Una serie già conclusa, altre due in perfetto equilibrio e un’altra che sembra indirizzata: questo è il responso delle prime gare nel tabellone playoff della Western Conference.
Se gli Oklahoma City Thunder come vedremo non hanno avuto grandissimi problemi nello staccare il biglietto per il secondo turno le altre tre serie hanno visto molte partite equilibrate e risultati per certi versi sorprendenti con i Golden State Warriors in vantaggio sugli Houston Rockets secondi in regular season e i Lakers di Doncic&James già spalle al muro e vicini a concludere anzitempo la propria corsa al Larry O’Brien Trophy.
Analizziamo nel dettaglio dunque il percorso delle prime quattro serie a Ovest degli NBA Playoff 2025.
OKLAHOMA CITY THUNDER – MEMPHIS GRIZZLIES 4-0
Gli Oklahoma City Thunder riprendono il discorso da dove l’avevano interrotto in regular season, ovvero dal gradino più alto del podio, e liquidano in quattro gare la pratica Memphis Grizzlies con tratti anche larghi di puro dominio alternati a momenti in cui gli eredi della Vancouver cestistica hanno provato ad alzare la testa. Proprio durante uno di questi momenti è caduta sulla testa dei Grizzlies la più pesante delle tegole: durante gara-3 a Memphis, con la squadra di casa sul +27 a 3′ dal termine del secondo quarto, Ja Morant è caduto malissimo sull’anca sinistra dopo un tentativo di schiacciare in testa a Lu Dort in contropiede terminando la propria stagione nel peggiore dei modi.
Sicuramente l’infortunio di Morant lascia margini di recriminazione ai Grizzlies ma va rimarcato che la supremazia dei Thunder è apparsa piuttosto chiara nel corso della serie fin dall’opening game del Paycom Center in cui la squadra allenata da Mark Daigneault ha shockato gli avversari con un roboante 131-80 frutto di una gara condotta con scarto abissale fin dai primi minuti. Già al termine del primo tempo i Thunder avevano raggiunto il +32 trasformando così la seconda metà di gara in un gigantesco garbage time e mandando sei giocatori in doppia cifra (tra cui citiamo la doppia doppia da 19+10 rimbalzi di Chet Holmgren) contro i soli due dei Grizzlies, ovvero Morant e Marvin Bagley III che però mette su i suoi 17 punti con 8/8 dal campo quando non c’era più nulla per cui giocare.
Gara-2 vede Oklahoma City ancora saldamente al comando delle operazioni: pur non ripetendo l’irreale exploit della partita inaugurale e dovendo gestire il tentativo di rientro degli avversari nel terzo quarto dal -18 di metà gara la squadra leader della Western Conference può contare su Shai Gilgeous-Alexander che dopo aver sparato a salve in gara-1 (12 con 4/13 dal campo) riprende il suo ruolo di leader chiudendo come top scorer a 27 punti (anche se 3/10 da tre) aggiungendo 5 assist e 8 rimbalzi. Proprio sotto i tabelloni OKC si esalta battendo 55-42 gli avversari e registrando un’altra doppia doppia di Holmgren con 20 punti e 11 carambole; Memphis alza bandiera bianca con Desmond Bane che non ritrova la mira dall’arco (2/7 da tre dopo l’1/6 di gara-1) e malgrado un Jaren Jackson Jr. da 26 punti e 10/16 dal campo cede partita e 2-0 per 118-99.
La serie si sposta a Memphis e come accennato i padroni di casa sorprendono gli avversari grazie all’ormai riconosciuta capacità di correre e segnare in poco tempo, raggiungono un massimo vantaggio di +29 ma poi vengono scottati dalla perdita di Morant (a 15 punti dopo 15′ di utilizzo) e realizzano nell’intero secondo tempo solo 31 punti, meno dei 40 del primo quarto e dei 37 del secondo. I Thunder presentano il conto prima con le triple di Holmgren (16 dei suoi 24 punti nel terzo quarto, 4/5 da tre) poi con l’energia di Alex Caruso e i lampi di talento di Gilgeous-Alexander per tornare a contatto e sorpassare a 1’20” dal termine con un 1/2 ai tiri liberi di Jalen Williams; Memphis non ne ha più e Scotty Pippen Jr. che in assenza di Morant aveva trascinato i suoi con 28 punti e 6/10 da tre perde il pallone poi decisivo per mano di Caruso; finisce 114-108 per OKC e si arriva al fatidico 3-0 mai rimontato da nessuno nella storia NBA.
Ciò nonostante i Grizzlies ce la mettono tutta per ottenere una vittoria davanti al proprio pubblico in gara-4 e resistono a tutti i tentativi di allungo dei Thunder, compreso il +10 a 5’45” dal termine con la tripla di Jalen Williams, trovando dalla panchina gli 11 punti di Vince Williams Jr. (comprensivi di tripla per il -3 a un minuto dal termine) e un’altra performance maiuscola di Pippen che prova a fare il Morant con 30 punti, 11 rimbalzi e 10/10 ai liberi (ma 2/7 da tre e perdendo ancora una volta un pallone pesante nel finale) A mettere il sigillo sulla serie è però il long-two di Shai Gilgeous-Alexander a 11′ dal termine a coronamento della sua miglior gara nella serie con 38 punti e 13/24 dal campo (più 6 assist)
Condizionata dai falli (con Bane, Jackson, Pippen e Zach Edey a 5 penalità nel finale e gli ultimi due che commettono poi anche la sesta) e con le basse percentuali di Bane (2/8 da tre) e Jackson (3/12 dal campo) Memphis conclude così il suo campionato tenendosi i grandi playoff di Pippen e la stagione positiva di Edey ma con la probabile consapevolezza che dal ciclo Ja Morant non si potrà ottenere molto altro. Oklahoma City guarda invece con fiducia al prosieguo della postseason, che potrebbe portare la sfida tra i candidati MVP Shai Gilgeous-Alexander e Nikola Jokic, e con una fiducia nei propri mezzi sempre maggiore: ormai la squadra di Daigneault è una contender vera, se non la favorita assoluta dell’Ovest.
DENVER NUGGETS – LOS ANGELES CLIPPERS 2-2
La serie tra i Denver Nuggets di Nikola Jokic e i redivivi Los Angeles Clippers non ha ancora un padrone dopo 4 gare ed è tuttora la serie più imprevedibile tra quelle ancora in corso: se dopo le prime tre gare i Clippers di Tyronn Lue sembravano confermare gli ottimi segnali della seconda parte di regular season andando a un supplementare di distanza dal 3-0, i campioni 2023 hanno rilanciato le proprie quotazioni espugnando l’Intuit Dome in gara-4 e rispondendo alla rimonta dei padroni di casa dal -20 di fine terzo quarto con la prodezza di Aaron Gordon per riportare in Colorado il fattore campo.
Certo, i problemi dei Nuggets non sono stati cancellati dal canestro di Gordon e la squadra allenata ora da David Adelman dopo l’improvvisa defenestrazione di Mike Malone non sembra ancora poter valorizzare quella che è la miglior stagione di Jokic per punti segnati (29.6) e assist (10.2, coi 12.7 rimbalzi significa una pazzesca tripla doppia di media) Tant’è vero che come accennato gara-1 ha alla fine sorriso a Denver ma dopo una partita che nel suo tempo regolamentare ha visto soprattutto i Clippers in vantaggio guidati da un James Harden che si conferma in gran forma (32 con 11/22 per il Barba) e dalla doppia doppia di Ivica Zubac con 21, 10/15 dal campo e 13 rimbalzi.
Gli ospiti tuttavia perdono svariate occasioni per raggiungere un vantaggio consistente e così l’ultimo quarto si gioca punto a punto con le triple di Nicolas Batum a tenere sopra i Clippers fino al finale col protagonista che non ti aspetti: Russell Westbrook. L’ex Thunder, al centro delle polemiche anche nell’ambito delle discussioni sul licenziamento di Malone coi compagni che non avrebbero visto di buon occhio la generosità del coach nel dargli minuti, nel rush finale fa e disfa: prima riceve l’assist di Jokic (29 punti ma solo 2 nell’ultimo quarto) per la tripla che porta in vantaggio Denver per 98-96 a 24” dal termine ma dopo il pareggio col classico floater di James Harden e Denver che avrebbe ben 18 secondi per cercare la vittoria prende un’iniziativa senza troppo senso che si conclude addirittura con una palla persa.
Il supplementare sorride comunque ai Nuggets con un altro finale inadatto ai cardiopatici: tripla di Christian Braun per il +4 Denver a 35” dal termine (assist, manco a dirlo, di Jokic) controtripla di Harden per il nuovo -1 Clippers, poi errore di Westbrook ma rimbalzo offensivo e 2/2 ai liberi di un maestoso Aaron Gordon da 25 punti con 8/14 dal campo, infine lo stesso Westbrook che decide la partita recuperando il pallone sulla rimessa di Zubac diretta a Harden con meno di dieci secondi da giocare. Il finale dice 114-112 per i Nuggets ma la gioia dei padroni di casa avrà breve durata.
Gara-2 è un altro punto a punto ma stavolta sono i Clippers a uscire vincenti dalla Ball Arena col punteggio di 105-102. Sembra ripetersi il copione del precedente episodio con Los Angeles a chiudere il primo tempo in vantaggio 55-51 ma senza riuscire ad aumentare lo scarto con il solito eccellente Jokic a ribattere colpo su colpo: tripla doppia finale per il Joker da 26 punti con 8/16 dal campo (ma un poco consueto 6/10 ai liberi) 11 rimbalzi e 10 assist affiancato da Jamal Murray che aggiusta la mira (7/20 in gara-1) e chiude con 23 punti e 9/17. Il terribile finale in assoluto equilibrio premia la squadra di Lue e soprattutto la grandissima prova di Kawhi Leonard, tornato ai livelli di San Antonio e Toronto con 39 punti, 15/19 al tiro, le chiavi dell’attacco dei suoi e il jumper per il +3 Clippers a 39” dal termine seguito dal recupero poi decisivo. Braun sbaglia da tre per il pareggio, è 1-1.
I Los Angeles Clippers sembrano aver preso un bel po’ di morale nella serie che si sposta in California per una gara-3 dominata dai padroni di casa; la squadra di Lue raggiunge la doppia cifra di scarto con un parziale spaccagambe di 23-2 tra il primo e il secondo quarto e amministra il vantaggio fino al +24 finale con Kawhi Leonard ancora sugli scudi: doppia doppia da 21 (top scorer) e 11 rimbalzi affiancato da altri 5 uomini in doppia cifra. Lo stesso non può dirsi di Nikola Jokic, visibilmente nervoso durante la partita e lasciato solo da quasi tutti i suoi compagni con i soli 23 di Murray e i 15 di Aaron Gordon a dare manforte a un’altra tripla doppia del Joker da 23 punti, 13 rimbalzi e 13 assist.
Come accennato la sensazione dopo gara-3 è che i Clippers siano i favoriti ma nella quarta partita l’approccio dei Nuggets cambia radicalmente. Seppur priva di Westbrook, la squadra di Jokic (è davvero il caso di dirlo) non subisce più il gioco avversario e si porta immediatamente in vantaggio allargando la forbice alla doppia cifra nel terzo quarto; il contributo dalla panchina è ancora esiguo (4 punti) ma in compenso il quintetto di Adelman va tutto in doppia cifra anche se sparacchiando dal campo (Murray 5/17, Braun 1/7 da tre) Il miglior Jokic della serie (36 punti, “solo” 8 assist ma addirittura 21 rimbalzi) trascina i Nuggets sul +20 ma nell’ultimo quarto la benzina sembra finire.
Dal -22 con 10′ da giocare i Clippers iniziano la loro rimonta affidandosi alla terza doppia doppia su 4 gare di Ivica Zubac (19 + 12 rimbalzi) e a un ormai ritrovato Leonard che segna nell’ultimo quarto 10 dei suoi 22 punti finali. Norman Powell manda in delirio l’Intuit Dome mandando i Clippers a -1 a 2′ dal termine, la grande difesa di Zubac su Jokic consente il recupero e Los Angeles va addirittura in vantaggio, il primo della gara, col canestro di Bogdan Bogdanovic a 1’09” dal termine. Il finale è la terza corrida dei quattro episodi della serie: Jokic segna il nuovo +2 Nuggets a 16” dal termine, Zubac risponde correggendo l’errore di Harden, poi la prodezza di Gordon che rischia di cambiare il volto della serie e nel frattempo cambia sicuramente il fattore campo.
Denver poteva essere sotto 3-0 dopo tre gare e 3-1 dopo quattro ma alla fine torna in Colorado potendo sfruttare due gare in casa su un massimo di tre; la serie è tutta da giocare e Jokic non ha alcuna intenzione di mollare ma altrettanto può dirsi per i Clippers che dovranno comunque dimostrare di aver assorbito una potenziale beffa non da poco col finale di gara-4.
HOUSTON ROCKETS – GOLDEN STATE WARRIORS 1-2
Altra serie in equilibrio in attesa della gara-4 nella notte tra lunedì 28 e martedì 29 aprile con i Golden State Warriors che fanno valere la maggiore esperienza forgiata in anni di postseason rispetto agli Houston Rockets secondi classificati a Ovest in regular season. Il vantaggio per 2-1 della squadra di Steve Kerr presenta però un’ombra pesante data dall’infortunio in gara-2 di Jimmy Butler, arma in più del 2025 Warriors vittima di una contusione in zona pelvica che ha affibbiato al suo nome la poco ambita scritta game time decision.
Butler era stato tra i trascinatori di Golden State nella gara-1 che li ha visti ribaltare immediatamente il fattore campo al Toyota Center di Houston con i Rockets a pagare lo scotto del debutto in particolare nel 3/15 dal campo di Jalen Green (sul quale subito sono ritornati i dubbi sulla consistenza quando si gioca per vincere) ma anche col 2/13 da tre del più esperto Fred VanVleet. I I Warriors volano in doppia cifra di scarto nel secondo quarto guidati da Steph Curry (31 con 5/9 da tre) che nel terzo quarto viene degnamente sostituito da Jimmy Buckets (25 con 10/19) per portare Golden State sul +23. Poi la macchina da guerra Warriors si inceppa e Amen Thompson segna il suo unico canestro della gara per il -3 Rockets a 6’45” dal termine ma la tempesta Rockets passa presto e gli ospiti ritrovano la doppia cifra di vantaggio concludendo la partita sul 95-85 che vale l’1-0 in loro favore.
Nella partita successiva però è tutta un’altra Houston, sebbene la contesa sia immediatamente condizionata dall’infortunio di Butler che esce dopo appena 10′ con i Warriors già in svantaggio 24-16. I Rockets mostrano di aver superato l’imbarazzo dell’esordio cavalcando un grande primo tempo di Alperen Sengun (11 dei suoi 17 punti arrivati nel secondo quarto) e andando sul +14 all’intervallo lungo dal quale non si voltano più indietro. Merito anche della miglior prestazione nella serie di Green che dopo i 7 punti della prima gara ne mette 38 con 13/25 (ma tirando 18 volte da tre)
La serie si sposta quindi a San Francisco sull’1-1 e con la notizia che Jimmy Butler non avrebbe preso parte a gara-3. Per i Golden State Warriors non è però ancora tempo di fasciarsi la testa perchè il terzo episodio della serie li vede riportarsi in vantaggio nel più classico dei copioni che vedono protagonisti una squadra giovane come i Rockets e una rodata come i padroni di casa, che si mantengono a contatto contenendo i tentativi di allungo di Houston e dilagano poi alla fine con un parziale di 35-22 nell’ultima e decisiva frazione. Il punteggio finale dice 104-93 propiziato da un’altra prova maiuscola di Curry (36 con 12/23 a cui aggiunge 9 assist) che trova aiuto nei compagni con Quinten Post che tira giù 12 rimbalzi, Buddy Hield che aggiunge 17 punti con 5/11 da tre e Gary Payton Jr., fondamentale nell’anello 2022 di Golden State, con 16 punti e 7/9 dal campo.
Houston paga ancora una volta la prestazione sotto il par di Jalen Green che non conferma i numeri di gara-2 chiudendo con soli 9 punti e 4/11, nonchè un’altra serataccia al tiro di VanVleet che nella serie sta tirando 6/29 da tre, appena sopra il 20%. Sicuramente è presto per dare i Rockets per morti ma un eventuale rientro di Jimmy Butler potrebbe essere davvero un problema per una squadra che non riesce a trovare continuità di rendimento e che forse ha bisogno di farsi ulteriormente le ossa per ambire ancora più concretamente al ruolo di contender.
LOS ANGELES LAKERS – MINNESOTA TIMBERWOLVES 1-3
L’acquisto di Luka Doncic e il suo conseguente affiancamento a un LeBron James ancora in grado a 40 anni suonati di mettere a segno 24.4 punti, 7.8 rimbalzi e 8.2 assist ha fatto sognare i tantissimi tifosi dei Los Angeles Lakers sparsi per il globo che però rischiano ora di essere prepotentemente riportati sulla terra dai Minnesota Timberwolves, che con Doncic hanno più di qualche conto in sospeso e che sono attualmente a una sola gara di distanza dal terminare la stagione della storica franchigia losangelina.
Le prime 4 gare della serie vedono infatti i lupi in vantaggio 3-1 con un Anthony Edwards versione superstar assoluta e avendo messo a nudo tutto ciò che non va nei Lakers a prescindere dal prosieguo della postseason: il mancato arrivo di Mark Williams ha portato la squadra allenata da JJ Redick a giocare senza centro (Jaxson Hayes nei playoff, tolti i primi minuti, non gioca mai) e le rotazioni sono al limite dell’inesistente, con Austin Reaves, Rui Hachimura e Dorian Finney-Smith fissi in campo insieme a Doncic e James che finiscono per continuare ad alternarsi in un isolation game perpetuo.
Dal canto loro i Timberwolves avranno avuto una regular season talvolta altalenante ma si sono presentati all’appuntamento playoff con tutta l’intenzione di fare strada e migliorare il 4-1 subito in finale di Conference lo scorso anno da Doncic e dai suoi Lakers. Tale intenzione si è rivelata palese già in gara-1 con la squadra di Chris Finch che ha subito guadagnato il fattore campo andando ad espugnare la Crypto.com Arena con un eloquente +22 (117-95 il finale in favore di Minnesota) e se Edwards si è preso i riflettori coi suoi 22 punti conditi con 8 rimbalzi e 9 assist non si possono non evidenziare i 25 di Jaden McDaniels con 11/13, i 23 di Naz Reid con 6/9 da tre e il solito grande contributo difensivo e il 21/42 dall’arco di squadra, segno di un’ottima circolazione di palla. Non bastano i 37 con 5/10 da tre (ma solo un assist, tutt’altra roba rispetto a Dallas…) di Doncic: è 1-0 Wolves.
La reazione dei Lakers non manca e gara-2 vede Los Angeles raggiungere il +20 già nella prima metà del secondo quarto e mantenere il vantaggio fino al 94-85 conclusivo in favore dei gialloviola che contengono il velleitario tentativo di rimonta ospite che dal -18 del terzo quarto arriva al massimo al -7. Doncic questa volta aggiunge 9 assist ai suoi 31 punti di cui beneficiano Reaves (16 con 7/14 ma 0/6 da tre) e LeBron che scrive doppia doppia da 21+11 rimbalzi; per Minnesota il collettivo fa cilecca col solo Julius Randle a dare una mano solida a Edwards (27 per l’ex Knicks con 9/17, 25 ma con 2/8 da tre per Ant-Man) e il resto della squadra che non va oltre 33 punti totali (3/11 per McDaniels, 0/5 per Mike Conley)
Si va a Minneapolis sull’1-1 e davanti a un grandissimo e rumoroso pubblico per la prima in casa dei playoff Timberwolves. Con Doncic debilitato da un virus intestinale (chiuderà con 17 punti e 6/16 dal campo) i Lakers mantengono il comando della gara nel primo tempo ma senza riuscire ad allungare (58-54 Los Angeles al 24′) per poi subire l’inevitabile rientro della squadra locale e arrivare a un ultimo quarto in equilibrio. James bombarda da ogni angolo e alla fine arriverà a registrare 38 punti con 5/9 da tre e 10 rimbalzi ma al canestro del 103 pari di Doncic a 4’38” dal termine seguirà uno show spettacolare timbrato Anthony Edwards. Il fenomeno di Atlanta guida i suoi prima contribuendo attivamente con le triple, poi mettendo in ritmo i compagni nel parziale di 13-1 con cui i Minnesota Timberwolves chiudono la gara e si portano sul 2-1 nella serie.
Ci si aspetta che il quarto capitolo della saga sia un possibile pivotal game e infatti va in scena una delle partite più belle di questo inizio di postseason. Il primo tempo è nuovamente in equilibrio con un grande Julius Randle che dimostra di poter dare a Minnesota ciò che non ha dato Towns lo scorso anno (KAT dal canto suo si sta abbondantemente rifacendo a New York) e a rispondere con 21 punti alla consueta sparatoria di Doncic e James. Giocando in 5 per tutto il secondo tempo i Lakers raggiungono la doppia cifra di vantaggio con la tripla di Austin Reaves all’inizio dell’ultimo quarto per il +10 ma sbattono contro un Edwards ancor più stellare delle precedenti occasioni e che si esalta realizzando 43 punti finali con 12/23 dal campo per una gara che lo fa entrare ancor più di prepotenza nell’Olimpo delle superstar moderne.
L’energia di Donte DiVincenzo (altro innesto fondamentale rispetto allo scorso anno per i Wolves) e le triple di Reid siglano il sorpasso Minnesota e inaugurano il gran finale: Dorian Finney-Smith colpisce dall’arco per il +2 Lakers a novanta secondi dal termine, McDaniels risponde col fallo e canestro per il controsorpasso con 40” sul cronometro, poi LeBron James prima perde palla sulla rimessa, poi Edwards sembra scivolare e portarsi il pallone oltre la linea di fondo ma il replay dirà che è stato a causa del fallo dello stesso James. 2/2 per Ant-Man, +3 Timberwolves con 10” da giocare, ma l’attacco Lakers vede prima Doncic raddoppiato appena superata la metà campo, poi James che sembra voler tirare ma scarica all’ultimo momento a Reaves: tripla forzata, ferro, 3-1 Timberwolves.
La serie non è finita e si sposterà nuovamente a LA ma i Timberwolves sono ora favoriti per proseguire la propria corsa anche oltre il punteggio parziale avendo dimostrato finora una sostanziale superiorità rispetto ai blasonati avversari e viaggiando sulle ali dell’entusiasmo per la grande vittoria in gara-4. Vedremo ovviamente se i Lakers riusciranno ad allungare la serie e trovare le forze per tentare una rimonta che allo stato attuale appare davvero miracolosa.
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.