La notte del Draft NBA è sempre un momento speciale. E’ il Day-1 della nuova stagione, l’occasione per vedere in che direzione stanno andando le machiavelliche idee dei General Manager e iniziare a vedere le facce dei possibili candidati dei prossimi poster nelle camere dei bambini/ragazzi/appassionati di tutto il mondo.

Il talento di questa nidiata non era eccezionale, lo abbiamo ripetuto varie volte, ma c’erano tante franchigie in fermento (Boston, Philadelphia su tutte), pronte a mettere in scena trade mastodontiche sfruttando le loro infinite scelte (i Celtics ne avevano addirittura otto) per arrivare ai nomi più importanti.

Come sempre c’è stato chi è rimasto contento, chi si è fatto prendere dall’euforia di avere individuato il proprio steal della serata e chi invece è esploso in drammi esistenziali per l’ennesima decisione insensata presa dalla propria franchigia.

 

 

Ma le intenzioni bellicose sono rimaste tali e nella quiete di molti la scena l’ha rubata una squadra che al draft ― almeno al primo giro ― non era direttamente interessata.

Gli Oklahoma City Thunder infatti hanno piazzato il colpo della serata costruendo una trade con Orlando prendendo Oladipo, Ilyasova e Sabonis (scelto appunto dai Magic) in cambio di Serve Ibaka.

Ma procediamo con ordine.

Gli Orlando Magic erano dentro la Lottery con la scelta numero 11 ed avevano bisogno da questo draft di trovare un prospetto in grado di incrementare la pericolosità sul perimetro capace di coprire uno spot totalmente mancante nel roster come quello di stretch-4/5.

Più in generale qualcuno che andasse ad ampliare un front-court che vedeva la sola presenza di Gordon, Vucevic ed Ilyasova; nei Mock Draft antecedenti a ieri notte la parte centrale del primo giro vedeva coinvolti molti dei Big Guy presenti con nomi come Poetl, Labissierre, Sabonis, Deyonta Davis, Ellenson vista la presenza ― oltre ai Magic ― di squadre come Toronto e Milwaukee, anche loro alla ricerca di un rimpiazzo sotto le plance.

 

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Orlando come da copione ha finito col chiamare il migliore (secondo loro) disponibile, scegliendo Domantas Sabonis da Gonzaga University, figlio d’arte per eccellenza e considerato uno dei prospetti più interessanti dell’intero lot 2016 (se volete conoscerlo meglio vi consiglio di leggere questo bellissimo ritratto).

Ma neanche il tempo di finire la foto di rito con Commissioner e cappellino e di congratularsi con Rob Hennigan (GM di Orlando) che il giovane lituano era già stato inserito nella trade per arrivare ad Ibaka.

Ricordiamo la trade: Orlando ha acquisito Serge Ibaka da Oklahoma City in cambio di Victor Oladipo, Ersan Ilyasova e i diritti su Sabonis, scelto dai Magic.

Se stato cercando un vincitore o, al contrario, un colpevole contro cui puntare il dito non affrettatevi in conclusioni affrettate.

Per motivi diversi ― e viste soprattutto le necessità diverse delle due franchigie ― questa trade potrebbe migliorare come peggiorare molto entrambe le squadre.

E’ difficile trarne una giudizio definitivo adesso (e se Dio vuole ci penserà il campo, come sempre); più produttivo è invece scomporre la scelta da entrambe i punti di vista ed arrivare a capire il perché ― AD OGGI ― questa trade ha tutta l’aria di essere un piccolo capolavoro per entrambi. Ma anche qui, senza fretta.

Orlando Magic

Serge Ibaka è un grande upgrade per i Magic. Nessuno dei lunghi nel roster ha skills simili alle sue; doti che ne fanno l’identikit perfetto del giocatore cercato dai Magic.

Oltre a quelli a roster neanche nessuno di quelli all’interno del draft avrebbe avuto, nell’immediato, l’impatto che può avere il giocatore congolese sulla squadra del neo allenatore Frank Vogel.

Ibaka è uno stretch-4 tra i migliori nella Lega che si accoppia benissimo sia con Vucevic, con il quale rischia di formare una coppia offensivamente molto interessante, sia con Gordon, assicurando a Vogel una flessibilità difensiva che in pochi potranno permettersi.

Ma Ibaka può giocare anche da centro, e bene: nella finale di conference contro gli Warriors ha giocato prevalentemente da numero-5 grazie, garantendo ai Thunder di poter cambiare su ogni blocco senza perdere di intensità difensiva e al tempo stesso di mantenere spaziature offensive e protezione del ferro ad alti livelli.

 

La grande mobilità difensiva di Ibaka

 

La vera domanda è: si può costruire una squadra da titolo facendo di Ibaka il tuo franchise player? Negli ultimi due anni Air-Congo è sembrato interrompere il suo processo di crescita risultando essere meno incisivo dei suoi scintillanti esordi finendo con lo schiacciarsi in un ruolo molto marginale (in attacco) dalla presenza di due super star come Westbrook e Durant.

I dubbi sono leciti ma Hennigan dovrà avere le idee chiare visto che Ibaka ha solamente un anno di contratto prima di diventare UFA (Unrestricted Free Agent) ed esplorare una free agency che lo porterà a firmare ― ad Orlando o altrove ― il contratto della vita.

Inoltre per arrivare a lui i Magic hanno sacrificato due lunghi: Ilyasova, che però difficilmente sarebbe rimasto, e Sabonis. Il figlio di Arvydas avrebbe necessitato di tempo per ambientarsi al piano di sopra così come per colmare le lacune (poca fisicità/poca mano dal perimetro) del suo gioco, ma la sensazione è che se messo in buone mani il materiale per diventare un competentissimo giocatore NBA ci sia tutto.

Si è preferito puntare su un giocatore pronto subito, capace di far parte di una squadra che possa giocarsi l’accesso ai playoff, che nella Florida settentrionale mancano da quattro anni, già da questa stagione.

Il discorso di Oladipo è diverso: qui invece si è deciso di scambiare un giocatore magari più pronto per una squadra competitiva ― rinunciando anche alla rookie extension presente sul suo contratto ― puntando tutto su Payton ed Hezonja, che adesso avranno (il secondo soprattutto) più spazio a disposizione per evolversi nelle due guardie titolari su cui Hennigan ha investito le ultime due prime scelte della franchigia.

Il rischio preso da Orlando è alto ma potrebbe pagare grossi dividendi qualora i due giovani talenti esplodessero (è nettamente la scommessa del front-office) visti i contratti ancora lunghi e a cifre bassissime.

I Magic, nonostante Ibaka, avranno ancora spazio salariale per poter aggiungere un pezzo (magari anche due) importante al loro roster.  Un roster giovane messo a disposizione di uno dei migliori allenatore della lega e che, con un Ibaka in più, tenterà di tornare a competere per la vetta della Eastern Conference.

Oklahoma City Thunder

Ad una settimana dalla moratorium più importante della storia della franchigia Sam Presti ha dimostrato ― come sempre ― di aver fatto i compiti a casa.

La free agency di Durant incombe sul futuro dei Thunder con quel calmo ottimismo che precede le tempeste, e in Oklahoma sanno di cosa si stratta.

L’impressione è che Durant difficilmente deciderà di lasciare la città e la squadra che lo hanno fatto diventare il giocatore che è adesso e che soprattutto è arrivata ad una partita dal tornare alle Finals NBA.

Recentemente ha dichiarato che la decisione che prenderà sarà una “Basketball decision” e di voler rimanere concentrato solo sul campo per l’imminente Olimpiade da giocare con Team USA .

Nel frattempo però i Thunder hanno fatto tutto il possibile per arrivare preparati al giorno decisivo. La perdita di Ibaka è una grossa perdita, questo è evidente: il congolese era un elemento del core storico di Oklahoma City e la sua versatilità nelle due metà campo permetteva ai Thunder di poter cambiare forma a seconda degli avversari (vedi le due serie in finale contro Spurs e Warriors).

Ma il contratto in scadenza tra dodici mesi faceva di lui una situazione spinosa: la crescita esponenziale di Adams delle ultime due stagioni porterà il giovane neozelandese ad una ricca estensione contrattuale, così come per Roberson.

Il contratto di Kanter faceva sì che non ci fosse posto per un altro contratto oneroso come quello che firmerà Ibaka; per di più se si considera anche che la prossima estate Russell Westbrook esplorerà la sua di free agency e c’è il rischio che anche Durant potrebbe non aver finito, nell’eventualità in cui tra una settimana firmi un contratto di un anno con la player option sul secondo in stile LeBron James.

 

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Sam Presti ha quindi optato per la trade ed ha ottenuto il massimo possibile. I Thunder hanno messo le mani su un giovane interessantissimo come Sabonis, sul quale adesso il dipartimento addetto allo sviluppo dei giocatori di Oklahoma City dovrà lavorare per renderlo un giocatore importante nel futuro.

Sabonis ha le potenzialità per diventare un giocatore importante come Ibaka, e anche meglio. La protezione del ferro magari non sarà mai ai livelli del congolese, ma la mobilità laterale c’è, così come la capacità di poter difendere su diverse tipologie di attaccanti. Rischia di essere l’ennesimo colpo al draft indovinato da Presti.

E’ arrivato anche Ilyasova che nonostante un contratto non-garantito (solo 400mila dollari) Sam Presti ha dichiarato di voler tenere (e magari far pure parte dello starting-five) colmando il vuoto nella casella di lungo-tiratore.

Il suo contratto, che comunque scadrà al termine della stagione, non inciderà molto nel salary cap dei Thunder e sarà un alternativa pericolosa sul perimetro (soprattutto se Durant restasse) per le difese già con le mani piene sulle stelle di OKC. Così come lo sarà Kanter, adesso chiamato a fare quel salto di qualità intravisto nel finale di stagione.

Ma il giocatore che rischia di spostare di più gli equilibri è Oladipo. Oltre ad essere un eccellente upgrade nel ruolo di vice-Westbrook, Oladipo è una combo-guard fisica e dotata di un atletismo spaventoso.

È capace di difendere su giocatori più alti di lui così come su quasi tutti i play della lega; come quasi tutti i giocatori dei Thunder anche lui è dotato di un impressionante wingspan che lo rende un difensore di pick-and-roll d’élite.

Inoltre dall’arrivo nella lega ha lavorato molto sulla sua dimensione perimetrale crescendo ogni anno, sia nei numeri che soprattutto nella consapevolezza, con un rilascio della palla molto migliore dei tempi del college.

 

 

L’arrivo di Oladipo garantisce più qualità ad una panchina corta e che rischia (adesso quasi certamente) di perdere anche Dion Waiters, soprattutto in caso di offerte irrinunciabili che i Thunder non potrebbero pareggiare.

Ma quello che più conta è che Presti potrà permettersi di arrivare alla decision di Durant con molta meno pressione avendo già a roster materiale sufficiente per poter far fronte ad entrambe le parole che usciranno dalla bocca di KD: in caso di SI’ i Thunder rischiano di essere, già oggi, più forti ed equilibrati della stagione passata, e anche se arrivasse una risposta ben peggiore Oklahoma non ha perso tempo ma bensì già gettato le basi per un nuovo ciclo.

Le scelte del General Manager di OKC sono spesso rischiose, a volte criticabili, ma non si può non apprezzare la capacità di programmazione, di saper ottenere il massimo da ogni situazione possibile, che risiede dietro ad ogni mossa.

Se poi queste mosse si trasformeranno anche in vincenti è presto per dirlo, ma Presti ha dimostrato di saper far fronte a situazioni difficili con decisioni rapide, efficaci e incisive (nel bene e nel male). Tutto quello che dovrebbe saper fare un grande General Manager.

 

2 thoughts on “Anatomia di un piccolo capolavoro

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