La semifinale di Eastern Conference tra i Philadelphia 76ers primi classificati del girone e gli Atlanta Hawks, unica squadra ad aver passato il primo turno nonostante lo svantaggio del fattore campo, è entrata a tutti gli effetti nel vivo.

Tanti i motivi di interesse intorno a questa serie che ambedue le squadre affrontano forti di un 4-1 nel loro turno precedente: da un lato i Sixers chiamati a cancellare il deludente sweep dello scorso anno al primo turno contro Boston che sembrava per certi versi avere frenato pesantemente le ambizioni di titolo di Philadelphia, dall’altro gli emergenti Hawks al ritorno alla postseason dopo anni di assenza e che hanno dominato i New York Knicks sotto tutti gli aspetti nel turno precedente.

Il responso del campo per ora dice 2-1 Philadelphia con il fattore campo in mano alla squadra di Doc Rivers grazie a due successi con ampio margine in gara-2 e gara-3 vinte ambedue con 16 punti di scarto. L’inizio della serie, però, aveva nettamente sorriso agli Hawks che in gara-1 al Wells Fargo Center avevano ripreso il cammino playoff esattamente come era iniziato contro i Knicks: dominando gli avversari sul proprio campo con la stella di Trae Young (doppia doppia da 35 punti e 10 assist in gara-1) sempre più sfavillante.

Il floater di Trae Young contro i Sixers in gara-1

Il floater di Trae Young contro i Sixers in gara-1

Al termine del primo episodio della serie però la squadra di casa ha subito messo in chiaro le proprie ambizioni concrete di arrivare fino in fondo. Sprofondati a -19 nei minuti iniziali dell’ultimo quarto, i Sixers hanno messo su una rimonta guidata manco a dirlo da Joel Embiid la cui presenza in gara-1 non era sicura a causa di un infortunio al ginocchio destro nel primo quarto di gara-4 contro i Washington Wizards e che lo aveva costretto a non prendere parte alla successiva gara-5 in cui la sua squadra ha poi chiuso la serie contro i capitolini.

Embiid è andato a un rimbalzo dalla doppia doppia chiudendo con 39 punti e 12/21 dal campo ma soprattutto, come accennato, dando il via al recupero dei Sixers che sono arrivati fino al -3 a 100 secondi dal termine prima che Bogdan Bogdanovic infilasse la quinta delle sue 5 triple di serata per zittire l’arena di Philadelphia risvegliata dalla rimonta dei propri beniamini.

Atlanta ha concluso gara-1 vincendo 128-124 e prendendosi il fattore campo ma il rabbioso rientro di Philadelphia, se non è riuscito a consentire la vittoria dei Sixers, ha dato comunque un senso ben diverso al prosieguo della serie. Si può dire che per la prima volta in questi playoff gli Hawks abbiano affrontato la vera pressione dei playoff NBA e il finale di gara-1 ha visto le certezze dei giocatori allenati da Nate McMillan andare sgretolandosi, il che ha prodotto palloni buttati in quantità contro la difesa alta degli uomini di Rivers.

Fino all’ultimo quarto di gara-1 gli Hawks hanno infatti avuto l’approccio mentale perfetto per la postseason battendo i Knicks giocando per larghi tratti sui loro ritmi bassi e martellando Philadelphia con le giocate in transizione di Trae Young che portavano spesso a punti prima che la difesa dei padroni di casa avesse il tempo di piazzarsi.

Quando però Atlanta si è trovata nella situazione di difendere un vantaggio che sembrava assodato queste transizioni si spegnevano spesso a metà campo e la difesa stessa degli Hawks, dovendosi chiudere su uno straripante Embiid, lasciava scoperto il perimetro per le bombe di Danny Green, Seth Curry e Tobias Harris.

Così in gara-2, benchè i Sixers avessero appena perso il fattore campo, la squadra di Rivers ha mostrato una prontezza mentale da vera contender e ha dominato la partita guidata ancora una volta da un Embiid versione MVP: 40 punti con 13/25 dal campo e 13 rimbalzi senza che nessuno tra gli Hawks riuscisse a fermarlo, tantomeno un John Collins da soli 8 punti con 6 falli (ma anche 10 rimbalzi).

Nella nostra analisi della serie tra Atlanta e New York avevamo rimarcato come fosse necessario per Atlanta il miglior Collins visto nella regular season per giocarsela alla pari con Phila; il contributo del lungo sta effettivamente crescendo ma non è ancora sufficiente a fermare il dominio totale di Embiid e la sfida tra i due appare davvero impari.

Joel Embiid incita la folla dopo aver dominato gara-2

Joel Embiid incita la folla dopo aver dominato gara-2

Il copione di gara-2 si è ripetuto anche ad Atlanta dove ci si poteva aspettare una gara più equilibrata e in particolare gli Hawks a provare ad attaccare con più spregiudicatezza come era avvenuto contro i Knicks. Nel corso di gara-3 sono stati invece i Sixers a cercare l’allungo già al termine del primo quarto (21-14 Philadelphia all’8′) per poi trovare il vantaggio in doppia cifra già nella frazione successiva sul +12 e controllare autorevolmente i tentativi di rientro della formazione di casa.

Philadelphia vince imponendo quindi la sua pallacanestro per un risultato finale che ora la vede favorita anche oltre il 2-1 attuale della serie. Le chiavi di questo vantaggio non si riducono però solo al fantastico Embiid dei playoff.

Partiamo dalla profondità: Doc Rivers ha tantissime opzioni per il suo gioco. Sotto canestro attualmente la superiorità dei Sixers è schiacciante con Dwight Howard in grado di sostituire Embiid dandogli fiato e senza che questo faccia perdere qualità al frontcourt di Philadelphia a cui Atlanta, stante un Collins come accennato ancora non ai massimi livelli, può opporre poco più dell’atletismo di Clint Capela.

Ma anche sul perimetro i Sixers si stanno imponendo soprattutto grazie alle triple di Seth Curry, il cui acquisto in offseason è sempre più prezioso ogni giorno che passa, e di un ritrovato Tobias Harris le cui prestazioni ai playoff (ben 23.6 punti di media con 9.3 rimbalzi) stanno trovando ora quella concretezza di cui Philadelphia aveva bisogno per il salto di qualità.

Tobias Harris col suo coach Doc Rivers

Tobias Harris col suo coach Doc Rivers

Per descrivere l’ampiezza delle rotazioni di Rivers rispetto a quelle a disposizione di McMillan basti pensare che per Philadelphia l’infortunio di Danny Green è sicuramente una tegola ma a cui Philadelphia può rimediare, mentre quello di DeAndre Hunter per Atlanta (che non rientrerà più quest’anno) è molto più pesante per gli Hawks che dovranno continuare a sostituirlo con un Solomon Hill che in stagione produce la miseria di 4.5 punti a gara. 

Certo, Atlanta può affidarsi al gioco in transizione che come accennato si sta rivelando la sua arma principale, ma da questo punto di vista stanno salendo pesantemente anche le quotazioni di Ben Simmons.

L’australiano sta trasformando in un suo punto di forza il fatto che da anni si stia cercando di capire il suo vero e proprio ruolo e si sta rivelando una vera e propria mina vagante in grado di alzare improvvisamente i ritmi gara e di squarciare la difesa andando al ferro e producendo gioco per i compagni. Da due sta tirando con 16/21 nella serie (7/7 in gara-1) oltre a produrre assist spettacolari.

Di contro Trae Young sta finora trovando ad affiancarlo solo la costanza di Bogdan Bogdanovic e un ottimo Danilo Gallinari a svolgere il ruolo di uomo d’esperienza che parte dalla panchina. Young è sempre un giocatore fantastico e ha confermato l’assenza di timore reverenziale nei confronti dell’esordio ai playoff NBA chiudendo 2 delle 3 gare di questa serie in doppia doppia (detto di gara-1 abbiamo anche 21 punti e 11 assist nella partita successiva, nonchè 28 con 8 assist e 3/6 da tre in gara-3) ma non sta trovando più molte risposte dal suo supporting cast che deve necessariamente salire di rendimento.

Cruciale sarà quindi gara-4 che Atlanta giocherà in casa lunedì notte. Molto del risultato finale della serie si deciderà in questa partita che gli Hawks non possono permettersi di perdere se vogliono lottare per la finale di Conference.

Un successo dei padroni di casa potrebbe aiutarli a ritrovare quelle certezze che gli hanno permesso di vincere e convincere contro New York; il campo ha tuttavia detto finora che i Sixers hanno preso il comando della serie al di là del risultato e sarà molto difficile per gli uomini di McMillan arrestare la corsa di Philadelphia verso il turno successivo.

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