Ciao 2022,

sei stato l’anno della guerra in Ucraina voluta da Putin, delle proteste delle ragazze in Iran, dell’assassinio assurdo dell’ex premier giapponese Shinzo Abe e, il giorno prima in Luglio, dell’uscita di scena da Downing Street di Boris Johnson.

Sei stato ancora l’anno del Covid, pur con meno limitazioni e con poche mascherine in giro, sei stato l’anno settantesimo e ultimo di regno della Regina Elisabetta e dell’addio, questa mattina, al Papa emerito Benedetto XVI.

In Italia è di nuovo cambiato il governo, da Draghi alla Meloni prima premier donna e Mattarella ha avuto il bis come capo di stato, mentre non solo da noi l’inflazione fa volare i prezzi, soprattutto della benzina.

E nello sport? Diciamo grazie per l’ultima volta a Serena Williams e Roger Federer sul campo, e a Pelè, per sempre; ma soprattutto sei stato l’anno del destino che finalmente si è compiuto per Messi, campione del mondo con la sua Argentina. Stiamo ancora cantando con loro… “Muchachos, ahora nos volvimos a ilusionar, quiero ganar la tercera…”

Campioni NFL sono diventati i Los Angeles Rams di Matthew Stafford contro i Cincinnati Bengals di Joe Burrow. In MLB Aaron Judge ha battuto 62 HR per il record in singola stagione e ha sfiorato la Triple Crown. Finalmente ha vinto l’anello Dusty Baker, alla guida degli Astros con l’ace Justin Verlander contro i Philadelphia Phillies.

Vediamo ora le 10 storie che ci ricorderemo per quest’anno dal mondo della NBA.

10. KYRIE OLTRE IL PARQUET

Continua la saga Kyrie Irving e non per meriti sportivi. Le ultime imprese ci danno il nostro eroe immischiato in una brutta storia che odora di antisemitismo, tra le altre. Resta il fatto che è diventato uno dei topic di discussione più in tendenza dell’intera NBA, ben oltre il confine americano.

9. L’ORIZZONTE FRANCESE

Era dai tempi di LeBron James in high school che non si verificava un fenomeno del genere. Per tutti sarà la prima scelta assoluta al prossimo draft. E’ alto 2 metri e 22 e tratta la palla come una guardia. Magrolino, ma con un hype che ci riporta indietro ai tempi del Prescelto. Il suo nome è Victor Wembanyama.

8. L’ICONA BUONA DELLA NBA

Una certa idea della NBA, un uomo saggio, portatore di valore sani che tutti vorremmo ritrovare. Colui che aveva più anelli che dita, il grande Bill Russell simbolo dei Celtics. Per una volta l’NBA piange davvero un simbolo, l’incarnazione del vincente e della sportività.

7. OH MY JA

E’ esploso Ja Morant, non solo per i click dei video su Youtube. Ha portato Memphis fino in semifinale ad Ovest, persa solo contro i futuri campioni dei Warriors. E pensare che ha vinto il Most Improved Player risultando ottavo per l’MVP, subito davanti a Steph Curry padrone della lega.

6. COACH POP IL PIU’ VINCENTE DI SEMPRE

Sempre sulla sua panchina degli Spurs, in un momento storico lontano anni luce dai fasti di Tim Duncan e compagni è arrivato il sorpasso. Don Nelson è stato scalzato come l’allenatore più vincente di sempre. Un mito, in attesa di un ultimo grande acuto.

5. ORMAI CI SIAMO LEBRON

E’ il record per antonomasia, quello dei punti segnati in carriera. L’ultima proiezione dà il sorpasso di LeBron su Kareem per l’inizio dell’anno nuovo. Nel frattempo per lui e i Lakers poca gloria e tanta confusione. L’impressione è che continui a giocare anche, se non soprattutto, per questo record e per stare insieme sul campo al figlio Bronny un giorno non lontano.

4. I CELTICS STANNO TORNANDO

Sono usciti a testa alta dalle Finals perse contro i Warriors e nonostante non siano ben chiare le gerarchie all’interno della Eastern Conference hanno un’ottima possibilità di ritornarci. Tatum ne è il leader, ormai nel suo prime.

3. ORA COMANDA LUKA

Non avrei tanti dubbi su chi sia ora il vero uomo di copertina dell’intera NBA. Si chiama Luka e viene dalla Slovenia. Dategli un supporting cast degno e lo vedremo giocare anche nel mese di giugno. La NBA è sua, nonostante i numeri, i premi di fine anno, gli anelli.

2. NIKOLA BIS

E’ anche un po’ fortunato perché è un momento storico dove tutte le altre grandi superstar hanno problemi di vario tipo o non sono così vincenti con le rispettive squadre. Di sicuro anche questa volta Nikola Jokic merita il titolo di MVP. Mi ha sorpreso, non lo nego, non meno di uno dei suoi favolosi assist.

1. WELCOME BACK CHAMPS

La dinastia firmata Steph, Klay, Dray e Steve è tornata dopo 4 anni. E’ il quarto titolo dal 2015, dopo due anni di sosta anche dal giocarsi le Finals. Ha commosso in particolare Steve Kerr, in lacrime in conferenza stampa per le vittime dell’ennesima sparatoria in una scuola.

Buon 2023.

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