Doveva essere, a detta di molti, una trade deadline tranquilla, con scambi minori e a basso costo con cui le contender si sarebbero rafforzate e gli scontenti avrebbero cambiato aria.

Invece la chiusura del mercato per la NBA 2020 è stato questo ma anche molto altro: altarini che si scoprono, sassolini che vengono levati dalle scarpe, mosse fatte guardando non al breve ma anche al medio e lungo periodo.

Ecco un po’ di voti alle squadre che maggiormente si sono mosse.

Golden State Warriors: 7,5

Nonostante i proclami degli ultimi 6 mesi, alla fine la dirigenza Warriors ha gettato la maschera: D’Angelo Russell era stato firmato in estate sostanzialmente per essere utilizzato come merce di scambio.

A quanto pare, le speranze di inserirlo efficacemente nel sistema Warriors erano poche, e pur senza la controprova di vederlo l’anno prossimo insieme a Curry e Thompson, Lacob e Myers si sono mossi in anticipo per cederlo all’unica franchigia che avrebbe fatto davvero i ponti d’oro per averlo: a Minneapolis dal suo migliore amico KAT.

La contropartita è intrigante, ma non è propriamente una polizza di assicurazione per la continuazione della Dinastia: Andrew Wiggins finora ha mantenuto poche delle aspettative (altissime) che ci sono sempre state nei suoi confronti. Peggio di Glenn Robinson III o Alec Burks non lo sarà mai, ma farà meglio di un Harrison Barnes?

Minnesota Timberwolves: 7

A Minneapolis hanno fatto l’unica cosa che potevano realisticamente fare: accontentare il proprio miglior giocatore, allontanando per 1 anno o 2 la prevedibile richiesta di essere ceduto.

Con DLo può formare una bella coppia 1-5 e i Twolves possono provare a costruirci attorno una squadra con un senso, fermo restando che da soli non bastano per i playoffs ad Ovest.

Nel contempo, si sono sbarazzati una volta per tutte del contratto e delle polemiche che da sempre Andrew Wiggins si porta dietro: da tutti considerato un bravo ragazzo e un giocatore di talento, non è mai esploso nel Minnesota ma non è detto che non possa farlo in un contesto completamente diverso come quello della Baia.

Anche Deng ha cambiato aria (Memphis): al suo posto arriva da Miami James Johnson che ha un quarto del talento di Wiggins ma, quando vuole, il quadruplo della cazzimma.

Miami Heat: 8

Hanno rinunciato a Gallinari per non volersi impegnare a lungo termine con lui, e ci può anche stare, ma per il resto hanno messo a segno un paio di colpi non irrilevanti in ottica playoffs: fuori Dion Waiters, Justise Winslow e James Johnson, dentro Solomon Hill, Andre Iguodala, Jae Crowder. Questi ultimi 2 si prevede verranno inseriti in rotazione per essere pronti per i Playoffs, quando i 3&D di qualità non sono mai abbastanza e questi erano il meglio che offriva il mercato.

Los Angeles Clippers: 8

Anche qui una bella mossa in ottica Playoffs: arriva uno dei migliori tiratori da 3 della Lega, Marcus Morris, in cambio di Moe Harkless ed una prima scelta futura. Una controfigura per George e Leonard, spesso a riposo per load management, proprio male non fa.

Cleveland Cavaliers: 7

Ed eccoci arrivati ai sassolini tolti dalle scarpe: Detroit pigia il pulsante rebuilding e comincia a smantellare il pezzo più grosso del suo roster, prima di perderlo per niente a fine anno: Andre Drummond arriva in saldo ai Cleveland Cavaliers che ricambiano con John Henson, Brandon Knight e una seconda scelta futura. E’ un affitto per 2 mesi che potrebbe portare ad una conferma, chissà: la coppia Drummond-Love fa tanto anni 80 ma è comunque ben assortita. Peccato che siamo nel 2020.

Houston Rockets e Atlanta Hawks: 6,5

Ed eccoci alla mega trade a 4 con 12 giocatori coinvolti, di cui sostanzialmente solo 2 sposteranno forse qualcosa: Covington a Houston e Capela ad Altanta.

Houston prova a scendere sotto la Luxury dopo essersi resa conto che il contratto dato alla svizzero è ormai sostanzialmente inutile con Westbrook sempre in mezzo all’area in cerca di spazio: meglio andare per l’ennesima volta all-in scommettendo su Tucker centro e Covington ala forte…

Altanta aggiunge un giocatore NBA al suo roster, il che non fa mai male, ma rimane da vedere se anche lei non si pentirà di dover pagare il contratto a Capela nei prossimi anni…

Philadelphia 76ers: 6,5

Sul mercato c’era di meglio, ma anche così non è male: Glenn Robinson III e Alec Burks giocano 3 ruoli e sono gambe fresche per una panchina asfittica. Certo, lo spogliatoio forse avrebbe più bisogno di un buon psicologo che di nuovi innesti, ma questo è un altro discorso…

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