Dopo un overtime Golden State vince 132 – 125 in Gara 4, in casa dei Portland Trail Blazers e si porta in vantaggio 3 a 1 nella serie.

Vorrei raccontare di come la gara corra in equilibrio nei primi tre quarti con Golden State che inizia l’ultimo periodo in vantaggio 86 a 85 e di come le due squadre, capendo l’importanza di questa Gara 4 che può riaprire la serie per Portland o chiuderla se la vince Golden State, stiano dando tutto quanto hanno per cercare di portare a casa il risultato.

Vorrei raccontarvi di come Steph Curry ritorna in campo dopo un paio di settimane d’assenza e di come giochi una discreta partita di rientro, costretto poi dall’espulsione di Livingston nel secondo periodo a giocare molti più minuti di quelli preventivati dallo staff tecnico degli Warriors.

Vorrei raccontarvi della bella prova di Portland che con Aminu (18 punti per lui), McCollum (24 punti) e sopratutto Lillard (36 punti), costringono i Campioni NBA a lottare fino alla fine, con tutti i mezzi per portare a casa la vittoria in questa gara 4.

Vorrei raccontarvi di come gli oltre 19.000 spettatori del Moda Center sostengono i Blazers per tutta la gara, dando fiducia ed energia ad una squadra che sembrava non poter essere li, che non sembrava poter competere con Golden State.

Vorrei….

Poi c’è l’ultimo quarto e sopratutto l’overtime giocati dal rientrante Wardell Stephen “Steph” Curry II, che vanno visti, è come cercare di raccontare la Gioconda di Leonardo o la Pietà di Michelangelo. Le parole non sono in grado di spiegare la magia, il senso di grandezza che questi pochi minuti di pallacanestro giocati da Curry ieri sera sono stati in grado di trasmettere.

Curry finisce la partita con 40 punti, e basterebbe questo a qualificarne la prestazione; di questi 10 punti arrivano nel 4° periodo e servono a tenere in partita Golden State a fronte dello sforzo di Lillard che con 12 punti nel quarto prova a sua volta a far vincere la gara ai suoi.

Così siamo a 23 punti fatti, perchè nei precedenti 3 periodi Curry non era stato sfavillante, si era vista la ruggine dell’infortunio, come testimoniano i 13 punti con 6 su 18 dal campo, di cui 0 su 9 da 3 punti e solo un tiro libero tentato.

Il supplementare comincia con le due squadre pari a 111, poi si materializza l’onnipotenza cestistica del sopracitato Steph: 17 punti nei 5 minuti di Overtime, fatti dando la sensazione di non faticare nel trovare gli spazi sul perimetro, fatti con una leggerezza e facilità apparente tali da scoraggiare pubblico e squadra avversaria.

Quando Curry strappa il rimbalzo d’attacco a Plumlee e segna da sotto canestro, anche se le squadre sono sul 118 pari, si ha la netta sensazione che la partita stia andando in California.

Il play by play è quasi inquietante, ve lo riporto per comodità, ma le immagini sono ancor più ingestibili, perchè davvero Curry in questi 5 minuti dà la sensazione di non poter sbagliare e di poter fare assolutamente quello che vuole. Sembra aver trovato la ricetta per dare leggerezza alla palla che lascia i suoi polpastrelli come se non avesse peso per depositarsi nel canestro avversario.

Davvero sembra eccessivo, ma perdete 5 minuti, guardate quello che succede, le facce degli avversari, dei compagni, degli spettatori e credo che anche voi vi possiate render conto di aver visto qualcosa di mai visto prima.

Stephen Curry makes 11-foot two point shot 113 – 111 04:26
Stephen Curry makes 26-foot three point jumper 116 – 116 03:20
Stephen Curry offensive rebound 116 – 118 02:42
Stephen Curry makes two point shot 118 – 118 02:40
Stephen Curry makes two point shot 120 – 118 02:20
Stephen Curry makes three pointer 123 – 118 01:51
Stephen Curry makes 25-foot three point jumper 128 – 120 01:05
Stephen Curry makes free throw 1 of 2 131 – 123 00:18
Stephen Curry makes free throw 2 of 2 132 – 123 00:18

Naturalmente i 17 punti in un supplementare sono record All Time sia per la regular season sia per i playoff NBA.
A fine gara Terry Stott: ‘I mean, he looked fresh. He had his rhythm. He made tough shots, he made nice passes, he fought through screens. Obviously 17 points in overtime. It was a hell of a performance.”

Perché Curry fa tutto ciò con una naturalezza ed una facilità disarmanti, che lasciano senza risposta gli avversari e lascia increduli anche i suoi compagni, a proposito coach Kerr a fine partita dirà: “There’s very few games, where you sort of take a moment during the game and say, ‘Wow, this is something.’ And tonight was one of them. I turned to Luke Walton a couple times and said, ‘Can you believe this?'”

Nel 1986 al Boston Garden Larry Bird, dopo aver subito 63 punti dal suo avversario, dichiarava: “I think it’s just God disguised as Michael Jordan”.

Probabilmente stanotte abbiamo assistito a una prestazione di quel tipo, che mette definitivamente Steph Curry al tavolo dei grandissimi del gioco, alla fine della sua carriera decideremo a che posto, ma la gara di stanotte è l’ulteriore riprova che Steph un posto a quel tavolo lo merita.

P.S.: Steph Curry ha vinto oggi per il secondo anno consecutivo il premio con MVP della regular season NBA e lo ha fatto, primo giocatore della storia, con voto unanime.

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