Estate movimentata quella dei Clippers: non è necessaria un’analisi approfondita per realizzare che probabilmente hanno ottenuto il massimo a cui potevano ambire dati i vincoli salariali.

Partito Barnes per Lance Stephenson e per avere lo spazio per firmare Pierce, la squadra ha aggiunto con quest’ultimo la freddezza nei finali e il tiro da fuori che sono mancati pesantemente contro Houston nelle semifinali di conference dell’anno scorso. 

Le cifre di Barnes nelle ultime 3 gare decisive sono impietose: 24,7 minuti, 23% dal campo, 2/13 dalla lunga. Nel frattempo Pierce lottava come un leone per impedire ai suoi Wizards di arrendersi al loro ineluttabile destino: negli ultimi 3 match della stagione 30 minuti a partita, 41% dal campo e 9/20 da 3 punti. Le cavalcate nei playoff con i Celtics, l’anello vinto e la profonda stima reciproca con coach Rivers completano il curriculum di “the Truth”, facendo di lui il perfetto fit per i Clippers.

La seconda aggiunta in termini di “star power” è Josh Smith, ala grande con 11 anni di carriera NBA, 25esimo giocatore nella storia NBA a raggiungere 10k punti, 5k rimbalzi, 2k rimbalzi e 1k stoppate. Un giocatore estremamente versatile, capace di stoppate e schiacciate clamorose e allo stesso tempo di eseguire lob da ball handler o di servire un compagno con fucilate dal post alto nell’angolo opposto dimostrando capacità di lettura notevoli. 

Probabilmente dopo il bagno di umiltà di Detroit il backup ideale di Blake Griffin, di cui peraltro può diventare letale compagno in quintetti piccoli per alcuni minuti, grazie anche a un tiro da 3 che dire ondivago è un eufemismo, ma che non gli ha impedito comunque in un sistema come quello di Houston di punire talvolta le scelte della difesa avversaria. E soprattutto non sono da sottovalutare i segni di maturità mostrati nei momenti che contano in quella che si può definire probabilmente la miglior offseason della sua carriera.

L’inserimento di Lance Stephenson è di per se stesso un rebus, dal punto di vista tattico prima ancora che caratteriale: Rivers ha dichiarato che lo farà partire dalla panchina e che l’ha preso soprattutto per il suo ball handling e la capacità di servire i compagni, mentre Wes Johnson è arrivato in un momento complicato (quando Deandre era dato per certo partente) e nel nuovo contesto troverà spazio soprattutto come defensive energizer quando Pierce avrà bisogno di tirare il fiato (e succederà di frequente, soprattutto in regular season) contro i 3 più giovani e atletici.

Cole Aldrich è un’altra aggiunta interessante, il cambio in posizione di centro che mancava l’anno scorso (non ce ne voglia Big Baby, che pur il suo in alcune situazioni l’ha fatto anche nei playoff), giocatore apprezzato anche da un certo Phil Jackson, che in una recente intervista a Charley Rosen ne evidenziava la difficoltà come starter per la desuetudine a un ruolo di così grande responsabilità e peso, anche sul piano fisico: ritroverà la sua dimensione come backup e con essa probabilmente la sua efficacia tornerà a un livello accettabile. 

Nota a margine per Branden Dawson, il rookie della casa (scelto con la 57), che in Summer League ha mostrato il suo mix di atletismo, fame per le palle vaganti e i rimbalzi (primo nella Big Ten a oltre 9 di media a partita) e che, anche se di campo ne vedrà davvero poco, avrà modo di imparare da grandi veterani NBA nel suo ruolo e vivere da subito in un contesto vincente.

Con tutta questa abbondanza, le domande e la curiosità verso le scelte di coach Rivers non possono che moltiplicarsi. Proviamo a ridurle a una manciata di quesiti per necessità di sintesi:

  1. Giocheranno con Pierce da 4 tattico?Domanda ovvia, meno scontata la risposta. Pierce ha un’utilità da 4 contro squadre che schierano un 4 poco mobile in difesa e poco aggressivo in post in attacco, il che sta diventando da un paio d’anni a questa parte sempre più una rarità. In principio furono Riley, Spoelstra e Lebron (non furono certo i primi, ma sicuramente quelli che hanno costretto maggiormente a cambiare la Lega nell’ultimo decennio), ma ormai la novità è diventata la normalità e quasi tutte le squadre hanno valide contromisure a questa mossa tattica, senza contare che le squadre con due lunghi “old school” sono ormai una rarità. Il bluff da pokerista di coach Wittman (non schierare mai Pierce da 4 in corso di regular season salvo giocarsi la carta nelle gare decisive dei playoff) può aver preso di sorpresa qualcuno l’anno scorso, ma difficilmente troverà impreparati gli agguerritissimi staff tecnici dell’ovest quest’anno.

     Inoltre Pierce ha un altro anno in più sulla carta di identità, quindi i minuti a fare a gomitate in tagliafuori con 20enni superatletici o a tentare un simulacro di difesa in aiuto sulle penetrazioni dei piccoli saranno sempre più dispendiosi sul piano fisico per lui. Da considerare una rarità, solo per i momenti decisivi o disperati, principalmente nei playoff.

  2. Lance giocherà da point forward?Nel secondo quintetto probabilmente sarà il principale trattatore della palla, ma nella squadra di Paul questo significa appena 13-14 minuti per gara in stagione (Paul viaggia a una media di 34,9 minuti per gara negli ultimi 2 anni) e Stephenson si augura di avere molto più spazio. Impensabile e forse poco utile pensare a un ruolo di Paul da catch&shooter, salvo magari per qualche giocata sporadica a sorpresa. Lance dovrà quindi adattarsi per almeno una decina di minuti a tornare a giocare senza palla, magari da tiratore dagli angoli, dove ai Pacers aveva mostrato sprazzi interessanti (24 su 48 nell’ultima stagione, campione statisticamente limitato ma che dà un’indicazione tendenziale interessante, considerando che l’anno scorso agli Hornets ha sostanzialmente abbandonato questa specialità per dedicarsi al playmaking, con risultati sospetti). 

    Doc Rivers dovrà trovare il modo di far digerire al ragazzo anche questa perdita di centralità, ma la personalità e lo status di Paul dovrebbero rendere il compito meno arduo.

  3. Giocheranno spesso con 4 esterni?Un quintetto con Paul, Reddick, Sthepenson, Pierce e Griffin/Jordan godrebbe sicuramente di buone spaziature, specie immaginando Lance a muoversi tra gli angoli e JJ a correre sui blocchi. Inoltre potrebbe reggere a rimbalzo grazie all’eccezionale propensione di Lance (più di 7 a gara nell’ultimo anno ad Indiana, 4,5 anche nella disgraziata annata passata). Più complessi gli equilibri in difesa, dove Pierce deve essere “nascosto” a tutti i costi, e Reddick, pur avendo imparato con gli anni a gestirsi non può pensare di essergli di aiuto. Meglio potrebbe andare su quel lato del campo con J-Smoothe da 4, volendo considerare Smith un esterno, cosa che in attacco può essere solo in parte per la ben nota discontinuità al tiro dalla distanza.
  4. Alzeranno ulteriormente il ritmo?E’ un’altra soluzione tattica che i Clippers potrebbero cercare con maggior frequenza. Stephenson rende al meglio negli spazi, così come Griffin, Smith e Jordan. Naturalmente il contropiede primario parte dalla difesa, e dalla presenza di potenziali rubapalloni come Paul e Griffin. La maggiore profondità del roster peraltro potrebbe rendere più pensabile ridurre i minuti di Paul e rendergli quindi possibile un ritmo più elevato di gioco sui 28 metri, che non ha di fatto mai praticato in carriera ma che oggi per la prima volta con una squadra così competitiva e completa potrebbe permettergli di scavare più facilmente margini di vantaggio tranquillizzanti nei primi tre quarti per poi riposare insieme agli altri titolari nel finale, almeno in regular season.
  5. Quali difficoltà tattiche dovranno affrontare?Dal punto di vista tattico la difesa con Pierce e Reddick in campo simultaneamente è certamente un punto di attenzione, anche se può reggere in un sistema solido con un chiaro e definito centroboa (Deandre) verso cui spingere i penetratori e con due presenze carismatiche come Paul e Griffin ad agire da battitori liberi con licenza di blitz sulle linee di passaggio. Non sarà facile supplire alla mancanza di Barnes su questo lato, anche se il calo al 15° posto per efficienza defensiva dello scorso anno può essere un segnale che già qualcosa vacillava.In attacco la presenza simultanea di Stephenson, Smith e Aldrich nel secondo quintetto rischia di soffocare gli spazi in area in maniera asfissiante, ma la problematica è facilmente superabile gestendo abilmente i minuti di Reddick e Pierce.

    Per il resto la ricchezza e la varietà del talento a disposizione su entrambi i lati del campo è da top 3 a ovest, quindi i veri grattacapo saranno per le rivali. Ovviamente non è oggetto di questo articolo trattare di chimica di squadra, altrimenti dovremmo rilevare che aggiungendo J-Smoothe e Lance alle sempre più roboanti bambinate di Deandre, assurto a “vittima del mobbing di CP3” in quest’estate rovente di Tweet ed Emoji, saremmo di fronte a uno dei più grandi grattacapi causati da un GM al proprio allenatore nella storia dell’NBA moderna.

     Per fortuna che GM e allenatore coincidono, e che nello stesso spogliatoio ha avuto il buon senso di metterci prima anche un luogotenente fidato (il figlio) e un paio di leader carismatici dall’elevato IQ (emotivo oltre che cestistico), che sono anche le stelle della squadra. Buona lob city a tutti anche per il 2016.

9 thoughts on “Come giocheranno i nuovi Clippers?

  1. Assolutamente si, ma il problema con Josh da 4 come dicevo nell’articolo possono essere le spaziature offensive, contando che non hanno un 5 tiratore.

    • 15esimo di esperienza che dirà le cose giuste dalla panchina, non vedrà mai il campo e verra inserito in uno scambio se necessario. Vuoi che ti dica che porterà intelligenza nel ruolo di point guard nei minuti senza Paul? No, non te lo dico, perché se non hai tiro da fuori e l atletismo per stare con nessuno in difesa non puoi vedere il campo in questa lega.. ;)

  2. Sarà interessante vedere la chimica del secondo quintetto con Crawford stephenson e Smith…non ci sono palloni per tutti

  3. Grandi ragazzi, ottimo post. Riprendendo gli ultimio commenti io credo che raramente hai in campo un “secondo quintetto” fatto tutto da seconde linee, ci sarà un mix di titolari in forze e panchinari più freschi, a seconda del momento della partita, e in questo senso a me sembra che i Clippers oggi siano più profondi con questo mercato e possano provare numerose soluzioni a partita in corso anche variando uno solo degli uomini in campo. Hanno un bel gruppo: a me, onestamente, DeAndre Jordan non fa impazzire, anche se domina difensivamente, però nel complesso vedo i Clippers una seria candidata alle finali di Conference. Crawford (se resta), Stephenson (se motivato), J.Smoove, pur con qualche criticità, sono comunque giocatori di alto livello.

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