Anno nuovo, 7for7 vecchio. Ma non inteso come stantio oppure obsoleto, bensì nel senso che domani 8 Gennaio 2019 questa rubrica compie ufficialmente il suo primo anno di vita: 365 giorni di news sul basket NBA abbinate ad una collezione di scempiaggini colossali con una decisa propensione per le seconde. Noi due padri putativi (io e Andrea Cassini) siamo orgogliosi della nostra creatura come Victor Frankenstein lo era del suo amabile pupetto e per festeggiare il lieto evento abbiamo concordato che le notizie di questa settimana debbano essere ancora più sceme del solito. Sicuri che apprezzerete il pensiero, cominciamo subito.

 

LUNEDÌ 31 DICEMBRE – BORN TO RUN

A quanto pare negli Stati Uniti non va particolarmente di moda il vecchio adagio: “Chi si loda s’imbroda” e il 2018 si è chiuso con una serie di umilissimi self-endorsements da parte di alcune stelle della NBA:

  • LeBron James ha dichiarato che la vittoria nelle Finals del 2016 lo ha reso indiscutibilmente “il giocatore più forte di tutti i tempi
  • Kevin Durant ha detto che ha tanti detrattori perchè è “dannatamente forte a giocare a basket
  • Russell Westbrook ha affermato di essere contemporaneamente “il miglior rimbalzista, passatore e difensore al mondo nel suo ruolo

Peccato che il piccolo tifoso dei Pacers C.J. non sia ancora in grado di parlare, altrimenti probabilmente anche lui avrebbe proferito un roboante “I’m the fastest baby-boy on the planet” dopo aver stracciato gli avversari nella iper-competitiva gattonata organizzata da un event manager degli Indiana Pacers che probabilmente aveva terminato le idee dignitose un paio di stagioni fa. Mentre gli altri bimbi rimanevano impalati come dei bradipi ai nastri di partenza, il prode CJ si è lanciato in una fuga solitaria verso la vittoria finale senza mai guardarsi indietro. Ad attenderlo le braccia amorevoli della mamma e l’imperitura gloria in saecula saeculorum. Beccati questa De’Aaron Fox.

Only. In. America.

 

MARTEDÌ 01 GENNAIO – PUSH DEFENSE

Fosse una puntata normale forse (ma forse) oggi parlerei della partita più interessante della notte, quella tra Clippers e 76ers terminata con la vittoria di Philadelphia per 119 a 113. Partita all’interno della quale ci sono stati diversi litigi tra avversari (Joel Embiid vs Patrick Beverly + Jimmy Butler vs Avery Bradley) e tra compagni di squadra (Joel Embiid vs Ben Simmons), ma soprattutto la perfida giocata da campetto con cui Simmons ha umiliato Sindarius Thornwell nel finale della partita.

Ma siccome vi ho già detto che si tratta di una settimana speciale preferisco mostrarvi questo capolavoro di Mason Plumlee, che nel maldestro tentativo di dirigere il traffico difensivo ha assestato un ben poco gentile spintone nella schiena del povero Malik Beasley facendolo praticamente finire con il culo per terra. Da apprezzare l’applicazione difensiva del buon Plumlee, anche se magari si potrebbe rilevare che cotanto sforzo avrebbe potuto essere diretto a marcare il suo diretto avversario (Mudiay), che ha potuto invece approfittare del parapiglia per appoggiare al ferro indisturbato.

Insomma, ti ho detto di andare di là!!!

 

MERCOLEDÌ 02 GENNAIO – IF YOU SMELL WHAT GIANNIS IS COOKIN’

I Milwaukee Bucks sono l’elite della NBA. Pronunciare questa frase fino a pochi mesi fa avrebbe probabilmente portato ad un TSO obbligatorio, ma oggi è semplicemente la pura e semplice verità. I cerbiatti del Wisconsin stanno letteralmente dominando gli avversari (miglior Plus/Minus, miglior Offensive Rating, miglior Net Rating, miglior True Shooting Percentage, miglior Player Impact Estimate e se volete vado avanti ancora per circa un quarto d’ora) trascinati dalle prestazioni di un Giannis Antetokounmpo che al momento viaggia all’impressionante ritmo di 26.3 punti, 12.6 rimbalzi e 6.3 assist ad allacciata di scarpe.

Merito sicuramente dei suoi progressi tecnici (arrivati anche grazie al supporto estivo di Kobe Bryant) ma anche dello sviluppo fisico avuto dal Greek Freak negli ultimi anni, che gli permette di dominare a centro area come pochi altri sono in grado di fare. Sono quasi 150 le schiacciate già messe a segno in questa stagione da Giannis (che è in lizza con Gobert e Capela per il primo posto assoluto in questa categoria) e la sua percentuale nei pressi del ferro supera il 75%.

Antetokounmpo in questo momento si sente talmente forte da aver sfidato, assieme al compagno di squadra Pat Connaughton, il grande The Rock ad una gara di sollevamento pesi. Nei giorni successivi ad un giornalista che gli ha chiesto cosa succederebbe in un ipotetico match di wrestling tra i due Giannis ha risposto: “I’d kill him“. Personalmente piuttosto che fare a botte anche con The Rock (anche per finta) mi rinchiuderei a vita in un monastero di clausura, ma contento lui…

C’è ancora del lavoro da fare ma Giannis è decisamente sulla buona strada

 

GIOVEDÌ 03 GENNAIO – ALL HEART GAME

Nella notte dell’atteso ritorno di Kawhi Leonard a San Antonio (accolto bene ma non benissimo dal pubblico di casa ma abbracciato da Popovich a fine partita) e della partita fino ad oggi più bella dell’intera regular season NBA tra i Golden State Warriors e gli Houston Hardens (vinta dal Barba con un canestro allo scadere condito da un bel “motherfu**er” sibilato in faccia al buon Draymond Green) non posso esimermi dal commentare il risultato del primo ballot per l’All Star Game 2019 di Charlotte. Mentre è abbastanza normale (per quanto possa essere “normale” che un greco sia il secondo giocatore più votato in assoluto) vedere LeBron, Antetokounmpo, Curry e Irving ai primi quattro posti, di certo il complesso delle preferenze dei fan ha presentato diverse sorprese.

Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che queste votazioni non rappresentino un giudizio di merito sul valore dei giocatori e/o delle loro prestazioni ma un semplice referendum sull’affetto del pubblico. Per questo mi fanno abbastanza ridere i commenti di quelli che etichettano come “scandaloso” o “è una pagliacciata” il fatto che al momento Dwyane Wade e Derrick Rose partirebbero titolari negli spot di guardia lasciando a sedere gli ultimi due MVP (Harden e Wesbrook) e altri top-player del calibro di De Rozan, Thompson, Lillard, Simmons, Oladipo o Walker.

Non possiamo semplicemente accettare che ci sono giocatori che per le loro storie (Wade è all’ultimo anno di carriera e Rose è protagonista di una delle comeback stories più belle della recente storia NBA) abbiano un posto speciale nel cuore dei tifosi? Sinceramente chissenefrega se Tizio ha fatto più punti di Caio o se Sempronio sta trascinando una massa di scappati di casa nelle zone alte della classifica. Per riconoscere il valore sul campo ci sono i playoff ed eventualmente i premi individuali di fine stagione, mentre l’All Star Game è semplicemente una festa organizzata per i tifosi e come tale gli stessi tifosi hanno il diritto di invitare un po’ chi gli pare.

Ah, in tutto questo non vorrei che sfuggisse il fatto che ci sarebbe un certo giocatore sloveno a nome Luka Doncic che al momento partirebbe titolare tra le ali dell’Ovest al posto di Anthony Davis e Paul George. Nel qual caso sarebbe solamente il sesto rookie nella storia della competizione a farlo (2003 Yao Ming, 1995 Grant Hill, 1993 Shaquille O’Neal, 1985 Michael Jordan, 1982 Isiah Thomas gli altri cinque) ed essendo la Slovenia abitata in tutto da un paio di milioni di persone (mica un miliardo come i cinesi…) mi sembra che la cosa sia particolarmente indicativa dell’impatto che stia avendo il suddetto ragazzo nella psiche degli appassionati di basket di tutto il mondo.

Quanto amore in queste prime votazioni…

 

VENERDÌ 04 GENNAIO – FEAR THE BEARD

Del clamoroso momento di forma che sta attraversando James Harden ne abbiamo già parlato nelle precedenti puntate di 7for7. L’MVP in carica non pare particolarmente intenzionato a mollare lo scettro tanto facilmente e nelle ultime 11 gare (9 vittorie) sta viaggiando a 39.6 punti, 6.3 rimbalzi e 8.9 assist di media. Dall’infortunio di CP3 in poi Harden si è letteralmente caricato in spalla la sua franchigia e sta scalando a suon di step back la classifica della Western Conference, il tutto dopo una partenza da 11W e 14L che aveva fatto gridare i più (tra cui il sottoscritto che notoriamente in queste cose non ci prende mai) ad una crisi irrecuperabile.

Siccome i Lakers al momento non godono della stessa onda positiva e in contumacia del loro Re non sembrano più in grado di mantenere un ritmo da playoff (una vinta e cinque perse dallo stop di LeBron per il problema all’inguine), pare che dalle parti di El Segundo stiano cercando di studiare soluzioni alternative per rimettersi in carreggiata. Se qualcuno fa circolare voci sempre più insistenti su una possibile trade per arrivare ad Anthony Davis, Kyle Kuzma avrebbe pensato ad una barba posticcia che secondo lui potrebbe permettergli di guadagnare qualche fischio a favore in più da parte di quelli in grigio. Visto così mi sembra più probabile che si guadagni un’ispezione supplementare al controllo passaporti in aeroporto, ma lui è ovviamente libero di fare il suo tentativo.

Favorisca i documenti, prego.

 

SABATO 05 GENNAIO – TROLLIN’ KAWHI

Nella notte in cui Zion Williamson (lo so, ancora non gioca in NBA ma dobbiamo pazientare ancora solo per qualche mese…) ha rischiato per l’ennesima volta di incrinare i ferri del Cameron, sui parquet della lega più bella del mondo ci sono stati almeno tre diversi episodi che avrebbero meritato l’inclusione in questa puntata di 7for7. Ho quindi dovuto stilare un podio virtuale composto come segue:

Medaglia di bronzo: Luka Doncic manda all’ospedale un cameraman
Medaglia d’argento: Steph Curry tenta di replicare la Harden Move ma gli arbitri non se la bevono
Medaglia d’oro: l’announcer dei Bucks è un genio

Con buona pace di Steph, che pur di entrare in puntata ha tentato anche di camuffare al volo il suo numero di maglia (vedi sopra nel link al video), non potevo passare sopra questa perla. Nella notte la sfida al vertice della Eastern Conference vedeva di fronte Bucks e Raptors sul parquet del Fiserv Forum, con Toronto che è riuscita a portare a casa la parte rosa del referto grazie ai 30+30 della coppia Siakam Leonard rendendo vani gli erculei 43 punti e 18 rimbalzi di Giannino nostro. Ma in una partita bellissima tra due delle principali candidate dell’Est alla Finale NBA la giocata più bella appartiene all’announcer della formazione di casa, che su una palla persa di Kawhi ha diffuso dagli speaker del palazzetto la sua ormai leggendaria risata satanica (ve ne aveva parlato ampiamente Andrea Cassini nel primo episodio stagionale della nostra rubrica e comunque se non ne avete mai sentito parlare non vi voglio proprio conoscere). Che dire se non “Beh, capolavoro” (cit)?

Esiste il premio di MVP per gli announcer NBA?

 

DOMENICA 06 GENNAIO – BYE BYE THIBS

Che Coach Tom Thibodeau non godesse più di particolare stima in quel di Minneapolis era abbastanza noto. Che la “questione Butler” fosse stata gestita particolarmente male anche per sue responsabilità, anche. Che i risultati di una squadra che fino a due anni fa veniva additata come una futura contender fossero deludenti, pure. Che i giocatori della sua squadra (Rose escluso) non lo amassero alla follia, idem con patate.

Per tutti questi motivi non è certo sorprendente che la settimana si sia chiusa con il licenziamento da parte dei Timberwolves del sessantenne coach nativo del Connecticut, ma può effettivamente suonare strano che l’allontanamento arrivi dopo due vittorie consecutive di cui l’ultima proprio ieri notte (di 22 punti) contro i Lakers. 96 vinte e 107 perse il record complessivo dell’esperienza in Minnesota di Thibs, sicuramente di molto inferiore alle aspettative della dirigenza e dei tifosi.

Il primo assistente Ryan Saunders (figlio di quel Flip Saunders che fu anche allenatore proprio dei TWolves) sarà quindi l’allenatore ad interim fino al termine della stagione, mentre per il futuro si fa il nome di Freid Hoiberg. A quanto pare la strategia della franchigia del Minnesota è prendere gli allenatori schifati dai Chicago Bulls… avanti così!

Ottimo lavoro coach. Addio coach.

 

Anche per questa settimana è tutto gente, 7for7 torna tra sette giorni con il buon Andrea al timone della barca! Jorghes out.

One thought on “7for7 La Settimana in NBA (Ep. 2×12)

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