La trade del 9 febbraio, con la quale Kevin Durant è sbarcato nel deserto dell’Arizona, potrebbe essere ricordata come quella che ha sparigliato le carte in tavola dell’NBA stagione 2022/23.

Difatti, oltre che pareggiare l’asticella fra le due Conference, se si aggiunge anche l’approdo di Irving a Dallas, porta a nostro avviso le quotazioni di Phoenix a livelli inarrivabili, aggregando ad un team già pronto per arrivare fino in fondo i servigi del miglior go to guy dopo LeBron dell’ultimo quindicennio. Il tutto – e ne parleremo a breve – col minimo rischio, investendo il giusto e mantenendo clamorosamente un monte ingaggi similare al precedente!

Infatti, dati alla mano, sacrificare cinque prime scelte fino al 2029 per KD non è un prezzo così eccessivo, specialmente perché un contratto al 2025 per 43 milioni all’anno garantiti a salire significano un investimento duraturo per un profilo longevo fisicamente e tuttora dominante, e mantengono dunque le promesse di inizio stagione di Ishbia e Jones, divenire cioè la franchigia favorita per vincere l’Anello.

La cessione eccellente ma obbligata per far quadrare i conti è quella di Mikal Bridges, mentre le bizze fisiche di Cam Johnson non lasciano rimpianti, anche grazie alla profondità del roster che rimane assolutamente competitivo.

Così facendo il cecchino da Texas University calma i propri bollenti spiriti, assicurandosi il finale di carriera assieme ad un gruppo non tossico, bensì ricco di personalità “positive” e affamato di vittorie, mentre Phoenix cala sul tavolo verde un poker d’assi impossibile da arrestare per chiunque, dove KD e Booker divengono d’improvviso il miglior one-two punch odierno nonché della storia di franchigia, l’hall of famer Paul il direttore d’orchestra ed Ayton il silenzioso ma non meno determinante jolly nelle due fasi!

E’ una mossa questa studiata e preparata da tempo, sin dai mugugni autunnali della superstar, e realizzatasi grazie anche al percorso fatto dai Suns negli ultimi anni. Difatti, con Booker ormai maturo, guida e dominus tecnico di ogni gara, e un Ayton ormai affermato, i Suns stavano continuando a fare ciò che nelle ultime due campagne li aveva proiettati alle vette della Western Conference, a vincere il maggior numero di gare da regular season e dietro solamente i Bucks per quelle da playoff, ma quest’anno anche sapendo fare a meno di Paul.

E’ con l’infortunio e relativa assenza prolungata di DBook che sono arrivati i problemi, e un record sceso sotto al 50% di vittorie iniziava a mettere brividi e far crescere l’ansia.

Perciò, nella mente di James Jones, è balenata l’idea di ri-fiondarsi su Durant subito dopo il colpo di testa di Irving, convinto che con Booker leader maximo ed Ayton spalla di lusso, persino KD e CP3 potrebbero gestirsi per attendere un pieno reintegro fisico, senza forzare rientri frettolosi da qui ai prossimi playoffs.

Inoltre, se Payne e Shamet tornassero competitivi dopo l’infortunio, Bazley ed Okogie appaiassero l’ottima difesa ad un attacco finora un po’ approssimativo e Wainwright facesse il contrario, avremmo pure delle “terze scelte” di livello mondiale, visto che sia TJ Warren che soprattutto Terrence Ross, probabilmente miglior pesca dal buyout, garantiscono qualità in uscita dalla panca che pochi possono vantare.

Ovviamente, il jolly di mercato tenuto in naftalina sin dai mancati accordi della offseason e buttato nella mischia di questa selvaggia deadline è stato Jae Crowder, senza il quale si è comunque continuato a navigare dignitosamente chiedendo gli straordinari a Torrey Craig, terzo in minuti totali, ed a Damion Lee, il cui ottimo apporto potrebbe ovviamente diminuire nel futuro prossimo.

Coi 45 e più milioni risparmiati per lui, Bridges, Saric e Johnson, i Suns si ritrovano un’irrisoria differenza a debito di 4.45 milioni sui contratti annui totali rispetto a prima della trade, avendo però una Four-Man Combo che nessuno riesce minimamente ad avvicinare e un eccelso supporting cast: l’Anello del mercato è senza dubbio il loro!

In Arizona è prassi che le star si isolino fronte a canestro e in post, ma pure che partecipino attivamente a playbook collettivi uscendo dai blocchi e sfruttando tagli e pick and roll: musica per le orecchie di KD, bizzoso in climi disordinati e ostili ma soldato affidabile e professionale all’interno di gruppi vincenti e coesi.

I tempi bui in questi lidi sono quindi arrivati al termine, e se era palese che Booker rappresentasse sin da subito la salvezza di lungo corso per un team tatuato underdog dalla maggior parte degli analisti, non era più così scontato lo diventasse Ayton, che pare aver accettato un ruolo di star di complemento che per ora gli calza a pennello.

La Western Conference come detto a inizio pezzo pullula adesso di pericolose mine vaganti, magari attardate in classifica e limitrofe al play-in ma sempre insidiose durante eventuali lunghe serie ad eliminazione, a cui aggiungere i profondi Clippers, gli imperscrutabili Mavs e i fortissimi ma quest’anno un po’ discontinui Grizzlies.

L’obiettivo alla ripresa sarà perciò giungere dietro a Denver (quasi irraggiungibile) per ottenere il fattore campo fino alle Conference Finals e puntare poi diretti all’obiettivo massimo. Non manca più nulla per riuscirci: il futuro è adesso per Phoenix!

2 thoughts on “Durant ai Suns per vincere adesso

  1. Il fatto che KD sia uno dei giocatori più dominanti della lega degli ultimi anni non è in discussione, così come il fatto che il suo trasferimento sposti gli equilibri, non solo ad ovest ma in tutta la lega.
    Detto questo mi sembra che la valutazione della trade sia un filino ottimistica.
    Caricarsi un contratto oneroso per uno che quest’anno compirà 35 anni e che nel 25/26 andrà a guadagnare oltre 54 milioni (quando di anni ne avrà 38) significa giocarsi la fiche del vincere subito, cosa che non sempre è facile da tradurre in realtà.
    Sul fatto che sia longevo fisicamente poi è molto soggettivo, KD nei Nets nei ultimi 3 anni ha giocato poco più della metà delle partite di regular season (129 su 226).
    Phoenix sicuramente diventa una contender accreditata ma resta un bel rischio sia economico che sportivo secondo me.

    • Male che ti va non vinci nulla ma puoi investire a fine contratto di KD i suoi 50 e passa Mln annui per un altro pezzo pregiato da affiancare a Booker ed Ayton, che come scritto nel pezzo pure da soli se la cavano alla grande ed hanno ancora 26 e 24 anni..quindi ribadisco il mio pensiero, ai Suns oggi e in futuro non servono pick ma un terzo violino con cui essere sempre favoriti per l’Anello almeno fino al 2031, che sia CP3, KD o altri..x longevità si intende aver recuperato alla grande dalla rottura del tendine d’achille, cosa non scontata assolutamente come puoi aver visto in Thompson e molti altri..le assenze ai Nets e quelle future ai Suns sono di carattere gestionale, a meno che poi qualcuno ti cada sopra il ginocchio provocandone una torsione..quella xò si chiama casualità…o sfiga..

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