Sebbene gara 3 non sia stata una di quelle partite che verranno ricordate per la qualità del gioco espresso in campo, di certo è stata finora la gara più eccitante, con Toronto che dopo 3 ore è riuscita a prevalere dopo due tempi supplementari. Dopo tre partite Milwaukee è ancora avanti ma invece di un possibile e rassicurante 3-0 il tabellone recita un ben più incerto 2-1, con gara 4 da disputare giovedì notte allo Scotiabank Arena di Toronto contro una squadra – i Raptors – di nuovo in grado di guardare al futuro con (moderato) ottimismo.

Per entrambe le squadre in campo ci sono stati tanti tiri sbagliati, falli un po’ ingenui e molte palle perse. Nessuna delle due franchigie ha disputato infatti una gran gara ma i Raptors sono partiti decisamente meglio dei Bucks, andando avanti in doppia cifra nella prima metà di gara e arrivando all’intervallo avanti nel punteggio 58 a 51. Durante l’arco di tutta la partita c’è però sempre stata la sensazione che Milwaukee da un momento all’altro potesse riportarsi sotto, un po’ come era accaduto in gara 1.

Il ricongiungimento sì è effettivamente concretizzato sul finale del quarto quarto, quando Khris Middleton ha trovato un facile layup del pareggio a poco più di due secondi dal termine mandando così le due squadre ai supplementari. Alla fine del primo overtime è invece George Hill a mettere i due tiri liberi che pareggiano il conto totale, mentre Kawhi Leonard dall’altra parte manca il jumper che avrebbe potuto sancire la vittoria per Toronto.

Altri 5 minuti di basket, ma Giannis all’inizio del secondo tempo supplementare commette il suo sesto fallo e deve quindi abbandonare il campo: a quel punto i Bucks non trovano alternative valide in fase di attacco e Toronto riesce ad ottenere la vittoria necessaria per mantenere viva la speranza di arrivare alle finali.

Entrambe le squadre hanno dimostrato ancora una volta quanto il proprio destino sia profondamente legato alla prestazione della loro superstar. Milwaukee per la prima volta ha visto Antetokounmpo rimanere imbrigliato nell’asfissiante e costante raddoppio di marcatura della difesa dei Raptors, che lo ha limitato ad un totale di 12 punti.

Nei Raptors molti giocatori hanno portato il loro contributo alla causa, ma è indubbio che una larga parte della vittoria vada ascritta alla prestazione di Kawhi Leonard. L’ex Spurs ha registrato un’altra prestazione da incorniciare: rimanendo in campo per 52 dei 58 minuti di gioco, Leonard ha totalizzato 36 punti (di cui 8 nel secondo tempo supplementare) e si è preso sulle spalle tutto il peso dell’attacco dei canadesi, soprattutto quando sia Kyle Lowry che Norman Powell hanno dovuto abbandonare il campo per raggiunto limite di falli.

Leonard ha risposto nuovamente alla chiamata in “clutch time” da vero leader, prendendosi carico di segnare i jumper decisivi alla fine del quarto quarto e nei due tempi supplementari. Per lui, come spesso accade, il roboante stat sheet non è sufficiente per raccontarne l’immenso valore, visto che il suo apporto difensivo è stato determinante per imbrigliare per una sera il Greek Freak ed è risultato quindi tanto importante quanto i punti messi a referto.

Per quanto riguarda il resto della squadra – il cosiddetto supporting castPascal Siakam ha giocato un’ottima partita dopo una gara 2 da dimenticare, riportando un totale di 25 punti con 9 su 18 dal campo, 2 su 5 da tre e 11 rimbalzi. Altrettanto bene ha fatto Norman Powell uscendo dalla panchina: per lui 19 punti con un bel 7 su 13 dal campo e 3 su 5 da dietro l’arco. Anche per Marc Gasol, tra i più in difficoltà nelle prime due gare, finalmente una prestazione positiva chiusa con 16 punti e 12 rimbalzi ed un “perfetto” 50% sia dal campo (5 su 10 dal campo e 4 su 8 da tre).

Le note dolenti per Toronto vanno trovate in un Kyle Lowry oggi sottotono, in campo solo per 31 minuti anche per via dei troppi falli che lo hanno costretto all’abbandono anticipato. Per Lowry un totale di 11 punti ed in generale un basso volume di gioco con appena 7 tentativi dal campo (di cui 4 a segno). Infine bisogna menzionare Danny Green, che ha disputato fin qui la sua peggior prestazione personale di questi playoffs, riportando appena 3 punti ed un inguardabile 1 su 9 dal campo con 1 su 6 dai tre punti.

Per Milwaukee come detto la storia del giorno è ovviamente il ridotto contributo offensivo di Antetokounmpo, che oltre ad aver segnato solamente 12 punti ha chiuso con un brutto ed insolito 5-16 dal campo, 0 su 3 dai tre punti e 2 su 7 dalla linea dei tiri liberi. C’è da dire che il suo contributo sotto le plance si è fatto sentire, visto che il greco ha totalizzato ben 23 rimbalzi (career high nella postseason).

Ma il consueto dominio in attacco di Giannis è venuto a mancare in questa gara più per merito della difesa avversaria che per demeriti personali: Toronto infatti non solo gli ha messo addosso uno dei difensori migliori dell’NBA in Kawhi Leonard, ma ha anche costantemente raddoppiato la marcatura concedendogli pochissimo spazio per andare a canestro.

I due giocatori più prolifici per i Bucks sono stati George Hill – 24 punti, 7 su 9 dal campo e 3 su 4 da dietro l’arco – e Malcolm Brogdon – 20 punti, 8 su 17 dal campo e 3 su 8 dai tre punti – entrambi partiti in panchina. Bene anche Brook Lopez con 16 punti, mentre è rimasta parecchio in ombra la “second option” dei Bucks, quel Khris Middleton fermo a 9 punti ed un orrendo 3 su 16 dal campo con 1 su 6 dai tre punti. Stats quasi identiche (in negativo) anche per Eric Bledsoe, che ha chiuso a quota 11 punti solo per via di un paio di tiri liberi in più. Discutibile prestazione anche per Mirotic con 10 punti, 3 su 11 dal campo e 1 su 7 da dietro l’arco.

Per concludere, i Toronto Raptors hanno oggi diversi motivi per sperare di poter ribaltare una serie che fino ad ora aveva visto Milwaukee in netto vantaggio fisico e tecnico, in primis grazie alla difesa che in gara 3 ha consentito di minimizzare l’impatto di Giannis Antetokounmpo. Tuttavia, il livello di “confidence” della squadra potrebbe risentire del fatto che, anche riuscendo a controllare Giannis, i Raptors siano riusciti a strappare la vittoria soltanto dopo due tempi supplementari.

La palla ora passa a coach Budenholzer, che dovrà inventarsi “l’adjustment dell’adjustment”, ovvero rimescolare le carte per Milwaukee per rendere meno efficace la doppia marcatura su Antetokounmpo. Per Toronto, gara 4 è ancora una must win ma bisognerà anche tenere d’occhio lo stato di salute di Kawhi Leonard, visivamente alle prese con un problema ad una gamba fin dal primo quarto.

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