I Milwaukee Bucks sono campioni NBA per la seconda volta nella loro storia. In gara 6 hanno battuto i Phoenix Suns 105-98, rimontando lo 0-2 di svantaggio iniziale nella serie portandone a casa 4 consecutive.

MVP delle Finals è ovviamente Giannis, ho detto persino che l’avrebbe vinto in ogni caso anche se fossero stati i Suns a laurearsi campioni. 50 punti, 14 rimbalzi, 5 stoppate e un roboante 17-19 ai liberi. Ora le lodi sono tutte per lui.

Anche LeBron, tifoso dichiarato di Chris Paul, deve congratularsi con tutta sincerità con il greco. Ha dominato gara 6 e la serie. Non doveva nemmeno esserci per un problema che sembrava molto grave al ginocchio. Ha riscritto la storia e ha fatto ricredere gli ultimi increduli.

Compreso il sottoscritto. Gli chiedo umilmente scusa, non pensavo avrebbe potuto portare la sua squadra al titolo. Si andava regolarmente a scontrare contro il muro difensivo avversario e aveva le polveri bagnate senza tiro da fuori ma ora ha alzato ulteriormente il livello del suo gioco.

Gli aggiustamenti di coach Bud hanno fatto il resto. Ha capito che il closer doveva essere non lui ma Middleton per il bene della squadra. Giannis, Middleton e Holiday, un trio di ragazzi umili e mai maleducati, mai sopra le righe. Un unicum nel mondo d’oggi e nella NBA in particolare.

Non ci avrei dato tanti dollari fino a poco tempo fa, pochissimi a maggior ragione dopo il 2-0 dei Suns. La scommessa è stata vinta con le armi giuste. Resilienza, coraggio, voglia e ancora umiltà, tanta umiltà. Quella che traspare non solo a parole ma soprattutto sul campo.

In un’epoca di superteam dove si cerca la scorciatoia per il successo Giannis ha vinto “the old fashioned way”, con un’ottima squadra intorno dove ognuno ha recitato alla perfezione la sua parte.

Dispiace per Chris Paul. È l’unico giocatore della storia ad aver perso 4 serie di playoff dopo un vantaggio iniziale di 2-0. Questo titolo alle sue prime Finals se lo meritava “honoris causa” ma onestamente è calato dopo la prima gara. Troppe palle perse, troppe indecisioni soprattutto nei finali di partita. Una mancanza di lucidità che si può spiegare forse con alcuni problemi fisici ma che ci ha lasciato esterrefatti.

Gara 6 è stata quasi perfettamente la gara che mi aspettavo, una volta tanto. I Bucks partono forte, poi i Suns recuperano, vanno anche avanti ma non riescano mai ad allungare e nel finale le energie premiano i padroni di casa, sostenuti da un pubblico che si può definire il migliore di sempre.

Non abbiamo mai visto 65000 tifosi stipati davanti ad un maxischermo fuori dal palazzo. Non è la NBA a cui siamo abituati. Onore alla città e allo stato intero, le immagini della folla festante sono anche un bel segno di coraggio per questa pandemia che non riusciamo ancora a scrollarci di dosso.

L’evoluzione di Giannis è stata sorprendente e spettacolare. E’ il sesto della storia a segnare almeno 40 punti in una serie di Finals ma i numeri almeno in questo caso, più di tutti gli altri, non dicono tutto.

E’ l’MVP delle Finals più dominante da diversi anni a questa parte, sui due lati del campo. Ha anche messo una tripla più un paio di fadeaway dalla media, si è preso completamente in mano il destino di queste Finals.

Entrò nella lega che era un bambino smilzo, con gli occhi grandi che non tradivano lo stupore ma mai la paura. E’ una bella storia, fatta di sacrifici, di ostacoli superati quando in tanti ti dicevano che non ce l’avresti mai fatta.

Ha regalato il secondo titolo ad una città che di basket se ne infischiava allegramente prima della sua ascesa. Lo stato è schiavo dei Green Bay Packers, con ogni ragione, ma quello spirito unico è stato trasmesso anche ai Bucks ormai.

Non ha solamente vinto un titolo. Ha portato quei 65000 fuori dall’arena come si diceva, ha completamento cambiato il panorama di un’intera realtà locale.

Il primo trionfo fu nell’ormai lontano 1971, con Kareem Abdul Jabbar giovanissimo e Oscar Robertson chioccia. Tanto tempo fa, quando il basket da queste parti lo vedevano in pochi.

La sensazione è che non sia finita qua. Giannis è nel pieno del suo prime e può ancora migliorare, il che obiettivamente fa paura.

Un due volte MVP ed ora campione ed MVP delle Finals con margini di miglioramento è una dichiarazione scioccante ma è la pura e sincera verità.

Vendeva per quattro soldi le statuette contraffate degli eroi greci all’ombra del Partenone. Ora l’eroe è lui e la sua statua, se non la erigeranno a fine carriera ad altezza naturale, vale già parecchio.

Big Bucks, come dicono loro. Grandi Bucks.

3 thoughts on “Giannis eroico a quota 50, i Bucks sono campioni per la seconda volta

  1. Capolavoro di Budenholzer fatto e finito.

    Il greco MVP a cronometro fermo: con le sue solite percentuali il 105-98 sarebbe stata una vittoria per Phoenix.

    I Suns avevano finito la benzina e quando a turno uno tra Paul o Booker stecca non hanno abbastanza potenza di fuoco per compensare.

  2. Grandissimo Giannis per tutta la serie, era affamatissimo, era concentratissimo, ha risposto ad ogni critica e, onestamente, ha fatto di TUTTO per far vincere i suoi Bucks.
    Grande anche il coaching staff di M.ha reagito allo 0-2, ha capito cosa fare e lo ha fatto.
    I Suns a mio parere hanno sì esaurito la benzina proprio alla fine, ma, sul 2-2, si sono accorti di aver fatto una stagione ben oltre le loro possibilità, stando nella parte alta del cielo, quando forse la squadra non era così attrezzata per quelle quote. Intendiamoci: gran merito a P.ha giocato bene e non era lì per caso, ma, mi viene da pensare che, senza gli infortuni delle stelle avversarie avrebbe trovato già un cammino molto più complesso sia con Lakers che Clippers. Spiace per CP3 che io ho sempre trovato un giocatore fortissimo, ma, specie le ultime 2 partite, non è stato impeccabile come necessitava ai Suns per vincere.
    A mio parere i Bucks il prossimo anno ci possono riprovare di nuovo, hanno bisogno solo di un paio di innesti di qualità che possono dare profondità al roster. L’augurio però è che il prossimo anno tutte le Star principali siano in grado di stare sul parquet e non si assista allo stillicidio di questo anno.

    • Un campionato NFL più che nba QUEST’ANNO VISTO GLI INFORTUNI. HO SEMPRE PENSATO CHE SIANO TROPPE LE PARTITE DI STAGIONE REGOLARE , POI QUEST’ANNO SI è RIPARTITI POCO DOPO. CMQ AI GIOCATORI è ANDATO BENE E SE VA BENE A LORO …

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