La serie tra Warriors e Blazers sbarca per la prima volta al Moda Center di Portland per la prima volta, i Campioni NBA in carica sono in vantaggio 2 a 0 seppur senza aver avuto a disposizione Steph Curry in nessuna delle prime due gare giocate.

Portland arriva da un ultimo quarto di Gara 2 dove ha “bruciato” 11 punti di vantaggio e ne ha presi altri 11 per una sconfitta davvero dura da assorbire visto il modo in cui è maturata.

Come al solito il “palazzo” a Portland è pieno in ogni ordine di posto, e gli oltre 19.000 spettatori sono determinati a far sentire la loro voce e dare la loro energia ai Blazers per cercare di portare a casa la prima “W” della serie.

Golden State però non è molto d’accordo con il progetto di Portland e parte subito forte, o meglio Klay Thompson parte subito forte nei primi 11 minuti di partita ha 18 punti a referto con 4/5 da 3 punti, a quello stesso momento tutti i Blazers hanno messo assieme 16 punti complessivi.

In qualche modo però Portland non affonda in quel momento e riesce con un tripla di Lillard, ed un altro paio di canestri accompagnati da un paio di palle perse di Golden State fanno si che il quarto si chiuda 28 a 22 per gli Warriors, un vero saldo per Portland visto l’inizio di partita.

Subito all’inizio del quarto con Aminu, Lillard e Crabb Portland ricuce le distanze e fa sentire a Golden State la propria presenza nella partita. Quando poi a circa metà del secondo periodo Aminu batte in penetrazione Dryamond Green e schiaccia su Bogut il Moda Center entra del tutto in partita e da ulteriore spinta ai Blazers e si ha la certezza che l’inerzia della partita sia cambiata e che adesso al posto di comando della gara ci sia Portland, seppur il punteggio sia ancora in equilibrio.

Portland prende ulteriore fiducia e continua a fare canestro con regolarità, Aminu segna ancora una gran tripla su uno scarico per il 53 a 44 Blazers a 55 secondi dalla fine del primo tempo, Lillard chiude con gli effetti speciali il secondo quarto con un crossover che fulmina Thompson e che gli da lo spazio per segnare un altro canestro da 3 punti, e sull’ultimo possesso del quarto ancora contro Thompson lo costringe al fallo con il cronometro che segna 2 secondi alla fine del tempo e si guadagna i due tiri liberi che sigillano il punteggio sul 58 a 46 Blazers.

Il secondo quarto di tutti i Blazers è fenomenale con Lillard, Aminu, Mcollum Crabbe che segnano sostanzialmente sempre, nel secondo periodo Portland segna 36 punti on 10/21 dal campo e 12/12 ai tiri liberi, una tempesta che mette in un angolo Golden State.

Subito all’inizio del terzo periodo Bogut commette il suo 5 fallo, Kerr opta per far entrare Brandon Rush, ci sono 10:49 sul cronometro del quarto, e Golden State prova anche la carta della Small Ball totale con Green da centro e tutti gli altri in giro per il campo a aprire gli spazi. Green inizia a portare Plumlee lontano da canestro per attaccarlo in penetrazione o per provare con il tiro da 3 punti se l’ex Nets sta un passo indietro a protezione del canestro.

Nonostante Thompson, 35 punti per lui alla fine, e Draymond Green 37 punti, con 8 tiri da 3 punti da bersaglio, Golden State non riesce mai ad impensierire Portland che ogni volta trova qualcuno in grado di controbattere al duo Warriors. McCollum mette a segno 22 punti, quasi tutti nel secondo tempo, Aminu 23 punti con un solo errore dal campo e con 10 rimbalzi a condire la sua prova.

Così nei due quarti finali Golden State ci prova ma non riesce mai ad avvicinarsi ai Blazers, che anzi aumenta il suo vantaggio sino a 16 punti all’inizio del quarto periodo; Portland memore del finale di Gara 4 non lascia mai l’acceleratore e tiene sempre a distanza di sicurezza Golden State nonostante gli sforzi dei sopracitati Thompson e Green.

La partita finisce 120 a 108 per Portland che così riapre la serie, o quantomeno fa vedere a Golden State che il passaggio del turno se lo dovrà guadagnare, partita dopo partita, possesso dopo possesso.

In tutto questo merita un commento a parte la prova di Damian Lillard, autore del suo massimo in carriera nei playoff con 40 punti, corredati da 10 assist e 5 rimbalzi, ed un controllo totale sui momenti della gara: ha tenuto lì Portland all’inizio quando la squadra rischiava di andar subito sotto, ha trovato i compagni sul perimetro ed ha aperto gli spazi con pick’n’roll e penetrazioni, ha sempre controllato e gestito prima dal punto di vista emotivo, poi dal punto di vista del gioco la partita.

Evidentemente non gli è andata giù la fine della gara precedente con un quarto periodo disastroso da parte sua, 0 punti nel quarto, e di tutti i Blazers, così in quest’occasione non ha mai abbassato il livello di intensità della sua pallacanestro ed ha messo in fila una serie di giocate “simil Curry” impressionanti: tiri da 3 punti dal pick’n’roll, tiri da 3 punti sugli scarichi, penetrazioni, tiri dalla media, invenzioni e giocate di energia: campionario completo di una point guard dominante.

In tal senso l’allenatore dei Blazers Stotts: “You kind of run out of superlatives, Lillard is such a great competitor. There was no question he was going to come in and have a really good game tonight”.

A fine gara Lillard dichiarerà: “I think we played a lot smarter down the stretch than we did the last game, and we challenged them. Last game, I think, we played good, and then we let up a little bit, and they turned it on — like championship teams do. … Tonight, we didn’t allow that to happen. We kept doing what was working for us”

La consapevolezza di aver fatto una grande gara, di aver finito quello che non erano stati in grado di finire in gara 2, ma anche che Golden State è sempre la squadra campione NBA in carica e che se Portland vuole avere una solo possibilità di rimettere in gioco la serie deve continuare a giocare con l’intensità e l’energia dimostrata in questa Gara 3.

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