Dopo 3 giorni di polemiche per gli scambi di “cortesie” tra James e Green arriva finalmente il momento di far parlare. Per i Cavs è già “do or die” mentre Golden State può chiudere la pratica tra le mura amiche coronando con il titolo un’annata già storica.

Kerr sceglie Igoudala per sostituire lo squalificato Green mentre Lue rilancia Love in quintetto a scapito di Jefferson che parte nuovamente dalla panchina.

L’inizio del match è favorevole ai padroni di casa che partono forte in difesa chiudendo l’area lasciando a Iguodala l’ingrato compito di marcare Lebron. In attacco gli splash brothers continuano quanto cominciato in gara 4 bombardando da 3 a ogni occasione utile.

Cleveland fatica a entrare nel match e scivola anche sul -7 prima che Irving e Lebron ricuciano lo strappo. Soprattutto il prescelto sembra molto più deciso e non esita nel prendersi i Jumper dall’arco che manda a bersaglio con regolarità. L’ingresso in campo dei secondi quintetti non cambia l’inerzia del march e così si entra nel secondo periodo con le squadre separate da un solo punto.

Nel secondo periodo i ritmi si alzano ancora di più e a giovarne è lo spettacolo caratterizzato da continui ribaltamenti di fronte e grandi giocate dei singoli.

Thompson è on-fire come gara 6 a Oklahoma e manda a bersaglio qualsiasi cosa gli capiti tra le mani scollinando i 20 punti dopo poco più di 12’ di gioco.

Dall’altra parte è Irving a rubare la scena a tutti con una serie di giocate da playground che fanno stropicciare gli occhi agli spettatori presenti.

I Warriors non si scompongono e continuano a macinare gioco in attacco, dove partecipano al festival delle triple anche Curry e Barnes. Lebron capisce che è il momento di attaccare e prende in mano la situazione arrivando con facilità al ferro grazie alle brutte scelte difensive che Golden State sceglie di adottare sul pick n’ roll.

Alla fine di un secondo periodo, che somiglia molto a un clinic offensivo, le squadre sono sul 61 pari, e, a certificare la bellezza dello spettacolo offerto, ci sono le statistiche del primo tempo.

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Cleveland comincia alla grande il terzo periodo con Irving che prova a piazzare lo strappo decisivo. Thompson e Curry faticano a prendere in mano la situazione ma Golden State rimane comunque a contatto grazie ai tagli di Barnes e i canestri di Livingston.

Lebron continuare a essere aggressivo e oltre ad essere decisivo in attacco diventa un fattore anche in difesa dove sembra tutt’ altro giocatore rispetto alle gare precedenti.

Kerr perde Bogut per infortunio e le difficoltà nel fermare James e Irving costringono i Warriors a cominciare il terzo periodo con 9 punti di svantaggio.

Golden State accusa il colpo e non riesce a recuperare sbagliando tantissimi open shot che permettono ai Cavs di allungare ulteriormente grazie, ancora una volta, a un meraviglioso Irving che con 15 punti nel periodo arriva ai 41 finali dimostrando di che pasta è fatto.

Cleveland ha risposto sul campo alle chiacchiere dei giorni passati affidandosi ai suoi migliori giocatori. L’assenza di Green ha sicuramente favorito l’attacco dei Cavs che, in ogni caso, non si è distinto certo per la circolazione di palla ma, in un win or go home game, tutto ciò che conta è la vittoria e non come questa arrivi.

I Warriors dopo un primo tempo con percentuali folle si sono raffreddati e hanno sbattuto contro l’energia difensiva messa in campo dagli avversari ma, lo score dice ancora 3-2 per loro con altri 2 match – point da giocare e, per noi spettatori, quantomeno altri 48’ di spettacolo.

I numeri di Gara 5

  • 41 punti per James Irving, 17/24 al tiro per il primo, anche 16 rimbalzi e 7 assist per il secondo. Prima volta nella storia delle finals che due compagni di squadra scollinino i 40 punti nella stessa partita.
  • 37 punti per Klay Thompson che dopo un primo tempo memorabile cala come tutta la squadra
  • 25 punti per Curry con 8/21 dal campo e 5/14 da 3. Lecito aspettarsi qualcosa di meglio dall’mvp.
  • 5 soli punti per Barnes che chiude con 2/16 dal campo mancando ancora una volta lo step decisivo nel momento del bisogno.
  • 48-30 i punti nel pitturato a favore dei Cavs che hanno attaccato il ferro con facilità approfittando dell’assenza di green e dell’infortunio di Bogut.

 

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