Da qualche anno è il peggior raggruppamento dell’intera NBA ma nella divisione atlantica militano squadre dal passato glorioso e dal blasone infinito, dai pluridecorati Celtics ai mitici Knickerbockers.

Gli ultimi 2 anni hanno visto primeggiare i Raptors ma, soprattutto la stagione scorsa, sono stati degni rappresentanti del peggio che le division possano esprimere, essendo stata l’unica franchigia ad appendere il banner celebrativo senza raggiungere quota 50 vittorie.

Il grande lavoro effettuato da tutti i team durante la post season non è riuscito a colmare il gap per cui non sembra esserci una vera e propria contender, forse nemmeno per il titolo della Eastern Conference.

TORONTO RAPTORS

2014-15: 49-33, 4° a Est, sconfitti al primo turno dagli Wizards (0-4)
Coach Dwayne Casey
Starting Five  Lowry, DeRozan, Patterson, Carroll, Valanciunas
Panchina Ross, Joseph, Scola, Biyombo

hi-res-21a7a9763de24eb505860513edf2834a_crop_northPunti di forza L’aggiunta di Carroll porterà in Canada un difensore top, specialmente sul perimetro, e un discreta produzione di punti. L’attacco è di ottimo livello (quarti per rendimento) e si baserà sulle 2 bocche da fuoco Lowry e DeRozan, in attesa che Valanciunas possa fare il salto di qualità e confermare quanto di buono fatto agli Europei.

Punti deboli Nel corso della free agency sono stati persi i solidi contributi dalla panchina di Lou Williams, vincitore del Sixth Man Award 2015 e volato ai Lakers, e di Amir Johnson. A fronte del buon rendimento offensivo la difesa è poco meno che accettabile (19°) e la squadra è una delle poche a non avere un vero uomo franchigia.

Previsione
Gli ultimi 2 anni hanno portato 2 titoli di division ma anche altrettante uscite più o meno disonorevoli al primo turno, compreso lo sweep dello scorso anno. Le uscite di Williams e Johnson fanno spazio al neo arrivato Carroll e all’esplosione definitiva del centro lituano.

DeMarre è un solido upgrade e viene dalla miglior stagione in carriera ma il peso del contratto che ha firmato e il fatto che, prima di aprile 2015, non avesse mai terminato una stagione in doppia cifra fanno sorgere qualche dubbio.

Valanciunas entra nel contract year e deve dimostrare di poter essere una stella NBA: è già un top 10 per quanto riguarda percentuale a rimbalzo e in efficienza ma non è ancora riuscito ad essere un fattore in attacco, dove produce poco per sè e per gli altri.

Lowry viene da playoff in cui si è distinto in negativo e DeRozan è uno scorer che tira con scarse percentuali e, al momento, guida la (lunga) lista dei quasar players: quelli che si considerano e guadagnano come stelle ma (ancora) non lo sono.

La missione dei dinosauri sarà quella di raggiungere le 50 vittorie stagionali e di non fermarsi alla prima tappa in post season: serviranno i progressi di Valanciunas, l’impatto di Ross dalla panchina e i miglioramenti, tecnici ma soprattutto di leadership, di DeRozan e Lowry. 50-32

BOSTON CELTICS

2014-15: 40-42, 7° a Est, sconfitti al primo turno dai Cavaliers (0-4)
Coach Brad Stevens
Starting Five Thomas, Bradley, Turner, Lee, Zeller
Panchina Sullinger, Johnson, Crowder, Smart, Jerebko, Young

Punti di forza: la squadra è molto profonda con un reparto guardie di giocatori atletici e spettacolari e un Isaiah Thomas che lo scorso anno ha dimostrato di essere uno dei giocatori più sottovalutati della lega. I Celtics esprimono una buona difesa perimetrale unita ad una buona presenza fisica e molti giocatori sono alla ricerca del contratto della vita.

Punti deboli: Boston è ancora in ricostruzione dall’addio del nucleo del titolo 2008, non ci sono stelle (Thomas è sempre un giocatore sotto il metro e 80) e molti dei giocatori a roster sono nati negli anni 90: è una squadra molto giovane, forse troppo. I problemi sono soprattutto in attacco, ove pochi giocatori hanno qualità offensiva: lo scorso anno i Celtics sono stati la quarta peggior squadra al tiro da tre punti.

Previsione
_F5T5163ADavid Lee
, infortuni permettendo, è un upgrade notevole per l’attacco stagnante degli irlandesi: negli ultimi 10 anni è l’unico giocatore ad aver terminato almeno una stagione con almeno 18 punti, 11 rimbalzi e 3 assist di media e porterà grande presenza in area e punti. Insieme a Sullinger e all’altro nuovo arrivato Amir Johnson è parte di un settore ali affollato e di qualità.

Anche il reparto guardie è profondo: starà alla bravura di Stevens gestire il materiale umano al meglio ed evitare che gli equilibrismi del minutaggio vadano ad inficiare le prestazioni individuali e di squadra.

Lo scorso anno solamente la povertà della Eastern Conference ha permesso ai celtici di partecipare alla post season senza troppa fortuna, asfaltati dalla versione meno brillante dei Cavs e quest’anno rischiano di bissare l’esperienza.

In generale, il progetto Celtics stenta a ripartire e, pur avendo molti giocatori interessanti a roster, la squadra non ha un vero obiettivo e sembra destinata al galleggiamento: se farà i playoff sarà per un viaggio breve e neanche troppo intenso, se non li farà cercherà di pescare bene al draft in una posizione dove però sarà difficile trovare un giocatore in grado di cambiare gli equilibri. 37-48

BROOKLYN NETS

2014-15: 38-44, 8° ad Est
Coach Lionel Hollins
Starting Five:  Jack, Bogdanovic, Johnson, Young, Lopez
Panchina: Bargnani, Larkin, Sloan, Hollis-Jefferson, Jones

brook-lopez-nba-san-antonio-spurs-brooklyn-nets-850x560Punti di forza: Brook Lopez è un ottimo centro ed è senza dubbio una solida base su cui costruire una franchigia competitiva e Bargnani ha dato segni di vita ad Eurobasket. La squadra è profonda e le ultime prese al draft, McCollough e Hollis-Jefferson, hanno buone prospettive.

Punti deboli: con Mason Plumlee se n’è andato il miglior della squadra in percentuale dal campo, il migliore in rimbalzi difensivi e il secondo per rubate e stoppate. Joe Johnson ai Nets non è mai stato il giocatore ammirato ad Atlanta e, in generale, i giocatori chiave sono injury-prone.

Previsione
La gestione scellerata dei primi anni prokhoroviani ha portato a cap intasati, zero scelte per gli anni a venire e roster discutibili. Questa versione dei Nets paga ancora le conseguenze delle precedenti scellerate gestioni senza averne però le ambizioni e infatti a Brooklyn non c’è abbastanza talento per puntare a niente né giocatori appetibili per imbastire trade né tantomeno scelte da sfruttare o scambiare.

Qualcosa però sta cambiando: IsoJoe è all’ultimo anno del suo mega contratto ed è chiamato a dimostrare che può ancora essere l’attaccante efficiente e leader tecnico che è stato in passato o rischierà la cessione, Deron Williams ha (finalmente) salutato la compagnia con un buyout dopo la peggior stagione dal suo esordio in NBA e cercherà di ritrovare le motivazioni a Dallas.

La curiosa cessione di Mason Plumlee, uno dei migliori lo scorso anno e con ancora un contratto da rookie, ha aperto una voragine nel reparto lunghi, dal momento che Lopez dovrà cercare di rimanere lontano dagli infortuni e Bargnani dovrà lavorare duro per ricostruirsi una credibilità NBA.

Nonostante ciò a Brooklyn hanno resistito alle sirene del tanking rifirmando lo stesso Brook e Thaddeus Young e puntando a veterani (Bargnani, Ellington) per puntellare il roster.

Risultato: cap intasato, squadra destinata a galleggiare nella mediocrità dell’Est e la sensazione che le cose possano precipitare da un momento all’altro. 35-47

PHILADELPHIA 76ERS

2014-15 18-64. 14’ Est
Coach Brett Brown
Starting Five: Wroten, Staukas, Sampson, Noel, Okafor
Panchina: Landry, Marshall, Hollis-Thompson, Sampson, Grant

nerlens-noel-nba-los-angeles-clippers-philadelphia-76ers-850x560Punti di forza: la frontline composta da Okafor e Noel è molto giovane ma estremamente interessante. Tutta la squadra è giovane e atletica e Brown è già l’allenatore giusto.

Punti deboli: a livello di talento è il peggior team in assoluto: non ci sono stelle e, probabilmente, nemmeno titolari NBA. Okafor è un gran bel giocatore, ma è al primo anno e difficilmente migliorerà il 40% dal campo o le vagonate di palle perse della stagione passata. E Joel Embiid salterà la sua seconda stagione consecutiva vestendo i panni del Greg Oden 2.0.

Previsione
Brett Brown, nononostante la scarsa qualità della rosa, è riuscito a dare un’impronta difensiva alla squadra, portando i Sixers addirittura nella prima metà della classifica per quanto riguarda i punti subiti. Lo scorso anno ben 25 giocatori hanno indossato la gloriosa canotta che fu di Moses Malone e Julius Erving, a testimonianza della mancanza di continuità della franchigia.

L’unico interesse deriverà dalla giovanissima coppia di lunghi Okafor e Noel, che sembrano incastrarsi come lo ying e yang: uno è forte in attacco e lacunoso in difesa mentre l’altro è già una solida presenza difensiva ma non segna da mezzo metro.

La squadra è giovane ma nonostante questo non ha un vero progetto futuribile dato che il tanking selvaggio in voga da queste parti è stato quasi fine a se stesso ed ha solamente accumulato scelte e spazio salariale in abbondanza senza attirare nè star ne giocatori di livello.

Non solo, la dirigenza non ha avuto dubbi a sacrificare il miglior giocatore, Carter-Williams, per altre scelte e contratti in scadenza: MCW è un giocatore giovane e con un futuro roseo (anche se non necessariamente da stella di prima grandezza) ma evidentemente a Philly vogliono pescare il jolly dal mazzo della lottery.

Il futuro è un rebus e tutto dipenderà dalle prossime chiamate al draft: la strada intrapresa dalla dirigenza della squadra della città dell’amore fraterno, cercare l’uomo franchigia via draft, è intrigante ma estrema. 23-59

NEW YORK KNICKS

2014-15: 17-65, 15° Est
Coach Derek Fisher
Starting Five  Calderon, Afflalo, Anthony, Williams, Lopez
Panchina Seraphin, Porzingis, Galloway, O’Quinn, Amudson

carmelo-anthony-7-of-the-new-york-knicksPunti di forza: Carmelo Anthony dovrebbe aver superato i problemi fisici ed essere pronto a guidare la squadra. Robin Lopez, in uscita da Portland, è un big man difensivo di buon livello mentre Grant e Porzingis, le scelte di quest’anno, hanno ottimo potenziale.

Punti deboli: Melo è l’unico scorer credibile e Afflalo viene da una delle peggiori stagioni in carriera. Calderon è un play ordinato e un tiratore affidabile ma in difesa non ha mai convinto ed ha probabilmente già sparato le cartucce migliori mentre Derrick Williams ha sempre deluso fin da quando ha messo piede in NBA

Previsione
Durante la free agency, Phil Jackson avrebbe voluto firmare un pezzo grosso ma il massimo che è riuscito a ottenere è stato Robin Lopez. Il fratello di Brook è un buon centro, viene dalla buona esperienza a Ovest ed è un sicuro upgrade difensivo insieme ad Afflalo, anche lui starter credibile e moderno “3andD”, ovvero una guardia difensiva tiratrice.

Il piano è chiaro, al netto del triangolo jacksoniano: tanta pressione offensiva su Carmelo e tiratori pronti a punire i raddoppi. Anthony a parte, la qualità generale della rosa sembra bassa: Amundson, O’Quinn e Seraphin sono discreti lunghi ma sono sempre stati comprimari, Porzingis e Grant, le scelte al draft, hanno ottime prospettive ma sarebbe ingeneroso aspettarsi troppo da loro nella stagione del debutto.

Nelle acque dolci della Eastern Conference non è escluso che i Knicks, complice una stagione da aspirante MVP di Carmelo, possano trovarsi a competere per una casella della griglia dei playoff: a conti fatti però la squadra non ha un reale obiettivo e non hanno scelte per il prossimo Draft.

Phil Jackson dovrà decidere strada facendo cosa far fare da grande ai suoi Knicks e, se le cose dovessero mettersi male, potremmo assistere all’armageddon della cessione di Melo. Oppure all’addio alla politica della ricostruzione per dare il via alla restaurazione, cercando trade che portino a New York giocatori esperti e costosi per tentare un disperato assalto al titolo, inseguendo gli ultimi anni di dominio del prodotto di Syracuse.

Dunque, anche quest’anno sulle rive dell’Hudson si vivrà la solita stagione sul filo del rasoio, dove il rischio del fallimento totale è dietro ogni angolo. 40-42

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