Il play-in tournament è concluso e il tabellone degli NBA Playoff 2025 è completo con la Western Conference che vede i Golden State Warriors e i Memphis Grizzlies come settima e ottava testa di serie.
Un responso ben poco sorprendente considerando che in regular season la differenza tra le due qualificate, appaiate all’ottavo posto dell’Ovest, era di ben 8 vittorie con i Sacramento Kings noni e di 9 con i Dallas Mavericks decimi.
In effetti la resistenza dei Kings e dei Mavericks non è stata troppo strenua e il campo ha ribadito quanto stabilito dalla classifica: l’unica delle tre gare ad essere stata equilibrata e combattuta è stato proprio il confronto tra Golden State e Memphis che ha visto la prima staccare il biglietto per la postseason dopo averlo mancato la scorsa stagione.
Poco male per i Grizzlies che hanno poi conquistato i playoff davanti al proprio pubblico dominando Dallas nonostante un Ja Morant sotto antidolorifici dopo una brutta storta alla caviglia rimediata nella gara precedente.
Iniziamo proprio dalla gara del Chase Center del 15 aprile con i Golden State Warriors padroni di casa decisi a dimenticare la beffa dello scorso torneo di qualificazione e che iniziano col piede giusto non lasciandosi intimorire dall’11-3 iniziale dei Memphis Grizzlies e raggiungendo la doppia cifra di vantaggio già nel primo quarto trascinati dall’arma in più della squadra di Kerr nel 2025: Jimmy Butler.
Per l’ex Heat saranno 38 i punti finali ma di questi 10 ne arrivano già nella prima frazione di gioco, quando era necessaria un’immediata risposta alla partenza forte dei Grizzlies; affiancato dall’ottimo impatto di Quinten Post, Jimmy Buckets conduce i suoi al +13 dell’11’ e la panchina di Golden State propizia poi il +20 nel corso del secondo quarto siglato dal 3+1 di Steph Curry ma con il fondamentale contributo di Moses Moody e Brandin Podziemski per mantenere alto il ritmo com’è necessario per il consueto quanto devastante attacco Warriors.
Jimmy Butler vs the Grizzlies in the Play-In:
🟡 38 Points
🟡 7 Rebounds
🟡 6 Assists
🟡 3 StealsPlayoff Jimmy has arrived 🔥 pic.twitter.com/7EZIWV4RQW
— Underdog (@Underdog) April 16, 2025
Nel terzo quarto però Memphis cambia decisamente volto. Un devastante Desmond Bane da 30 punti finali con 5/8 da tre e 11 nella frazione intuisce la vulnerabilità in area della difesa Warriors trovando punti nel pitturato e aprendo la scatola con le triple che ora iniziano ad essere più aperte dato che Golden State deve adeguarsi; dal canto suo Scotty Pippen Jr. colpisce in velocità e malgrado arrivi il succitato infortunio di Ja Morant dopo il suo unico canestro nel terzo quarto (con fallo) per il -1 arriva il pareggio proprio con le triple di Bane e quindi il sorpasso con il 22 che assiste Konchar per il layup del +2 all’inizio dell’ultimo quarto.
Si prospetta un finale in volata ed è esattamente quello che accade: Golden State raggiunge il +6 a un minuto dalla fine con le triple del solito, magistrale Steph Curry (37 per il fenomeno di Akron con 6/13 da tre e 13/13 ai liberi) ma Bane guadagna direttamente dalla rimessa due liberi e il sesto fallo di Draymond Green che abbandona quindi il campo con soli 4 punti con 1/5 dal campo ma ben 10 assist.
I secondi successivi testimoniano la grande pressione per il possibile raggiungimento dei playoff: Bane fa 2/2, Butler perde palla ma il fallo sul contropiede di Pippen porta solo un 1/2 dalla lunetta, poi Curry va corto col floater e Zach Edey cattura il suo diciassettesimo rimbalzo (doppia doppia con i suoi 14 punti) per dare a Memphis il -1 ancora ai tiri liberi con 14.3 secondi da giocare.
Ad emergere però è la squadra più abituata alla pressione di cui parlavamo: Curry non trema dalla lunetta e fa 2/2, poi Santi Aldama perde palla per infrazione di cinque secondi mandando i Golden State Warriors ad affrontare gli Houston Rockets. Con il 121-116 finale in favore dei padroni di casa sfuma quindi per i Grizzlies l’opportunità della qualificazione immediata dopo una grande rimonta in trasferta ma come vedremo, e nonostante le condizioni di Morant (comunque rimasto in campo per il resto della gara) avranno modo di rifarsi.
L’avversaria della squadra allenata da Tuomas Iisalo dopo l’improvviso licenziamento di Taylor Jenkins a fine marzo (che ha portato i Grizzlies dal quarto posto al play-in…) arriva dalla gara di Sacramento tra i Kings e i Dallas Mavericks sui quali ormai si sono spese anche troppe parole per come Nico Harrison, con il benestare della sua dirigenza, abbia di fatto distrutto le prospettive di successo dei texani (la grottesca conferenza stampa del GM a porte chiuse, col giornalista Tim MacMahon ad incalzarlo senza pietà e Harrison incapace di uscire dalle solite frasi sulla difesa e sull’anello che arriverà, non ha di certo migliorato la situazione)
SHOUTOUT TIM MACMAHON FOR FLAMING NICO HARRISON ABOUT THE LUKA TRADE🔥🔥🔥🔥
READ WHAT HE SAID BELOW👇👇👇 pic.twitter.com/RCXbhSozIA
— Mavs Lead (@MavsLead) April 16, 2025
Al Golden 1 Center arriva però una vittoria nettissima per i Mavericks che col punteggio di 120-106 mandano in vacanza i Kings anche loro protagonisti di scelte manageriali discutibili. Dopo il ritorno alla postseason di due anni fa arriva quindi la seconda eliminazione consecutiva al play-in tournament per Sacramento che non si è mostrata capace di costruire sulle basi della squadra che aveva riportato i playoff nella capitale della California arrivando quest’anno prima a liquidare Mike Brown, artefice in panchina di quel ritorno, e poi a sconfessare la scelta (ormai possiamo dirlo a chiare lettere: errata) di puntare su De’Aaron Fox mandandolo agli Spurs dopo aver rinunciato prima a Luka Doncic e poi a Tyrese Haliburton per non ostacolarne la crescita.
Il risultato sono dei Kings che hanno approcciato una gara da dentro o fuori in modo totalmente inadeguato dal punto di vista difensivo lasciando che l’attacco di Dallas entrasse in ritmo, provando a rispondere con Keegan Murray e Domantas Sabonis nel primo quarto e poi mollando completamente gli ormeggi quando nella seconda frazione di gioco è arrivata una delle pochissime soddisfazioni per Dallas: la vendetta di Klay Thompson, lo scorso anno protagonista in negativo dell’eliminazione dei Warriors contro i Kings stessi.
L’ex Splash Brother di Steph Curry cancella lo 0/10 ormai entrato nella memoria collettiva con una prestazione da 23 punti, 8/11 dal campo e 5/7 da tre; di h dalla lunetta. Dallas tocca il +20 nel finale del secondo quarto con la tripla di Anthony Davis, top scorer dei suoi con 27 punti e 9 rimbalzi, e non si guarda più indietro con il secondo tempo che serve solo per arrotondare il tabellino di Zach LaVine (20 punti, 8 nella prima metà di gioco) e di DeMar DeRozan, 33 punti ma 20 nel secondo tempo.
“It did feel good to exorcise those demons in here. Man!”
Klay Thompson and the Mavericks oust the Kings to keep their playoff hopes alive 👇 https://t.co/MYWeiSw9Lg
— ESPN (@espn) April 17, 2025
Sacramento prende atto, a differenza di Dallas, del fallimento del suo progetto e solo un’ora dopo la sconfitta che termina la propria stagione licenzia il general manager Monte McNair affidando a Scott Perry il compito di iniziare l’ennesimo rebuilding della franchigia californiana. Un compito davvero arduo, ma se non altro le credenziali di Perry sono assolutamente adeguate essendo l’artefice della rinascita dei New York Knicks oggi tra le squadre di vertice della Eastern Conference dopo anni a coprirsi di ridicolo mancando regolarmente la postseason.
L’ultima partecipante ai playoff è attesa dalla gara del FedEx Forum tra i Memphis Grizzlies e i Dallas Mavericks ma quello che dovrebbe essere uno scontro all’ultimo sangue per acciuffare la postseason in extremis si rivela invece una passerella per i padroni di casa per quasi tutta la durata dei 48 minuti di gioco.
Memphis tocca i 20 punti di vantaggio già nel primo quarto trascinata da Ja Morant che su una caviglia sola (ha ammesso di non sentire la caviglia a causa degli antidolorifici) mette 12 dei suoi 22 punti finali proprio nella parte iniziale della gara con la difesa di Dallas che, in maniera non troppo diversa da quanto visto con quella di Sacramento due giorni prima, molla già al primo break avversario.
Grizzlies star Ja Morant to play against Mavericks despite injured right ankle https://t.co/EkybJ235h2
— MySA (@mySA) April 19, 2025
I Grizzlies mantengono infatti un vantaggio rassicurante per tutto il primo tempo in cui l’attacco dei Mavericks è solo ed esclusivamente Anthony Davis.
L’ex Lakers ci mette l’orgoglio e piazza 22 dei suoi 40 punti finali nella prima metà di gioco che si riveleranno però inutili dato che Memphis continua a giocare il suo basket veloce con attacchi al ferro e scarichi che puniscono i raddoppi e Desmond Bane sostituisce Ja Morant come riferimento offensivo tornando a crivellare la retina come nella gara coi Warriors e chiudendo con 22 punti e 3/6 da tre.
Una fotografia esplicativa sulle reali possibilità dei Mavericks di recuperare una gara che la vedeva sotto di 17 alla pausa lunga si ha a 8′ dal termine di un terzo quarto in cui non sono arrivati punti nè da Morant nè da Bane e quindi Dallas era chiamata a dare il tutto per tutto. Ma dopo la tripla di Klay Thompson (18 alla fine con un poco esaltante 4/11 da tre) per la singola cifra di svantaggio dopo tantissimo tempo, in un possesso in cui bisognava difendere alla morte è arrivata invece una bomba di Scotty Pippen Jr. dopo pochissimi secondi col figlio della leggenda dei Bulls (poi dei Blazers) completamente libero.
Jaren Jackson Jr. presenta il conto con un terzo quarto da 12 punti e 5/6, metà dei suoi 24 finali, e quando a 8′ dal termine arriva l’ennesimo infortunio per Anthony Davis (con le telecamere della regia americana che vanno immediatamente a inquadrare Nico Harrison tra il pubblico) la partita, se mai è iniziata, finisce definitivamente col punteggio finale che dice 120-106 per Memphis, curiosamente lo stesso score con cui Dallas aveva vinto a Sacramento. I Grizzlies tornano quindi ai playoff dopo l’assenza dello scorso anno con l’accoppiamento terribile che li vedrà opposti agli Oklahoma City Thunder dominatori della stagione regolare della Western Conference.
Finisce invece la grottesca stagione dei Dallas Mavericks col campo che ha decretato ciò che tutti sapevano: la trade per la cessione di Luka Doncic ha significato il suicidio cestistico con la squadra passata dalle Finals al non disputare i playoff. L’infortunio di Kyrie Irving (e di praticamente tutta la squadra a turno, a partire da Davis) ha sicuramente condizionato il risultato finale ma con 120 punti subiti (e che Dallas non aveva mai incassato in tutti gli scorsi playoff) e lo stesso Davis assente per lunghi tratti dei suoi mesi in Texas la mossa di Nico Harrison continua a non trovare, perlomeno limitandosi a ciò che vediamo sul campo da basket, nessun senso logico.
Sotto la copertura di un tranquillo (si fa per dire) insegnante di matematica si cela un pazzo fanatico di tutto ciò che gira intorno alla spicchia, NBA in testa. Supporter della nazionale di Taiwan prima di scoprire che il videogioco Street Hoop mentiva malamente, in seguito adepto della setta Mavericks Fan For Life.