Ad Oakland di questi tempi sono i più felici del mondo del basket. Possono vedere per almeno 41 partite di stagione regolare fino alle quasi scontate Finals questi Warriors che già adesso sono tra le squadre più forti di tutti i tempi.

Includere Kevin Durant, direi dopo LeBron il migliore in questo momento, in una squadra che aveva già vinto 73 partite in una singola stagione ed accoppiarlo a Stephen Curry è stata per me un’operazione illegale e che non andava fatta per il rispetto della competitività col resto della NBA.

In ogni caso le due partite di cui segue un commento sono state dello stesso identico copione. Warriors troppo forti anche se non giocano al meglio, si trova sempre e comunque un modo per vincere.

06/11/17. Arrivano i Miami Heat già impegnati ad LA. La gara è caratterizzata dalle brutte prestazioni al tiro di GS. Come si accennava sopra, tanto alla fine vincono lo stesso, nonostante tutto, come le grandi squadre fanno sempre.

97 a 80 il risultato finale e se non si arriva a 100 qualcosa, seppur di poco conto, deve essere successo. Per inciso 32-87 dal campo è solo il 36,8%, se pensiamo alla forza dei Warriors capiamo benissimo che è davvero pochissima roba.

Sono gli Splash Brothers e compagnia bella, vero ? Non questa sera, Curry è 2-9 da tre con soli 16 punti, Klay Thompson 5-15 dal campo e 3-8 da tre per totali 13 punti.

Si salva solo in parte Kevin Durant, 21 punti ma anche lui spara a salve da tre, solo una tripla su sei tentativi. Cartucce bagnate, concentrazione che per forza di cose non può essere sempre dello stesso livello per 82 partite, soprattutto ad inizio stagione.

Gli avversari sono di tutto rispetto sulla carta ma se possibile i Miami Heat sono anche più scarichi. Il migliore è James Johnson dalla panchina con 21 punti, Dragic ne ha 19 ma per il resto la squadra di coach Spoelstra è arrivata ad Oakland veramente stanca al termine del suo tour in California.

Tornando a GS possiamo annotare che ad di là delle percentuali al tiro poco edificanti non di rado si assiste a cali di concentrazione e di tensione nervosa allarmanti.

In realtà coach Kerr sa benissimo come vanno le cose ed è troppo intelligente per non sapere che per la natura stessa dei suoi giocatori questa è l’unica maniera per andare avanti.

Bisogna cioè saper chiudere un occhio quando i suoi vogliono strafare o prendono troppo alla leggera certe situazioni, è un coach duttile e non un ottuso professore in cattedra pronto sempre a sgridare i suoi alunni.

Per come è andata questa gara come per tante altre meglio lasciar scorrere talvolta, tanto più che giornate difficili al tiro possono capitare a chiunque, anche ai campioni e a chi soprattutto di questo fondamentale tecnico ne ha fatto la ragione principale del proprio successo.

08/11/17. La sfida di questa serata californiana sulla Baia è davvero interessante. Ci sono i Minnesota Timberwolves, una squadra che tutti danno ai playoff e piena di giovani sul punto di esplodere definitivamente.

Non c’è storia però, purtroppo, 125 a 101, i Warriors scappano nel finale agevolmente senza una reale resistenza da parte degli avversari.

Altra giornata non troppo positiva al tiro ma comunque migliore di quella precedente contro i Miami Heat. 8-22 nel primo quarto per poi aggiustare il mirino e finire ampiamente sopra il 50% a quota 56,8%, col 41,7% da tre.

 

KD si riscalda per la gara contro Minnesota ma non scenderà in campo

La notizia della giornata è l’assenza di Kevin Durant. Si riscalda ad inizio partita senza i compagni ma è tenuto fuori a livello precauzionale da coach Kerr per un fastidio al quadricipite.

Nulla di serio ma la stagione è lunga e non si rischia di usurare la propria stella per una singola e semplice gara di stagione regolare. Del resto si vede che KD sta bene, in ogni caso è la misura migliore per tutti, ad eccezione ovviamente dei tifosi.

Per Minnesota si mette in mostra Andrew Wiggins, 17 punti e giocate deliziose, ma la squadra si muove come un corpo solo anche se manca la grinta necessaria per contrastare i più forti del mondo.

Sono quasi tutti alla pari, Teague a 14 punti, Towns a 16 e a 14 anche Gibson. Sotto tono e di molto Butler, 11 punti con 5-12 al tiro, una prestazione da dimenticare proprio su quello che nel frattempo è diventato il palcoscenico più importante di tutta la NBA.

Sbocceranno definitivamente questi Wolves ? Il talento non si discute, la guida tecnica nemmeno, hanno tutte le carte in regola per fare bene pur nella difficile conference di appartenenza.

Wiggins in particolare è una star in the making, ne ha tutte le premesse. Trovare continuità ad altissimo livello non è ovviamente facile ma il ragazzo diventerà il perno di una squadra vincente se solo tutte le coordinate giocheranno a suo favore.

I suoi lampi di classe in questa partita ci raccontano chiaramente di un fenomeno, deve migliorare tra le altre cose le sue scelte offensive, a volte forza troppo, altre è fin troppo leggero palla in mano.

6-14 dal campo e 1-4 da tre, segue l’andamento in negativo di tutta la squadra, soprattutto nella seconda parte di gara, quando i Warriors innescano come al solito il loro turbo ed è quasi impossibile andare a prenderli.

Se poi Curry gioca meglio o peggio con o senza Durant questa è un’altra storia ed è una questione lunga. Di sicuro, come è stato stasera, quando ha l’opportunità di tornare all’antico senza KD diventa quasi un altro giocatore.

Più libero, più vivace, ovviamente ha più possibilità di trattare la palla, ha più tiri a disposizione, può essere in generale più sè stesso.

22 punti, 8 rimbalzi e 8 assist, per il suo compagno di merende Klay 28 con 6-12 da tre. Il vecchio metodo funziona ma se possibile con KD si gira anche meglio.

Sono quasi imbattibili, se poi vediamo anche quanto è profonda la panchina diventano sinceramente insostenibili. 13 per Omri Casspi con 5-7 dal campo, l’israeliano si è guadagnato l’onore di posare con Curry sul podio delle interviste in sala stampa.

Non ci dimentichiamo ovviamente di Draymond Green, 7 punti, 6 rimbalzi e 6 assist, che è la vera unica anima di questa squadra vincente.

La sua voce in campo si sente anche fino all’ultima fila della Oracle Arena, chissà cosa mai sarebbero stati questi Warriors pur pieni di talento senza la sua leadership.

La stagione è lunga e infinite saranno le insidie però onestamente dalle prime battute di questo inizio di stagione regolare non vedo nessun segnale di come questi Warriors possano perdere.

Mi sento di dire che come minimo arriveranno un’altra volta alle Finals, poi chiaramente dipende dal livello di competizione che troveranno dalla Eastern Conference, Cavs in primis.

Stiamo assistendo ad una dinastia in corso e per quel che è peggio per gli avversari questo pare solo l’inizio.

One thought on “Road Trip #3: I Warriors in due partite, lo show continua

  1. Speriamo che battano Boston, invece. Fra 3 o 4 anni potrebbe esserci il passaggio di consegne.

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