11-Patrick Williams (F-Florida State) – San Antonio Spurs

Ala grande o piccola, lungo e forte nei suoi 6’9, Patrick Williams ha dato lampi di luce splendente nella freshman season a Florida State, per merito dei quali si affaccia oggi nel panorama NCAA come più giovane prospetto del Draft, a 19 anni appena compiuti!

Si è distinto nel front court sia per la versatilità difensiva da rim protector secondario (5.6% block rate), che nelle progressioni in attacco da spot-up e playmaker supplementare, sebbene lo stile rudimentale dovrà perfezionarsi, al pari delle percentuali al tiro, chiuse col 32%. Le big wing sono da sempre merce ricercata in NBA, e il suo skillset a 360°, compreso l’ottimo 84% nei liberi, sarà certamente preso in considerazione per il potenziale da giocatore d’impatto che lascia intravedere.

12-Precious Achiuwa (C/F-Memphis) – Sacramento Kings

Forward ibrida da 6’9 e 7’2 di apertura alare, Achiuwa è il prototipo profilo NBA richiesto nelle due fasi del gioco, per merito dell’energia e forza fisica con la quale si esibisce vicino il paint. Con 15.8 punti e 10.8 rimbalzi ha raggiunto l’AAC Player of the year honors, elevandosi in transizione, creando fuori dal palleggio, generando spazi per il perimetro e partecipando egregiamente al ball movement.

In difesa poi primeggia quale stopper atletico su più ruoli, sia accoppiandosi a guardie che a protezione del ferro, nelle stoppate e sulla versatilità a giocare centro, chiudendo la tornata con 0.61 pts per possesso subiti al 76mo percentile. In avanti ottimamente conclude l’azione a tabellone, mentre da freshman ha terminato con 32.5% da 3 e al 60 nei liberi, dando comunque a vedere un work in progress facilmente perfezionabile.

13-Aaron Nesmith (SG-Vanderbilt) – New Orleans Pelicans

Prima dell’infortunio al piede che ne ha concluso prematuramente la stagione, Aaron Nesmith – sophomore di 198 cm per 96 kg – era il miglior tiratore da tre del college basketball, con l’eccellente 52.2%, al quale aggiungere il 50 da due. In particolare è stata l’abilità nei colpi dall’angolo e in movimento ciò che ha attirato gli scout e che ne farà una possibile top 15, a nostro avviso perfetta per un team come quello della Louisiana, che annetterebbe a roster uno dei più pericolosi e letali prospetti catch and shoot della futura tornata, sperando poi che la sua capacità ad imparare il ruolo gli consenta di progredire anche nel lato difensivo, ad oggi suo cruccio. In 14 gare a Vanderbilt in SEC Conference ha performato pure 23 punti di media e quasi 5 rimbalzi.

14-Cole Anthony (G-North Carolina) – Boston Celtics

Parlare di guardie provenienti da North Carolina mette sempre i brividi; in più Anthony, secondo le maggiori analisi di esperti e critici e alle quali ci siamo accodati durante le numerose preview fatte, veniva accostato come minimo alle prime 5 chiamate, prima di deludere nella stagione da freshman e arrendersi ai problemi al menisco, e di conseguenza ritrovarsi oggi fuori dal lotto dei big, almeno nelle ipotesi! Le caratteristiche da elettrico shot-maker dal range profondo comunque attirano ancora, così come i giochi in pick and roll e quelli da initiator dinamico. L’esigua stazza però mette moltissimi dubbi sulla tenuta e reale efficacia nel lato difensivo del parquet, sebbene abbia spesso dimostrato ottima visione di gioco a rimbalzo e nelle deviazioni dei passaggi fra le linee.

15-Vernon Carey (C-F-Duke) – Orlando Magic

Centro Blue Devils da 208 cm per 122 kg, Carey Jr ha concluso la stagione da freshman con 17.8 punti, 8.8 rimbalzi, 1.6 stoppate a partita in 31 giocate, per 25 minuti di media, forse un po’ esigui e causa dell’indisciplina fisica che lo porta sovente al fallo. Atletico ed energico, è stato il fulcro dell’Offense di Duke, agile nonostante la stazza perentoria ma anche dalla mano calda per terminare a ferro l’azione (59% su 11 tentativi); ha però diminuito al debutto in ACC le conclusioni da fuori, limitate a sole 21 totali, specializzandosi nelle avventure in the paint, pure per una mobilitĂ  carente ad emigrare in esterno.

16-Theo Maledon (G-Asvel) – Portland Trail Blazers

Maledon è reduce da ottime referenze giovanili nella Francia natia, per la quale ha vestito pure la casacca, nonché pupillo di Tony Parker. Possente per una guardia nel suo 6’5, è altresì abile a scartare le difese altrui in palleggio, ad esibirsi in pick and roll e nello spot up fuori dall’arco, lasciando alle situazioni da catch and shoot l’unico imminente motivo di crescita. Rispetto al suo compagno e connazionale Killian Hayes, è un prototipo di pg più solida, matura e meno estrosa, che necessita di ritmo da parte della O-Zone per entrare in cadenza con l’azione e performare un’ampia visione di gioco.

17-Tyrese Maxey (G-Kentucky) – Minnesota Timberwolves

Da Kentucky, Maxey non è una guardia fisicamente imponente, ma ciò che attrae è lo skillset vario nella parte offensiva del parquet e causa di un iniziale appeal che lo poneva a ridosso delle prime dieci pick, pure per la stagione in procinto di svolgere alle dipendenze di un genio quale Calipari.

Se le prestazioni ai liberi, la creazione dal palleggio e nel catch and shoot si sono mantenute secondo le previsioni, ciò che lo allontana dalla vetta sono le medie dall’arco, basse per un Top Prospect che si affaccia al Draft, per il quale poi 14 punti per game non sono un ottimo biglietto da visita. Al contempo però, la stazza esigua non gli ha impedito di accoppiarsi in isolamento anche ad ali e di contrastare i tiri col 6’6 di wingspam.

18-Tyrell Terry (G-Stanford) – Dallas Mavericks

Versatile piccola guardia da Stanford di 185 cm per 72 kg, Terry è uno shooter affidabilissimo e versatile, reduce da un pregevole 41% dalla lunga, abile nello spot up e al 99mo percentile in catch and shot slot, con 1.5 punti per possesso. Lo accoppiamo ai Mavericks o a qualunque team necessiti di grandissimi performer in jumper, mettendo per ora da parte la copertura e il ball handling da inizio azione.

19-Saddiq Bey (F-Villanova) – Brooklyn Nets

Bey è una wing e prototipo profilo moderno NBA da 6’8 da Villanova, difensore e rimbalzista da freshman, dove ha contribuito in quasi 30 minuti per gara con 8.3 punti, 37.5% da tre, prima di esplodere al secondo anno raddoppiando tutte le cifre e divenendo un potente arsenale offensivo, raggiungendo il quarto posto della nazione per le percentuali fuori dall’arco (.451) e ricevendo l’All-Big East Honors e il Julius Erving Award destinato alle ali piccole, titolo in precedenza assegnato a Josh Hart e Mikal Bridges. Taglia, altezza e abilità da ruolo multiplo sono le caratteristiche che lo faranno entrare in NBA.

20-RJ Hampton (PG-New Zealand) – Miami Heat

Strana storia quella di Hampton, adocchiato da molti scout ma reduce dall’esperienza in NBL Australia, nella quale le doti tecnico atletiche si sono mantenute elite ma le performance statistiche si sono affievolite.

La chiamata in top 20 vorrebbe dire impattarlo da subito e sfruttare l’abilità difensiva a recuperare palla e in attacco nelle finte dal palleggio e in penetrazione, unite alla potenza da point guard di 1 metro e 96, longilinea e lunga nelle movenze, con quasi due metri di wingspam! Da migliorare le brutte prestazioni ai liberi in lunetta, dove potrebbe presenziare spesso dato lo svariato skillset offensivo, e le selezioni al tiro.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.