VOTI OTTENUTI: 1.768.185

PARTECIPAZIONI: 7 All Star Games (MVP nel 2012)

STATISTICHE
: 26.2 punti a partita, 1.7 stoppate, 4.7 assist, 8.6 rimbalzi, 54.4% dal campo, in 34.4 minuti

Che il matrimonio tra Kevin Durant e i Dubs fosse destinato al successo, era opinione condivisa e largamente pronosticata, stanti le caratteristiche tecniche di quest’ala prodigiosa per la capacità di coniugare centimetri da lungo, e un gioco da esterno tra i più raffinati. Per giunta, chi non seguiva attentamente OKC ha scoperto che le braccia lunghe di Durantula arrivano ovunque anche in difesa, dove apertura alare, letture e velocità, ne fanno un’arma importante nell’arsenale di coach Steve Kerr e Mike Brown, e un importantissimo rimbalzista aggiunto.

KD non ha mai tirato così bene o con così tanto spazio, e in questo senso, ha avuto ragione lui, quando ha optato per l’addio ad OKC e Westbrook, preferendogli la Bay Area e la compagnia di Steph Curry, Draymond Green e Klay Thompson.

Si è trattato di una scelta a doppio taglio, perché è certamente vero che scegliendo i Warriors ha aumentato le proprie chance di vincere l’anello, ma se non dovesse arrivare il Larry O’Brien Trophy, per lui sarebbe pronta l’etichetta di “perdente”, qualunque cosa ciò possa significare per un atleta ventottenne che in carriera ha dimostrato tante volte il proprio valore individuale.

Per il sei volte All-NBA e MVP nella Regular Season 2013-14, l’All Star Game (l’ottavo in carriera) è una tappa all’interno di un percorso proiettato verso giugno, quando il gioco si farà duro, le carte saranno in tavola, e scopriremo se la scelta di voltare le spalle a Sam Presti e Billy Donovan avrà pagato o meno i dividendi tanto attesi.

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