In una Eastern Conference orfana di LeBron James, l’unica contender da opporre alle superpotenze dell’Ovest, i Milwaukee Bucks possono benissimo dire la loro contrastando le squadre all’origine favorite: i Boston Celtics ed un gradino sotto i Philadelphia 76ers e Toronto Raptors.

Questo perché la franchigia del Wisconsin ha superato l’anno di transizione nel quale ha strabiliato proponendo a roster delle individualità che in questa stagione si stanno consacrando come stelle di prima grandezza.

E l’inizio di regular è in perfetta linea con le ambizioni dei ragazzi di Mike Budenholzer, nuovo coach in una nuova arena, arrivato dagli Hawks. Un eccezionale ma assolutamente realistico 7-0!! E’ proprio l’allenatore seguace di Popovich l’unica ma importante superstar del nuovo corso: esperto e attempato uomo di basket che è già riuscito a “marchiare” questi terribili ragazzi imponendo un’organizzazione tutt’altro che rigida dell’attacco, fatta di movimenti continui e di grande fluidità. Gli si chiede soprattutto un miglioramento a livello di crescita e psicologico nei momenti decisivi dove la palla scotta (vedere fine 2017).

Dopo la partita di “prova” in quel di Charlotte vinta alle conte la squadra di Bud ha dominato tutti gli avversari, compresi quei Raptors nel tiebreak match che metteva in palio l’imbattibilità delle due squadre.

Vittoria giunta però senza l’MVP avversario, l’ex sperone Kawhi Leonard fondamentale per modificare geneticamente il body & soul dei rossoneri tenuto a riposo precauzionalmente. Attenzione però, l’altro MVP, un certo Giannis Antetokounmpo, ha marcato visita anch’egli per il protocollo NBA sulle commozioni cerebrali: no problem!! Il suo minutaggio ed i suoi punti sono stati divisi senza patemi da Ilyasova, Connaughton e DiVincenzo, 24 minuti il primo, 16 il secondo e 23 per il terzo (l’ex stellina NCAA dei Wildcats) per un totale di 39 punti. Un’ala abbastanza statica e difensiva, una “piccolissima” e tiratrice ed una shooting guard, ovvero tre diversissimi ruoli uniti in uno stile simile. Il tutto per superare ancora una volta lo strabiliante 120ello di media punti (secondo NBA)! Quel che in altre partite riescono a fare egregiamente Tony Snell e John Henson: il primo con inferiore minutaggio rispetto al passato (17 minuti) da un contributo più fresco e costante nel suo gioco “all-round”, il secondo – da sempre Bucks e la cui ampia apertura alare viene oggi messa da parte – sfrutta più la sua agilità nel pitturato e a rimbalzo (secondo solo dietro al greco).

Questa è la forza dei cerbiatti verdi: molti giocatori di diversa stazza e caratteristiche tecniche ma che performano in maniera simile in ogni zona del campo. Squadra che corre e asfissia gli avversari e che oltre alle solite super star Giannis, Bledsoe e Middleton si arricchisce di comprimari dal valore assoluto utili e decisivi alla causa.

Parliamo di Brooke Lopez (insieme a Ilya l’acquisto d’esperienza di Horst al posto di Terry e JParker), mai come in questo inizio di stagione a suo agio nel ruolo di chioccia per i suoi giovani compagni, capace di “rimanere” al suo posto senza avere obblighi e incombenze degli anni passati ai Nets dove gli venivano concessi molti possessi ed enormi responsabilità a causa di un gioco d’attacco asettico e senza sbocchi. Qui si è messo al servizio del coach uscendo spesso dall’area (per consentire anche le penetrazioni di Ante) arrivando a tirare da 3 come mai fatto finora in carriera (40%). Non servono dunque i suoi rimbalzi nel pitturato visto il gioco rapido, perimetrale e ricco di incursioni; bastano però i 13 punti e le due stoppate di media a partita. Il suo arrivo fa adottare in difesa uno schema conservativo che permette ai piccoli di poter essere più aggressivi sulle linee di passaggio o negli aiuti dal lato debole.

Idem per Malcom Brogdon, giocatore per cui stravediamo e promosso in quintetto stabile quest’anno al posto di Henson per andare più in rapidità, che sta confermando i progressi delle ultime stagioni. Rookie of the Year 2016/2017 non sta nascondendo i pregi del nuovo coach per merito del quale la squadra corre come non mai riuscendo però a non stancarsi grazie a ottime ed oculate rotazioni. Un playmaker velocissimo, molto coraggioso e fondamentale per gli schemi offensivi che permette ai suoi di prendere spazio sfruttando le costanti penetrazioni sotto al ferro avversario senza paura di stoppate o flagrant. Allo stesso modo grazie ai blocchi in avanti per consentire i suoi inserimenti si creano molti mismatch tra se e i lunghi che si trova di fronte. Tira finora con medie vicino al 50%. Il suo stile ci ricorda il grande Kevin Johnson dei vecchi Suns di Chambers, Hornacek e Cotton Fitzsimmons.

Nonostante gli avversari superino spesso quota 100 per punti segnati sono secondi in questo spot dietro solo a Boston (98.2 a partita). E’ anche vero che in tutte le vittorie ottenute si è andati da un minimo di 11 pts di scarto ad un massimo di 30 nell’umiliante win perpetrata contro Butler e Rose in quel di Minny. Per cui un po’ di garbage ha permesso un fisiologico relax nel concedere tiri agli avversari. Per giudicare la fase difensiva a tinte Bucks proponiamo di aggiornarci fra qualche weeks (siamo proprio alla vigilia della sfida al Garden coi Celtics!!).

Senza LBJ sarà caccia anche al trono MVP a East e The Greek Freak ha già fatto capire le sue intenzioni.

I movimenti del 24enne risultano sempre più affascinanti e coordinati ma allo stesso tempo dirompenti e distruttivi.

Giannis ha migliorato ogni singolo anno i punti e i rimbalzi mentre ha avuto un calo l’anno scorso sugli assist (da 5.4 a 4.7), complice anche la confusione tattica che ha poi portato all’esonero di Jason Kidd. Aver sempre la palla in mano (a differenza di oggi) gli ha dato troppa responsabilità nel caos tattico in cui nel momento decisivo della stagione è finita Milwaukee. In più il progetto point guard che JK voleva portare a termine si è arrestato con l’arrivo di Bledsoe, portatore di palla non particolarmente abile.

Quest’ultimo però si è rivelato una stella di prima grandezza sia come scorer lo scorso anno che come uomo squadra ora, capace di assecondare Antetokounmpo e Middleton e di bilanciarsi come guardia partente insieme a Brogdon rispetto al quale si esibisce più in penetrazioni per trovare liberi compagni nel pitturato e dall’arco rispetto che a concludere: ha infatti ridotto i punti a partita (da 17 a 13) ma ha migliorato le assistenze (7). Nel gioco di Bud un playmaker forte nella difesa, rapido in transizione che segna e fa passaggi più che dirigere il gioco è l’ideale.

Dopo l’addio a Parker ancor di più secondo violino è KM22 al solito sui 20/21 a partita e valvola di sfogo in situazioni difficili (poche finora) del funambolo greco: ottima isolation sia in post che front, completo in ogni dove e sempre ai vertici anche per palle rubate e rimbalzi totali, viene dalla miglior percentuale al tiro in carriera ma la peggiore da tre punti. E’ proprio qui che il coach chiede miglioramenti vista anche la pigrizia di Giannis fuori dall’arco. Sebbene i 146 tiri dalla lunga siano avvenuti su 407 tentativi (il massimo in carriera), rappresentano solo la 32ma percentuale dei suoi attempts totali. Farlo arrivare a 60-40 è l’obiettivo di Mister Mike. Sicuramente è presto per parlare ma il 2018 di Khris è iniziato col 55% sui 3pts e 45 da due.

E’ questa l’unica arma mancante che completerebbe un arsenale da sballo per il ragazzo di Atene. Con sette minuti di gioco in meno a partita ottiene lo stesso 25 punti (col 50% e oltre), 14.2 rimbalzi (l’80% in difesa) e quasi sei assists senza però in pratica tirare mai da 3!! In passato non si è dato peso a questo “buco”: Giannis ha delle percentuali spaziali nel jumper, hesitation, fadeaway e penetrazione uno contro uno, perché “rischiare” da lontano? La risposta è sempre arrivata nel finale di stagione, contro super corazzate difensive e nella feroce aggressività dei playoff dove sparare da fuori sarebbe vitale per ottenere delle variazioni sul tema.

Il rendimento di Bucks/Raptors e Ante/DeRozan è stato molto simile negli anni: efficiente fino a quando le retroguardie altrui non alzano l’intensità, altalenante quando aumenta la capacità di reagire in tempi minimi. Tutto quello che accade in postseason dove contropiedi e spazi aperti sono meno frequenti. Qui servono dei miglioramenti individuali e di squadra.

Finora è il supporting cast a colmare questa lacuna: infatti il team dal 20mo posto del 2017 è oggi tra le prime sei per average dalla lunghissima distanza. Questo anche grazie alle spaziature che genera il greco in attacco nel pitturato, con i compagni alti per isolarlo o ad aspettare la consegna (da qui i molti assists stagionali).

Non è un problema di percentuale per il 34 a tinte bianco verdi quanto di un esiguo numero di tentativi in relazione al totale (10%). Un tiro su 10 dall’arco non corrisponde ai dogmi moderni coi quali hanno fatto storia Warriors e Spurs!! L’allenatore deve migliorare anche sullo stile macchinoso e lento di G.A. per colpa del quale i tiri da fuori avvengono solo a più di due metri dal difensore.

E’ anche vero che crescere alla corte del Popp vuol dire utilizzare un giocatore versatile come l’ateniese, che gioca il pick and roll sia da portatore che da bloccante, in ogni dove. Così come in difesa dove può passare dalla marcatura di un lungo a quella di una guardia. Insomma il binomio coach-star sembra destinato a giovare nella straordinaria capacità di apprendimento che ha il greco. Il titolo MVP ha un eccellente contender!!

La stagione è lunga a finire ed è presto per parlare e fare supposizioni, i pronostici inoltre sono presuntuosi e pretestuosi; certo le 42 e 44 vittorie degli ultimi due anni ed il settimo posto generale nella Eastern ad oggi sembrano uno scherzo per i giovani Bucks!

Una cosa interessante è vedere che grazie al ritorno di Hayward e Irving a Boston dopo gli infortuni, l’avvento di Leonard a Toronto e la coppia Giannis-Bud formatasi a Milwaukee l’Est sembra aver ridotto il gap con l’Ovest, grazie anche alla possibile annata di transizione di Spurs e Lakers e le crisi a Houston e Okc, lasciando però i ragazzi della baia sempre su un altro pianeta.

7 thoughts on “I Bucks fanno sul serio

  1. Sarà.
    Io li ho visti contro i Celtics e sul parquet di Boston sono stati soffocati dal gioco (difesa) dei verdi. Questi ultimi, senza Brown, con Hayward ancora al 50%, Tatum al risparmio e Irving un po’ troppo Uncle Drew, hanno prodotto dei minuti di basket celestiale: sembravano gli Spurs della finale di Conference contro Oklahoma.
    Il greco può pure fare una tripla doppia di media (e non è abbastanza play per riuscirci) ma si è già visto nei Thunder cosa comporta una simile statistica.
    Toronto pare messa meglio, con Leonard.

  2. I Celtics in forma tutti attivi e senza info sono secondi solo a “quelli la” quindi mi pare un po’ ingeneroso degradare i Bucks x una sconfitta in trasferta al Td dove se la sono giocata alla pari x 3/4..cosi come paragonarli ai Raptors da anni ai vertici a East..diciamo però che Toronto senza Leonard non l’ha proprio vista rispetto ai Bucks senza Giannis! Da qui la grandezza di Bud che potra’ anche migliorare Ante dall’arco!! Ciao e grazie del commento molto tecnico un abbraccio

    • Non intendo degradare, è che i playoff sono uno sport diverso e Milwaukee da Boston ha già perso: onestamente non vedo un cambio di trend, col miglioramento di entrambe le squadre.
      Il problema col greco è evitare di trasformarlo in un Lebron James senza Bosh, Wade e Allen o, peggio, in un Westbrook più alto di 20 cm. Saper fare tutto è un’ottima cosa ma cercare di fare tutto contemporaneamente crea solo monodimensionalità della squadra, avvantaggiando gli altri.
      E’ ovvio che i Bucks senza Anteto siano meglio dei Raptors senza Leonard: quest’ultimo è un potenziale MVP per sostanza prima che per statistiche, mentre, ripeto, il greco spesso ‘overlappa’ il lavoro dei compagni.

      • Un “monodimensionale” con 25 pt 15 rimb e 7 assist a 24 anni in una squadra secondaria..dimmi dove devo firmare..

        • Sul registro di una scuola media: magari impari i principi della comprensione del testo.

          • Grazie professò..complimenti per il finale di discussione..c’avevo quasi creduto

  3. Altra prestazione contro GState di Giannis che ha creato monodimensionalità della squadra, avvantaggiando gli altri……

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