La serie tra Celtics e Bucks rappresenta per entrambe le franchigie il vero inizio dei playoffs: troppa la differenza in termini di talento tra Detroit e Milwaukee e tra Boston ed Indiana per avere anche un minimo dubbio su chi sarebbe passato al secondo turno. Ed infatti, sia i Celtics che i Bucks hanno chiuso la pratica con largo anticipo, guadagnandosi una settimana di risposo.

Per tifosi ed addetti ai lavori la pausa forzata non ha fatto altro che aumentare la voglia viscerale di vedere una vera serie di playoffs. Possiamo dire con tranquillità che la serie tra Celtics e Bucks è esattamente questo e molto altro. Molte le story lines riguardanti i Green di Boston che abbiamo discusso fino allo sfinimento durante questa stagione travagliata e a cui finalmente troveremo una risposta definitiva.

Ad esempio: riusciranno i Celtics a mettersi alle spalle la regular season ed ad attivare la “modalità playoffs” tanto sbandierata da Kyrie Irving? Come si dice da queste parti, “only time will tell“.

Cielo plumbeo in quel di Boston

Entrambe le squadre si affacciano a questa gara 3 con la legittima aspettativa di riuscire a dominare l’avversario – come è accaduto per i Celtics in gara 1 e per i Bucks in gara 2. Nello shoot-around pre-partita per i Celtics si vedono Tatum, Theis, Baynes e Morris. Tatum lo si intravede anche lavorare con carta e penna con il proprio coach personale, probabilmente riesaminando ancora una volta il suo “shot selection”: troppe volte nelle ultime partite infatti Tatum si è limitato un po’ pigramente a tentare il solito fade-away jumper – un tiro che quando entra infiamma il pubblico presente ma che rimane comunque un tiro difficile – ovvero dalla bassa percentuale di successo. Origliando qualche conversazione, Tatum è al 100% dal punto di vista fisico, dunque le ultime prestazioni  – una media di 4.5 punti a partita – non sono dovute a qualche infortunio o malanno temporaneo. Sarà interessante tenere d’occhio il suo approccio alla gara, soprattutto nei primi minuti di gioco per capire “l’adjustment” che il coach staff ha messo a punto per il giovane talento di St. Louis.

Khris Middleton – 27 anni

Per i Bucks, abbiamo notato Middleton passare una buona mezz’ora ad allenarsi nel “catch-and-shoot” dai tre punti: c’è da dire che i risultati finora si sono visti in campo.

Dopo l’inno Americano ed il solito video pomposo della squadra di casa finalmente ci siamo, gara 3 sta per cominciare. Per Boston in campo Tatum, Brown, Irving, Morris, Horford.
Per Milwaukee il quintetto titolare è rappresentato da Bledsoe, Lopez, Middleton, Antetokounmpo e Mirotic.

I Celtics si presentano in casacca bianca, la solita nelle partite in casa; per i Bucks la canonica uniforme verde.

Primo Quarto

Coach Stevens parte “small” con Morris nel quintetto di partenza. Viste le difficoltà di Baynes su Antetokounmpo in gara 2, di certo non si può contestare tale decisione. Partenza positiva dei Celtics che si portano sul 10-2 dopo 2:30 di gioco con 4 punti di Tatum, che sembra aver ascoltato le critiche degli ultimi giorni ed appare deciso ad andare a canestro.

Jayson Tatum – 21 anni

Il Garden è veramente assordante, ogni possesso palla dei Bucks è accompagnato da sonori buu ed ogni punto o bella giocata di Boston provoca il boato della folla. Dopo 4 minuti, timeout Bucks, e la regia ne approfitta per mandare il filmato di ricordo per John Havlicheck, recentemente scomparso. I Bucks dopo un inizio lento, stringono la cinghia in fase difensiva provocando numerosi turn over e riescono a pareggiare il conto: 10-10 dopo 6 minuti di gioco.
Stevens butta dentro Hayward per Brown e Ojeleye per Morris. Chiaramente la scelta di Ojeleye è dettata dalla volontà di aggiungere stazza sotto canestro. Giannis si ritrova spesso alla linea dei tiri liberi, gli arbitri questa sera sembrano piuttosto facili di fischietto. Il primo quarto si conclude sul punteggio di 30-25 Celtics. Kyrie sembra essersi messo alle spalle la prestazione orrenda di gara 2: in questo primo quarto ha riportato 13 punti, 2 rimbalzi ed un assist.
Per Milwaukee bell’inizio per Giannis e Connaughton – partito dalla panchina – entrambi con 8 punti all’attivo. Bene anche Bledsoe, con 5 punti nel primo quarto.

Secondo Quarto

Pat Connaughton – nativo dei sobborghi di Boston

Per Boston in campo Brown, Rozier, Morris, Hayward e Horford. Per i Bucks, Hill, Middleton, Connaughton, Antetokounmpo e Mirotic. Di nuovo inizio positivo per Boston che dopo 4 minuti si ritrova avanti di 6 punti 38-32. In evidenza su tutti Jaylen Brown, con una tripla e un paio di blocchi sotto canestro da far venir giù i meno abbienti – come il sottoscritto – relegati in piccionaia. A 5 minuti dalla fine del quarto, siamo sul 46-41 per Boston dopo un piacevole botta e risposta. Per i Bucks Giannis continua a spingere sotto canestro, provocando falli e mettendo tiri liberi, 6 su 8 finora. Tatum al rientro in campo conferma la fase positiva, mettendo di fila un bel jumper ed un floater morbido morbido. I Bucks dalla loro continuano con la tattica rivelatasi vincente in gara 2, ovvero Giannis stile carro armato marciante verso il canestro che genera falli o la passa fuori per il tiratore di turno dai tre punti. La prima metà di gioco si conclude con i Celtics avanti di un punto, 56-55. I Celtics concludono con un buon 48% dal campo – 21 su 44 – ed un mediocre 7 su 21 dai 3 punti. Kyrie Irving a secco nel secondo quarto, dopo una partenza a razzo nel primo quarto. Bene Morris e Brown, entrambi con 11 punti. Anche Tatum in doppia cifra con 10 punti e 3 rimbalzi. Horford sempre presente con 8 punti, 6 rimbalzi e 5 assist. Hayward di nuovo decisamente sotto tono, con appena 3 punti, 4 assist, 3 rimbalzi e 2 palle perse.
Per Milwaukee risultati simili dal campo – 47%, 21 su 45. Meglio dei Celtics dai 3 punti con un bel 43%, 10 su 23. Giannis domina lo stat sheet con 14 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. Segue Connaughton “off the bench” con un bel 11 punti e 4 rimbalzi. Middleton fermo a 4 punti, segno evidente di un cambio di rotta in fase difensiva dei Celtics dopo avergli concesso 28 punti in gara 2.

Terzo Quarto

Entrambe le squadre ritornano in campo con i rispettivi quintetti di partenza. Tatum ed Irving riaprono le danze per Boston, mentre Milwaukee continua a martellare dai tre punti. La partita segue un copione già visto con il piacevole botta e risposta che ha caratterizzato la prima metà di gioco: dopo 4 minuti 69-69, timeout Bucks. Il pacchetto arbitrale ce la sta mettendo veramente tutta per frustrare il pubblico del Garden: Giannis continua a ritrovarsi alla linea dei tiri liberi per via del difensore di turno con l’alito troppo pesante. Fosse stato l’Olimpico di Roma sarebbero già partiti i cori “pittoreschi” sulle abitudini sessuali della consorte dell’arbitro: qui negli Stati Uniti al massimo si intona il coro “bullshit”. Per via dei falli numerosi, Stevens è costretto a centellinare Horford, in staffetta costante con Semi Ojeleye. A 4 minuti dalla fine del quarto, Milwaukee avanti di 2 punti, 81-79, timeout Celtics. Al rientro bello schema che libera Kyrie dai tre punti. Dall’altra parte del campo Milwaukee continua a mettere triple e con Boston oltre il limite di falli sono molti i punti dovuti ai tiri liberi. I Bucks segnano 10 punti di fila, portandosi avanti in doppia cifra 93-82. La difesa dei Celtics è andata in seria difficoltà durante il “10-0 run” di Milwaukee, al punto di far sembrare George Hill una superstar: nel solo terzo quarto Hill ha messo a segno 2 triple ed un totale di 11 punti. Il quarto si conclude sul risultato di 95-87 per Milwaukee, i giocatori dei Celtics appaiono visivamente frustrati nei confronti della squadra arbitrale. I Bucks concludono il quarto con 40 punti ed un ottimo 65% dal campo – 11 su 17 – ed uno stellare 75% dai tre punti – 6 su 8. Milwaukee inoltre ha beneficiato di ben 17 tiri liberi trasformandone 12. Per Boston 31 punti nel quarto e delle statistiche simili a quelle riportate nella prima metà del match: 47% dal campo – 9 su 19 – ed il solito mediocre 33% dai tre punti – 3 su 9. Milwaukee ha veramente dominato Boston in questa fase del match, infliggendo una punizione esemplare dai 3 punti ad una difesa quella dei Celtics che non sa scegliere se difendere Antetokounmpo sotto canestro o se concentrarsi sui cecchini dai tre punti dei Bucks.

Quarto quarto

La gara riprende con i Celtics ancora frastornati dall’allungo di Milwaukee nel finale del terzo quarto. Jaylen Brown rischia grosso quando gli viene chiamato il quinto fallo personale. Poco dopo, fallo tecnico su Tatum per proteste. La partita rischia di sfuggire di mano, i Celtics ora sono sotto di 12 punti, 99-87 e sono più presi nel contestare gli arbitri che tentare la rimonta. Bello il gesto di Irving che raccoglie tutta la squadra in cerchio per calmare gli spiriti bollenti e ritrovare la concentrazione necessaria per ritornare in partita. Purtroppo per Boston il tentativo risulta vano: Milwaukee continua a martellare nella paint con un sontuoso Antetokunmpo che persiste nell’andare a canestro e generare tiri liberi. A 5 minuti dalla fine la partita è praticamente chiusa, Milwaukee è avanti di 17 punti, 114-97. Per Boston, troppi i jumper mancati per poter tener testa ad una squadra i Bucks che non a caso ha riportato il miglior attacco nella regular season con una media di 118 punti a partita. Dopo una futile rimonta di Boston in garbage time – aiutata anche da una squadra arbitrale che negli ultimi minuti ha fischiato molto a favore dei Celtics, forse consapevoli di qualche errorino di troppo nei minuti che contavano veramente – la partita si conclude sul punteggio di 123-116 per Milwaukee.

Il Resoconto Finale

La compagine di Milwaukee ha certamente dimostrato questa sera di essere la squadra con il miglior record nell’NBA – 60 vittorie. I Bucks sono una squadra disciplinata, i giocatori in campo collettivamente cercano sempre la giocata migliore, senza mai cadere nella trappola della giocata personale a tutti i costi. La capacità di andare a canestro con Antetokounmpo – 32 punti questa sera – e la sua abilità di generare falli o di trovare l’uomo libero sulla linea dei tre punti rende questa squadra un incubo per ogni difesa avversaria. Per Milwaukee a sorpresa anche il contributo della panchina, da giocatori come George Hill che ha riportato ben 21 punti ed uno stellare 75% dal campo – 9 su 12. Altra piacevole sorpresa il nativo di Boston Pat Connaughton, che ha riportato 14 punti e 7 rimbalzi.

Gordon Hayward – 29 anni

Per Boston gli schemi di gioco hanno funzionato decentemente nella prima metà della gara. Tuttavia, i fantasmi della regular season si sono fatti rivedere nel terzo quarto, quanto Milwaukee mette a segno 10 punti di fila, andando in vantaggio in doppia cifra. A quel punto è riemersa la debolezza mentale di questi Celtics, che si sono lasciati prendere dal nervosismo per un paio di falli dubbi e tutto d’un tratto gli schemi e la disciplina in fase difensiva sono venuti a mancare. In fase offensiva stessa musica, la fiducia nei compagni è venuta meno ed ogni possesso palla si è tramutato in una azione personale.  L’altro punto debole di Boston è certamente il contributo della panchina. I Celtics sono stati osannati dalla stampa per via di una panchina con nomi importanti come Hayward e Rozier. Purtroppo per la compagine di Boston, Hayward – dopo alcuni sprazzi incoraggianti nel fine stagione – è ritornato ad uno stile di gioco tentennante ed insicuro. Per Gordon questa sera 10 punti – molti dei quali in garbage time – troppo poco per un giocatore che guadagna quasi 30 milioni di dollari l’anno. Hayward sembrava essersi ritagliato il ruolo di portatore di palla che esaltava la sua capacità di leggere la difesa avversaria e di eseguire il passaggio giusto al momento giusto: è probabile che la presenza prolungata in campo di Kyrie Irving abbia limitato pesantemente il ruolo di playmaker di Hayward. Terry Rozier – che l’anno scorso nei playoffs contro i Bucks non faceva pesare la mancanza di Irving – ha giocato 15 minuti questa sera, riportando zero punti, un rimbalzo ed una palla persa. I Celtics hanno ben poche speranze di successo contro questi Bucks con una panchina così impalpabile.

Nel post-partita, Kyrie sembrava aver perso la solita sicurezza e voglia di parlare ai microfoni ed appare quasi rassegnato. Alle ripetute domande dei reporters, Irving parla delle sue difficoltà sotto canestro e della necessità da parte sua di far girare meglio la palla. Kyrie si sofferma anche sugli innumerevoli falli a favore di Milwaukee, sottolineando come abbiano rallentato e frammentato il gioco e reso molto più difficile per Boston mettere assieme una sequenza positiva e rientrare in partita.

Per Boston gara 4 è decisamente una “must win”.  Coach Stevens ha il compito arduo di decidere se difendere il canestro dagli attacchi di Giannis o se concedergli qualcosina in più – evitando anche tanti falli inutili – difendendo più efficacemente i tiratori. Gara 3 se non altro ha confermato che cercare di difendere entrambi i fronti non è fattibile per questi Celtics. È probabile che la difesa si concentrerà nel difendere il perimetro di gioco  lasciando più spazio sotto canestro. Sarà interessante vedere come Milwaukee cercherà di anticipare tali contromosse. Finora, possiamo dire che la partita a scacchi tra i due coach la sta vincendo coach Budenholzer.

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