante lo stesso, forte di una rotazione profonda ed equilibrata, trascinata dalle imprese del top scorer della Division I.

Kansas (19-1, 4-1) – Big 12

Paradosso: Kansas aveva dato impressione di maggiore solidità quando non poteva schierare il freshman sensazione Josh Selby, che nonostante le discrete cifre raccolte finora, sembra incidere molto meno del preventivato, quasi seguendo le orme dell’altro grande nome di questa recruiting class, Harrison Barnes.

I Jayhawks hanno subito una sola sconfitta in questa stagione, la settimana scorsa contro Texas, ma non hanno mai dato l’impressione di avere la solidità necessaria per competere per l’obiettivo finale, il titolo nazionale.

Nonostante l’ottimo rendimento dei gemelli Morris, ed un organico molto profondo e di talento infatti i ragazzi di Self sembrano essere un passo indietro rispetto alle principali favorite, lo dimostra il fatto che alcune vittorie contro team nettamente inferiori come Nebraska o Michigan siano maturate nel finale e con scarti risibili.

Selby doveva essere la ciliegina sulla torta, l’arma finale per tentare l’assalto al titolo per un team che invece rischia di essere una grande incompiuta. Probabilmente il prossimo mese sarà decisivo in questo senso.

3 thoughts on “NCAA Basketball: ranking e temi caldi

  1. Ottimo articolo, complimenti. La March Madness si avvicina, e sale anche la febbre verso questo grande evento…mi sembra che, anche per quest’anno, i motivi di interesse e l’incertezza non mancheranno!

  2. Concordo col ranking anche se, per organico, io Kansas fuori dal podio non riesco proprio a vederla; mi riesce difficile immaginare una Pittsburg o una UConn trionfare ad Aprile.

  3. Beh sicuramente è stata una provocazione da parte mia metterli fuori dalla top 5 dopo la scoppola rimediata da Texas, si trattava di una posizione legata al momento negativo e alla brutta impressione datami. Sono comunque una delle top 5 e oggettivamente superiori a UConn..li vedo sullo stesso piano di Pitt e Texas, un filo sotto Ohio State e Duke, nonostante la sconfitta subita a Ny. Hanno comunque chance da titolo ovviamente.
    Quest’anno più di altri anni, regna l’incertezza su una favorita assoluta, per quanto Ohio state stia guadagnando sempre maggior credito.

    Scritto l’articolo nel weekend Kansas gioca una super partita nel “derby”, Duke prende una rullata, UConn e BYU perdono..bene ma non benissimo…

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