A fine febbraio gli Atlanta Hawks guidati in panchina da Lloyd Pierce arrancavano nelle zone basse della classifica della Eastern Conference iniziando a dare la sgradevole impressione che l’approdo alla postseason almeno per questa stagione fosse un punto di arrivo piuttosto che di partenza.

Contemporaneamente i Philadelphia 76ers si giocavano il primato del girone (risultato che centreranno in primavera) e la cura Doc Rivers sembrava rilanciare le quotazioni della città dell’Amore Fraterno per arrivare fino in fondo nella postseason.

Oggi, giugno 2021, guidata dal nuovo coach Nate McMillan e da uno straordinario Trae Young la franchigia della Georgia è arrivata a conquistare l’occasione di affrontare i Milwaukee Bucks con in palio la finale NBA partecipando alla finale di Conference per la prima volta dal 2015 mentre i Sixers, che solo quattro gare prima erano in vantaggio 2-1 e con l’inerzia della serie dalla loro, vedono per l’ennesima volta interrotta la loro corsa al titolo ad uno se non due passi dal traguardo con l’inevitabile inizio dei processi alla squadra (e no, non parliamo del Process da anni sulla bocca e sugli hashtag di tutti i supporters e membri dello staff di Phila)

Trae Young festeggia un nuovo, grande successo: la conquista della finale di Conference

Trae Young festeggia un nuovo, grande successo: la conquista della finale di Conference

La spettacolare semifinale della Eastern Conference conclusa sul 4-3 in favore degli Atlanta Hawks può sicuramente dirsi uno dei risultati più sorprendenti di questi NBA Playoff in cui quest’anno avremo quattro finaliste di Conference che hanno portato a casa complessivamente nella loro storia un solo anello con la denominazione attuale, quello vinto dai Bucks nel 1971 (a cui possiamo aggiungere il titolo dei St. Louis Hawks del 1958)

Sicuramente i favoriti Sixers hanno avuto i loro demeriti nel mancare una qualificazione che come accennato dopo le due vittorie consecutive in doppia cifra di scarto di gara-2 e gara-3 sembrava nettamente prendere la via di Philadelphia, ma sarebbe un grave errore non riconoscere i giustissimi meriti agli Hawks per come hanno ribaltato l’andamento della serie senza mai disunirsi nemmeno quando la squadra di Rivers ha ottenuto la seconda vittoria in trasferta in gara-6 e la possibilità di giocare la bella alla Wells Fargo Arena.

Andiamo per ordine e ripartiamo da gara-4 ad Atlanta che inizialmente sembrava seguire lo stesso copione della contesa precedente con i padroni di casa a rincorrere gli ospiti per la maggioranza della partita. Philadelphia ha controllato con autorità il primo tempo con la difesa di Rivers a cercare di disinnescare Trae Young e un attacco a tutta velocità che ha consentito ai Sixers di toccare il +18 e chiudere il primo tempo sul 62-49. 

La svolta per Atlanta è arrivata in un terzo quarto in cui Young ha intelligentemente capito che non era il caso di interpretare il ruolo di “uomo in missione” come avvenuto nella precedente serie con i New York Knicks e ha quindi cercato con i suoi 18 assist (season high) di coinvolgere soprattutto i compagni che finora avevano sostanzialmente marcato visita come Kevin Huerter, il cui tabellino (10 con 4/10 dal campo) non sarà stato irresistibile ma costituirà un’importante punto di partenza per il finale della serie, e soprattutto John Collins.

John Collins, finalmente tornato ai livelli della regular season

John Collins, finalmente tornato ai livelli della regular season

Il numero 20 di Atlanta non aveva confermato finora nei playoff i numeri e le giocate spettacolari che lo avevano visto protagonista nella regular season anche a causa del terribile duello con Joel Embiid ma per lui gara-4 è stata a tutti gli effetti la rinascita, anche qui non tanto per lo score finale che comunque dice doppia doppia con 14+12 rimbalzi ma soprattutto per come ha disinnescato Embiid in collaborazione col sempre prezioso Clint Capela (il camerunense ha tirato giù 21 rimbalzi in gara-4 ma ha tirato con un pessimo 4/20 e perso 4 palloni) e per aver trovato coi suoi voli sopra il ferro la grinta necessaria per rendersi protagonista del finale di gara.

Il punto a punto finale con Atlanta avanti di 1 a 20” dal termine ha infatti visto Collins commettere un’ingenuità tirando il pallone in faccia a un Clint Capela appostato per il rimbalzo ma nel successivo attacco di Philadelphia il nativo di Layton, dimostrando un’importante capacità di mantenere la concentrazione e non farsi condizionare dal pesante errore, ha ostacolato il tentativo di Embiid per il vantaggio Sixers con soli 8 secondi sul cronometro. 

Dopo non aver inciso per tutta la postseason è arrivata quindi da Collins una difesa fondamentale nel momento più difficile: vittoria Hawks e ritorno a Philadelphia sul 2-2.

L’approccio dei Sixers davanti al loro pubblico dopo una partita persa al fotofinish è stato devastante con la squadra leader di classifica della Eastern Conference che ha manifestato la chiarissima volontà di riprendersi subito il vantaggio nella serie ma soprattutto di ammazzare psicologicamente gli avversari.

L’attacco di Rivers ha aumentato ancora la già pazzesca velocità di gara-4 con devastanti contropiedi, giocate sopra il ferro, un Embiid nuovamente dominante (37 punti con 13 rimbalzi dopo il succitato 4/20 della gara precedente) e Seth Curry a punire ogni millimetro quadrato scoperto sul perimetro (36 con 7/12 da tre per il Curry minore) Il risultato di fine terzo quarto è pesantissimo: +24 Sixers a 2′ dal termine della frazione di gioco.

Seth Curry, cifre alla mano il miglior esterno per Phila nella serie

Seth Curry, cifre alla mano il miglior esterno per Phila nella serie

Per uscire vincitori dall’infuocata Wells Fargo con una situazione del genere e un solo quarto ancora da giocare occorre qualcosa di speciale, anche più della miglior prova di Trae Young nei playoff col fenomeno degli Hawks che chiuderà con 39 punti e 7 assist. A dare manforte al fenomeno texano nell’ultima frazione di gioco sono quindi arrivati i veterani: Lou Williams (15 con 7/11) e Danilo Gallinari (14 con 6/10) hanno iniziato il quarto quarto aprendo il fuoco dal perimetro e iniziando il tentativo di rimonta di Atlanta che trovava terreno fertile dalla drammatica carenza di energie dei Sixers dopo tre quarti all’arma bianca.

L’inerzia della gara ha iniziato ad andare inesorabilmente in direzione Hawks con la tabellata da tre punti ancora una volta di John Collins a 5’25” dal termine per riportare Atlanta in singola cifra di scarto dopo un’eternità cestistica e con Phila che in attacco non trovava più troppe alternative al tiro da fuori di Curry.

L’affondo decisivo è arrivato con un micidiale 15-0 Atlanta negli ultimi tre minuti e mezzo guidato dalle incursioni al ferro e dai floater di Trae Young e con un canestrone in allontanamento di Gallinari per il 107-104 Hawks a 30” dal termine. Il seguente 0/2 ai liberi di un Joel Embiid completamente scarico (e che aveva fino a quel momento 11/11 dalla lunetta) ha fotografato alla perfezione il successo degli ospiti.

Serie definitivamente verso Atlanta? Neanche per idea.

Gara-6 giocata alla State Farm Arena è stata una vera e propria battaglia senza esclusione di colpi, sicuramente la partita con l’intensità più elevata in questa serie dove contrariamente alle gare precedenti non ci sono stati enormi vantaggi nè clamorose rimonte. Nonostante il buon inizio di Atlanta, in doppia cifra di vantaggio nel primo quarto, i Sixers hanno preso il comando delle operazioni e contenuto tutti i tentativi di sorpasso della squadra di casa.

La scelta di Doc Rivers per il sesto episodio della maratona di Conference Semifinal è stata quella di chiudere l’area in difesa con Trae Young che ha fatto molta più fatica sia a trovare i suoi floater sia nei giochi a due con Capela e Collins, quest’ultimo limitato a 7 punti con 2/8 (anche se 10 rimbalzi) e protagonista di un accenno di rissa con Embiid che non è mai cosa bella da vedere e testimonia i nervi tesissimi di entrambi i lunghi.

Joel Embiid chiuderà ancora una volta in doppia doppia con 22 punti e 13 rimbalzi ma a fare la differenza in attacco sono stati soprattutto i tiratori con Seth Curry a riprendere il discorso da dove lo aveva lasciato in gara-5 (24 punti con 6/9 da tre) affiancato stavolta da un Tobias Harris in ritmo (24 anche per lui con 2/3 da tre e anche 5 rimbalzi)
Avrete notato che tra gli esterni non è stato finora menzionato un certo australiano da 2.08 di statura e 169 milioni di ingaggio…

La sesta partita della serie si è conclusa con la vittoria dei Philadelphia 76ers per 104-99 nonostante le rabbiose offensive di Atlanta nel finale a cui non sono stavolta bastati i 34 con 5/10 da tre del solito magnifico Young. Ennesimo ribaltone quindi con i Sixers che dopo la quarta vittoria della squadra viaggiante nella serie hanno avuto la possibilità di chiudere la pratica sul terreno amico.

Il pubblico della Wells Fargo Arena però ha rappresentato di fatto un elemento di pressione e non uno stimolo per Philadelphia. Non esattamente ciò che si confà a una franchigia vincente.

L’ultimo atto di una serie spettacolare e combattuta è stato quello che ha visto le percentuali più basse da ambo le parti (44% per Atlanta, 42.5% per Philadelphia) segno inequivocabile di una certa stanchezza. Ci si aspettava che fosse la squadra di casa ad approfittarne e invece ancora una volta gli Hawks hanno trovato quel guizzo in più per aggiudicarsi una gara ancora una volta priva di vantaggi importanti e anzi giocata punto a punto per tutta la sua durata.

Ad assistere Trae Young, stavolta limitato a 21 punti ma con 5/23 dal campo (anche se questi 5 sono arrivati soprattutto nel finale di gara) è stato di nuovo un Collins da doppia doppia con 14+16 rimbalzi (pur con soli 6 tiri presi, mettendone 5) affiancato da un maestoso Danilo Gallinari da 17 punti con 6/13 dal campo uscendo dalla panchina e dall’MVP di gara-7, Kevin Huerter.

Kevin Huerter lotta contro Seth Curry

Kevin Huerter lotta contro Seth Curry

Rinfrancato anche da una positiva gara-6 il tiratore ha messo su la sua migliore prestazione nei playoff timbrandone 27 con 10/18 dal campo conditi da canestri incredibili in risposta al solito Seth Curry da 6/10 dal campo e 3/5 da tre. Non basta l’ultima doppia doppia di Joel Embiid con 31 punti, 11 rimbalzi e 11/21 dal campo: vincono gli Hawks espugnando per la terza volta l’arena di Phila e volando in finale di Conference.

Mentre Atlanta si gode il trionfo e attende la serie con i Bucks in cui sarà fondamentale che l’apporto di John Collins e dei giocatori d’esperienza continui sulla falsariga delle ultime gare Philadelphia fa quindi i conti con un’altra eliminazione che la esclude dalla finale NBA obiettivo di franchigia ormai da tanti anni. Si vince e si perde di squadra, certo, ma sul banco degli imputati finisce soprattutto il succitato australiano di 2.08 di statura e 169 milioni di ingaggio.

Il motivo per cui non avete finora trovato traccia di Ben Simmons in questo pezzo è che nelle ultime 4 gare, malgrado avesse iniziato bene la serie includendo anche il primo tempo di gara-4, l’apporto dell’australiano è stato completamente nullo. Simmons si è rivelato del tutto avulso dal gioco offensivo dei suoi finendo a ricoprire principalmente il ruolo di marcatore di Trae Young e trovando assist solo in situazioni di transizione.

Possiamo riassumere la seconda metà della serie di Simmons in due istantanee: la sua gara-7 con solo 2/4 dal campo (tra l’altro i tiri realizzati sono entrambi schiacciate) e l’ovazione della Wells Fargo Arena dopo un suo 2/2 ai liberi in gara-5, conclusa con 4/14 dalla lunetta.

Attualmente il giocatore col contratto più oneroso dei Sixers è un esterno che non sa tirare (e non tira) ha come unica arma il gioco in transizione veloce, senza il quale si perde irrimediabilmente, e non è sufficientemente coinvolto nel gioco della sua squadra per trasformare in una risorsa il fatto che non si è mai capito quale sia il suo ruolo. In questo modo il ruolo di esterno principale è stato rivestito da un Seth Curry arrivato come tiratore per aprire le difese data anche l’incostanza di Tobias Harris (altro contrattone da 148 milioni abbondanti fino al 2024) che non riesce proprio a fare due partite positive di fila nei playoff.

Piazzare Simmons sul mercato è pressochè impossibile (contratto pesantissimo per un giocatore che è anche condizionante) recuperarlo e renderlo incisivo quando conta è difficilissimo e comunque lo staff dei Sixers ci sta provando da anni in ogni modo. Così come l’anno scorso l’offseason di Philadelphia sarà davvero complicata e sarà interessante vedere come la franchigia riuscirà ad uscirne ancora con una squadra in grado di puntare all’anello.

Per Atlanta e per lo spettacolare Young invece il sogno continua ma ora arriva un ostacolo ancora più difficile: Giannis Antetokounmpo con i suoi Milwaukee Bucks che hanno eliminato la favorita Brooklyn. Ancora una volta la squadra allenata da Nate McMillan parte inevitabilmente col ruolo di underdog: a Trae Young, John Collins e al resto dei giocatori di Atlanta il compito di smentire di nuovo i pronostici e portare gli Hawks in finale NBA per la prima volta da quando sono di casa in Georgia.

One thought on “Atlanta schianta il Process e vola in Finale di Conference

  1. Rivers da quando ha mollato i Celtics non ne ha combinata una giusta. Il suicidio dei 76ers è l’ultima perla della collezione).
    Draft scarso, quello del 2016, ma Simmons è stato preso alla 1a assoluta quando c’erano Jaylen Brown e Sabonis, per esempio. Una scommessa la perde solo chi la fa ma il contratto seguente?

    La sorprendente Atlanta sarà polverizzata dai Bucks dell’ex Budenholzer (Gallinari che marca Antetokoumpo? Ci sarebbe da stare svegli solo per vedere quello) come da classifica di regular. Avranno tempo di rifarsi, gli Hawks, appena liberatisi di certi contratti assurdi… Danilo playoff: 12,5 ppg 4,2 rpg 1,1 ast 41,5% FG su 25 mpg per 20milioni.

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