Nove minuti e 43 secondi al termine di gara-1 delle NBA Finals 2025. Davanti alla marea bianca dei tifosi del Paycom Center che hanno visto i loro Oklahoma City Thunder avanti per tutta la partita, Jalen Williams intercetta una rimessa non irresistibile di TJ McConnell e vola a schiacciare per il 94-79 in favore dei padroni di casa, campioni della Western Conference e considerati da molti come la squadra migliore in assoluto dell’attuale stagione NBA.

Quindici punti di scarto che rappresentano in quel momento il massimo vantaggio per i Thunder che già alla fine del primo quarto avevano superato la doppia cifra di distanza nei confronti degli Indiana Pacers. La partita è lunga, ma il colpo è pesante anche considerando che Alex Caruso otterrà un potenziale gioco da tre punti per mantenere il vantaggio trenta secondi dopo (sbaglierà il libero aggiuntivo)
La squadra di Rick Carlisle, però, non cede.

Due minuti e 52 alla sirena finale dei regolamentari. Indiana ha trovato la forza, come nei tre quarti precedenti, di riportarsi a contatto spinta dalle triple di Obi Toppin (5/8 da tre per il nativo di Brooklyn, stanotte ben più di un semplice uomo-squadra) e di un Myles Turner che inizia a segnare dopo essere rimasto fermo a 5 punti e gli uomini di Carlisle sono nuovamente a -4.

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Shai Gilgeous-Alexander però non è d’accordo e prendendosi falli da una difesa che fa ciò che può per contenerlo sale a 36 personali con i tiri liberi, accompagnati dai cori “MVP MVP” della marea bianca, per il nuovo +9.

Il tempo passa e Indiana non è mai riuscita a superare gli avversari che ad ogni avvicinamento rispondono con un controparziale mentre in difesa Caruso e Lu Dort continuano a ringhiare e pressare costantemente. OKC sembra di nuovo padrona del campo, ma neanche stavolta i Pacers si danno per sconfitti.

Un minuto e 35 da giocare. Ancora una volta i campioni della Eastern Conference (e finalisti la scorsa stagione) hanno risposto al colpo subito e si sono riportati a un solo possesso di distanza grazie alle triple di una delle coppie di esterni più preziose della lega: Aaron Nesmith, che chiuderà con 12 rimbalzi (doppia doppia coi suoi 10 punti) ed Andrew Nembhard che dall’arco imbuca il -3. Nesmith attacca il ferro per chiudere una delle transizioni marchio di fabbrica dei Pacers ma trova sulla sua strada Dort, reduce peraltro da un errore al tiro pesante, che lo francobolla con una devastante stoppata propiziando il contropiede di Gilgeous-Alexander che segna da sotto, raggiunge i 38 punti e riporta i Thunder a due possessi di distanza.

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Poteva essere il -1 per Indiana, invece Oklahoma City è ancora avanti di cinque punti. Con novanta secondi sul cronometro non è un vantaggio da poco, poi si è pur sempre in casa dei leader dell’Ovest, la tentazione di iniziare a pensare al prosieguo di una serie ancora lunga ci potrebbe stare. Ma non è ciò che pensano i Pacers.

La partita si mantiene sul filo dell’equilibrio grazie al prezioso lavoro di Pascal Siakam che chiude in doppia doppia (19+10 rimbalzi) e soprattutto raccoglie il rimbalzo sull’airball di Nembhart e segna il -1 a 48” dal termine. Gilgeous-Alexander non corre in attacco, lascia scorrere tutti i secondi e poi lascia a Jalen Williams l’opportunità del +3; il numero 8 sbaglia, Siakam si butta sul rimbalzo ma la palla va fuori e l’ultimo tocco, rivisto anche al challenge, è suo.

Mancano 22.8 secondi ma i Thunder non possono usarli tutti, c’è una differenza di circa 9”. La palla va prevedibilmente a SGA che altrettanto prevedibilmente decide di prendere l’ultima conclusione della sua squadra; su di lui, in single coverage, c’è Andrew Nembhard.

Il canadese MVP della stagione 2024-25 prova la virata ma Nembhard non ci casca, cerca spazio per andare al ferro ma il 2 in giallo tiene. Alla fine Gilgeous-Alexander dovrà accontentarsi di un tiro da due in arretramento; va lungo, a rimbalzo vince Aaron Nesmith. Dicevamo sulla preziosità di Nembhard&Nesmith?

Indiana ha il pallone per vincere e a gestirlo è Tyrese Haliburton, leader morale e materiale della truppa di Carlisle, già most overrated player di questa stagione e privato del titolo di MVP delle finali di Eastern Conference andato a Siakam. Su di lui c’è Cason Wallace, benchè in campo ci siano contemporaneamente anche Dort e Caruso; Haliburton lo punta, finge di voler andare al ferro e poi tira da un passo dentro l’arco. Come contro Milwaukee, come contro New York, il risultato è lo stesso: due punti con soli tre decimi rimasti sul cronometro, Caruso non trova miracoli dalla rimessa dopo il timeout, vince incredibilmente Indiana per 111-110.

Le Finals di quest’anno si aprono quindi subito con la vittoria della squadra viaggiante ed è comprensibile che sia la prodezza di Haliburton, ciliegina su una torta da doppia doppia con 14 punti, 10 rimbalzi e 6 assist, a finire sulla copertina dell’1-0 Pacers. Ma l’ex Kings non sarebbe arrivato a segnare il tiro della vittoria senza il prezioso apporto dei suoi compagni di squadra finora citati, dall’esperienza di Siakam all’energia sotto canestro di Toppin e Turner fino all’ormai consueta dote di 3&D garantita da Nembhard e Nesmith.

Soprattutto, l’aspetto principale del trionfo di Indiana è senza dubbio la forza mentale. Abbiamo rimarcato come i gialli si siano ritrovati più volte spalle al muro contro una squadra ormai affermata e che sulla carta era (e probabilmente è ancora) più quotata come gli Oklahoma City Thunder ma come poi abbiano sempre trovato la forza di rispondere arrivando a sorpassare a meno di un secondo dalla fine.

Haliburton e soci fin dalla prima gara playoff non sembrano mai essere sopraffatti dalla tensione e giocano sempre con leggerezza, che però non sfocia più nella superficialità vista lo scorso anno nella serie contro i Boston Celtics che vinsero 4-0 ma con varie situazioni di punto a punto gestite male dagli avversari.

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A Rick Carlisle va riconosciuto il merito di aver plasmato negli anni una squadra che gioca il suo basket di transizione e velocità senza farsi troppo condizionare dal contesto; a questo aggiungiamo che, come per i Thunder, i giocatori in campo hanno avuto il tempo di crescere e fare esperienza giocando insieme e abbiamo una squadra che pur continuando a non godere dei favori del pronostico finale può giocarsi le sue carte fino in fondo.

Siamo però solo alla prima gara e la serie è ancora tutta da giocare anche per gli Oklahoma City Thunder che devono accettare una sconfitta beffarda ma anche se il fattore campo per il momento è perso hanno ancora tutte le possibilità di raggiungere quell’anello che inseguono fin dalla relocation da Seattle.

Le armi a disposizione di Mark Daigneault sono tutte lì ancora belle cariche, Gilgeous-Alexander ha sfiorato un altro quarantello ma il piano partita di andare col quintetto piccolo per lunghi tratti in questa occasione non ha pagato portando Dort a fare gli straordinari nella lotta a rimbalzo (persa pesantemente per 56-39 senza che nessun Thunder raggiungesse la doppia cifra) e di fatto costringendo il sophomore Cason Wallace a marcare Haliburton nel possesso finale. Certamente da questo punto di vista non ha aiutato la partita steccata piuttosto clamorosamente da Chet Holmgren che ha chiuso con 6 punti e 2/9.

Cason Wallace, al suo secondo anno in NBA

Cason Wallace, al suo secondo anno in NBA

La scelta dello small ball è probabilmente conseguenza della devastante prestazione di Obi Toppin dall’arco che ha contribuito i Pacers a rispondere al +11 Thunder tra la fine del primo quarto e l’inizio del secondo; Daigneault ha quindi ritenuto che servisse una difesa in grado di stare dietro alle transizioni velocissime dei Pacers e di uscire su Turner e lo stesso Toppin per chiudere le triple. Di fatto però in questo modo OKC si è adeguata al gioco di Indiana non riuscendo quindi mai ad escluderla dalla partita.

Gara-2 è in programma nella notte italiana tra l’8 e il 9 giugno prossimi e i Thunder sono chiamati alla vittoria per non permettere ad Indiana di esordire in casa nella serie con un 2-0 a favore come successo nelle Eastern Conference Finals contro i New York Knicks. Attendiamo quindi la risposta di Shai Gilgeous-Alexander e compagni contro i Pacers decisi a giocarsela fino alla fine; la serie è appena cominciata.

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