Dopo quattro partite delle NBA Finals 2025 siamo praticamente al punto di partenza. Gli Oklahoma City Thunder e gli Indiana Pacers sono sul 2-2 e quindi il Larry O’Brien Trophy sarà assegnato dopo almeno due delle tre gare rimanenti, col fattore campo di nuovo in mano alla squadra allenata da Mark Daigneault.

I Thunder annullano il blitz esterno di Indiana in gara-1 e si prendono la quarta partita col punteggio di 111-104 dopo un’altra contesa equilibrata, la terza su quattro (fa eccezione gara-2 dominata da OKC) in cui a differenza dell’episodio precedente delle Finals i campioni della Western Conference sono riusciti alla fine a non adeguarsi al basket da corsa dei Pacers e hanno rimontato i 10 punti di svantaggio che avevano con due minuti da giocare nel terzo quarto.

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Questa volta è toccato a Indiana subire il rientro avversario dopo che le rimonte avevano fatto la fortuna della squadra di Rick Carlisle nel corso dei playoff, come nel caso del 2-0 iniziale nelle Conference Finals contro i New York Knicks o la stessa gara-1 ad Oklahoma City in cui i Pacers erano stati avanti solo per i tre decimi di secondo successivi al canestro decisivo di Tyrese Haliburton.

In gara-4 però la squadra di casa, che peraltro come vedremo ha avuto da ridire su qualche decisione arbitrale nel finale, ha trovato una OKC con una migliore preparazione della gara e che ha ritrovato le sue armi principali, su tutte Shai Gilgeous-Alexander.

L’MVP della NBA 2024-25 in gara-3 aveva segnato solo un canestro dal campo chiudendo con 24 punti, ben sotto i suoi 32.7 stagionali; nella quarta gara ha invece chiuso con 35 punti, 12/24 dal campo e soprattutto segnandone 15 nell’ultimo e decisivo quarto per dare la vittoria ai suoi Thunder.

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Che Daigneault abbia intenzione di cambiare l’impostazione della gara è chiaro dalla scelta di rimettere in quintetto Isaiah Hartenstein al posto di Cason Wallace che aveva invece iniziato le gare precedenti, mettendo da parte il quintetto più veloce utilizzato per controbattere al run and rebound dei Pacers.

Inizialmente la scelta sembra non pagare perchè per la prima volta nella serie i primi minuti della gara vedono Indiana segnare 9/12 dal campo e andare sul +9 dopo 6′, ma la risposta ospite arriva immediata con Jalen Williams a suonare la carica e Lu Dort che chiude un parziale di 9-0 nei successivi 80 secondi con la tripla del pareggio.

Si prospetta un’altra serata senza troppo spazio per tentativi di fuga da ambo le parti e sarà esattamente così per tutta la gara. Alex Caruso trova il primo vantaggio Thunder sul 44-43 dopo 16′, Indiana soffre le incursioni al ferro di Williams e Haliburton è braccato senza pietà da Dort e dallo stesso Caruso che gli impediscono di innescare la letale transizione Pacers ma l’ex Kings trova comunque il 2+1 a 28” dalla pausa lunga che mantiene i Pacers in vantaggio 60-57.

Al rientro in campo per il terzo quarto è Indiana a cercare l’allungo con Pascal Siakam che mette la tripla del +7 dopo 5′ (20 punti con 8 rimbalzi, 5 recuperi e 5 assist per l’ex Raptors) e Obi Toppin che si conferma caldissimo nella serie mettendo due canestri consecutivi dall’arco (che però saranno gli unici per l’ex Knicks nella gara, comunque chiusa con 17 punti e 7/12) e poi andando a schiacciare su assist di Siakam per il +10, massimo vantaggio locale.

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Alla fine del terzo quarto è +7 Pacers e adesso, dopo tante rimonte di Indiana nei playoff, tocca ai Thunder cercare di ribaltare la situazione per non tornare davanti al proprio pubblico con un pesante 3-1 di svantaggio.

Oklahoma City però dimostra alla Gainbridge Fieldhouse che non ha dominato la Western Conference per caso. Chet Holmgren schiaccia per il -1 dopo neanche 4′, riscattando a sua volta una serie di prestazioni poco incisive e chiudendo con una doppia doppia da 14 punti con ben 15 rimbalzi, vincendo il confronto con Myles Turner le cui percentuali iniziano ad essere un problema per Indiana: nelle due gare casalinghe Turner ha tirato 3/11 in gara-3 e 3/10 con 0/6 da tre stanotte, tra l’altro essendo tenuto a soli 2 rimbalzi da Holmgren e Hartenstein.

Con Gilgeous-Alexander entrato in ritmo e un inarrestabile Jalen Williams, prezioso nel mantenere i Thunder a contatto e autore di 27 punti, 7 rimbalzi e 11/11 ai liberi si arriva agli ultimi 5′ in parità dopo gli ennesimi due punti al ferro dello stesso Williams. È questo il momento in cui la partita prende una piega diversa: Indiana non riesce più a correre, scoraggiata dalla difesa di Dort e Caruso nel primo tempo, e si affida quasi esclusivamente alle iniziative soliste di Tyrese Haliburton.

Così per quanto arrivi nuovamente il +4 per i Pacers dopo due liberi di Aaron Nesmith successivi alla forzatura di Haliburton da tre punti, al solito braccato in maniera asfissiante da Dort, e nonostante i Thunder stiano tirando 2/16 da tre il sorpasso della squadra ospite sembra essere nell’aria. Ad incaricarsene, manco a dirlo, Shai Gilgeous-Alexander che malgrado non disdegni il gioco corale, rispetto a Haliburton è più a suo agio nel vivere lunghi minuti con le responsabilità dell’attacco interamente su di lui.

Shai Gilgeous-Alexander attacca Aaron Nesmith in gara-4

Shai Gilgeous-Alexander attacca Aaron Nesmith in gara-4

Il canadese mette 5 punti di fila comprensivi della terza tripla della sua squadra e a 2’22” dal termine Oklahoma City è in vantaggio per la prima volta nel secondo tempo sul 104-103. Il possesso successivo è esplicativo della chiave della gara: Indiana prova a ritrovare il suo gioco di squadra, la palla timidamente ricomincia a girare, ma è chiaro che finirà in mano a Haliburton. Lu Dort lo sa, e quando arriva il momento giusto strappa la palla all’ex Kings e va in contropiede a prendersi due tiri liberi (ne segnerà uno per il +2 Thunder con due minuti da giocare)

Il finale è degno di una gara-4, polemiche incluse. OKC ottiene un’altra vittoria difensiva costringendo ancora Haliburton a forzare da tre allo scadere dei 24”, poi a 46” dal termine Gilgeous-Alexander punta Aaron Nesmith, gli tira in sospensione in faccia, Nesmith invade il suo cilindro e l’arbitro Josh Tiven fischia il suo sesto fallo. Una penalità pesante non solo perchè manda in panchina il 23 locale (comunque fermo a 8 punti con 2/9) ma anche perchè permette a SGA di realizzare i liberi del +4, che pertanto valgono due possessi di scarto in favore dei Thunder.

La risposta dei Pacers è un altro isolamento di Haliburton che grazie al grande sacrificio di Chet Holmgren sul cambio difensivo deve andare in emergenza da Myles Turner che sbaglia la sua sesta tripla su 6; sul rimbalzo offensivo però si avventa Bennedict Mathurin, l’eroe di gara-3 entrato al posto di Nesmith, e il fischio del famigerato Scott Foster gli dà due liberi. Benchè Mathurin sia 4/4 dalla lunetta fino a quel momento, li sbaglia entrambi e poi completa il pasticcio quando ancora Tiven gli fischia fallo prima della successiva rimessa Thunder: significa un tiro libero senza rimbalzo per il +5 OKC con 23.4” da giocare, che Gilgeous-Alexander manda a segno.

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L’ultima occasione per i Pacers arriva in maniera insperata quando Mathurin, sempre lui, ruba palla sulla rimessa di Alex Caruso e guadagna altri due liberi per il fallo di Jalen Williams (che cade anche piuttosto male nell’occasione, senza conseguenze) La mano del doppio zero tuttavia trema ancora, è solo 1/2 e il suo intervento scomposto su Gilgeous-Alexander ancora una volta prima che Oklahoma City abbia rimesso palla porta ad un altro fischio di Foster con un tiro libero per il canadese dei Thunder e successivo possesso per gli ospiti. SGA ringrazia, segna il nuovo +5, poi sull’azione successiva arriva a 7.2” sul cronometro e guadagna altri due liberi sul fallo commesso volontariamente da Andrew Nembhard: 2/2 e partita chiusa.

Bennedict Mathurin, eroe di gara-3 ma con tanti errori nel finale di gara-4; a 23 anni ci può stare

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Una sequenza finale senza dubbio combattuta ed emozionante nonchè discussa dai tifosi Pacers ma che suggella un epilogo comunque giusto per la partita che Indiana ha perso non per i liberi o soltanto per le ingenuità di Mathurin ma perchè se nelle gare precedenti si era trovata a suo agio nel ruolo dell’inseguitrice, le cose sono cambiate quando ha ricoperto quello dell’inseguita. I Thunder non hanno mai mollato un centimetro, sono stati più determinati nel volersi prendere gara-4 e Gilgeous-Alexander ha fornito un’altra prestazione da campione assoluto.

Nella notte tra i prossimi lunedì 16 e martedì 17 giugno si tornerà al Paycom Center di Oklahoma City per la quinta gara di una serie che non ha un padrone e se probabilmente la pressione sarà sui padroni di casa, che con una sconfitta giocherebbero l’elimination game in trasferta, gli Indiana Pacers dovranno dimenticare l’occasione persa e ripartire da zero tornando a giocare il proprio basket come avevano fatto senza farsi condizionare nelle precedenti partite. Al campo come sempre la sentenza su quale delle due squadre avrà l’occasione di portarsi a casa il primo anello NBA (per i Thunder solo da quando sono ad Oklahoma City, per i Pacers invece sarebbe in assoluto il primo titolo) in gara-6.

One thought on “NBA Finals 2025: OKC espugna la Gainbridge Fieldhouse, è 2-2

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