Quando questa serie arriverà alla sua conclusione in molti avranno bisogno di calmanti e similari. Probabilmente sino a questo punto non si potrebbe chiedere di meglio a due squadre che stanno dando il massimo nel tentare di arrivare ad una finale di Conference così tanto agognata e talmente ricercata in questi anni, tanto da far giungere praticamente tutti gli episodi ad un finale da infarto. 
Dopo una gara 4 che ha visto Paul Pierce sbagliare il tiro del pareggio ciò che è seguito non è stato certamente da meno a livello prettamente emozionale.

La notizia più importante è ovviamente il tanto atteso ritorno di John Wall in favore dei Washington Wizards. La sua assenza sinora si è fatta pesantemente sentire e in tantissimi aspetti del gioco, alcuni dei quali a dir poco fondamentali nel gioco di Wittman: penetrazioni, contropiedi micidiali, difesa sul perimetro, decision making.

Il numero 2 non si è di certo fatto attendere e ha tentato sin dalle prime battute di condurre i suoi tramite i famosi contropiedi che lo hanno reso particolarmente famoso sulla mappa della National Basketball Association. Per il giocatore della franchigia capitolina 6 punti e 2 assist nel solo primo quarto, per poi chiudere rispettivamente con 15 (7/16 al tiro, 0/3 dall’arco) e 7 unità.

Tuttavia, come si può evincere anche dal tabellino (che comunque lascia sempre e comunque il tempo che trova), la partita di Wall non è stata delle migliori, il che non dovrebbe neanche stupire più di tanto visto il problema dal quale è rientrato. A testimonianza di ciò vi sono anche le 6 palle perse commesse dal play-maker di Washington.

Atlanta infatti non perde tempo e cerca già nel primo periodo di portarsi decisamente avanti. Il buzzer beater di Al Horford a fine primo quarto porta la formazione della Georgia avanti di quasi 10 lunghezze. Badate bene però, non sarà l’ultimo buzzer beater del centro di Mike Budenholzer, e soprattutto non sarà il più decisivo.

Bradley Beal, tra i migliori dei suoi ma con numeri rivedibili

Bradley Beal, tra i migliori dei suoi ma con numeri rivedibili

Nella seconda metà del secondo quarto però le cose sembrano girare, precisamente da quando rientra sul parquet proprio Wall. Il leader dei Wizards si renderà principale fautore di un parziale di 19-8 che permetterà alla propria squadra di chiudere, almeno momentaneamente, il gap e tentare quindi un assalto alla Phillips Arena. Il suo preferito “compagno di giochi”, Bradley Beal, contribuirà con 23 punti (team high), ma con numeri al tiro ancora una volta abbastanza deficitari: 9/21 dal campo, 1/5 da tre.

La partita continuerà come ha fatto l’intera serie: in modo del tutto similare al movimento di un pendolo. Già, perché Atlanta riesce di nuovo a farsi sotto grazie al trascinamento ancora una volta di Horford, principale fautore della vittoria della nottata con una suntuosa prova composta da 23 punti (10/18 dal campo), 11 rimbalzi (6 dei quali offensivi, game high) e 5 stoppate (altro game high).

Il contro parziale che guiderà il numero 15 di Budenholzer anche grazie a due bellissime stoppate su Otto Porter e John Wall porrà la partita su un binario di perfetto equilibrio sino alle ultime battute, cioè quando ancora una volta il caos (e intendo a livello prettamente emozionale) prenderà il sopravvento.

Sul 78 pari e a 25 secondi circa dalla fine Paul Pierce perde una palla sanguinosa che Horford e Carroll trasformano in un semplice lay-up in contropiede. 15 secondi sul cronometro, la “verità” ha ancora una volta da dire la sua: sulla rimessa scarico nell’angolo per l’ex Boston Celtics che piazza la tripla del +1 Washington. 8 secondi scarsi sul cronometro, altro time-out e rimessa Atlanta: penetrazione forte di Schroder che sbaglia, e anche malamente, ma proprio l’uomo di cui sopra pulisce tutto e con 2 secondi scarsi sul crono piazza il buzzer beater della vittoria. Proprio Al Horford!

La preghiera seguente di John Wall non viene ascoltata e gli Hawks portano a casa gara 5 sul punteggio di 82-81. Come detto ancora una volta questa serie si rivela essere estremamente equilibrata e incredibilmente elettrizzante, una di quelle che raramente si dimenticano.

In quest’occasione è Al Horford a dimostrarsi il perno e il fattore X della vittoria per Mike Budenholzer. Nonostante una gara quanto mai solida di Marcin Gortat, che alla fine totalizza 14 punti con 7/10 al tiro e 8 rimbalzi, il numero 15 della formazione della Georgia si rivela essere una vera e propria spina nel fianco grazie alle sue straordinarie caratteristiche.

Mani fantastiche, discreta visione di gioco, capacità di difendere forte nel bene e nel male (e ne sono prova le due stoppate che hanno contribuito in maniera pregnante al contro parziale), e soprattutto un talento per il gioco offensivo di quelli da non sottovalutare, mai e poi mai.

Dennis Schroder, decisivio nel muovere la difesa sul finale

Dennis Schroder, decisivio nel muovere la difesa sul finale

Mike Budenholzer ha creduto fermamente in questo e con Horford e Millsap ha creato un duo di difficile reperimento sia a livello tecnico sia soprattutto sul piano qualitativo. 

Poter godere di due lunghi con mani così dolci e in grado sempre e comunque di aprire il pitturato per le incursioni dei vari Jeff Teague e Dennis Schroder (con quest’ultimo che comunque non ha inciso particolarmente in questa serata, 6 punti con 3/12 al tiro), unendo il tutto ai tiri di Korver e al gioco offensivo quanto mai polivalente di Carroll, ha permesso all’head coach degli Hawks di ricreare una ben oleata macchina d’attacco di “Popovichiana” memoria.

Ancora una volta Horford si è reso principale protagonista di un gioco che coinvolge, e molto, i propri lunghi, e in una lega dove emergono sempre più giovani guardie e ali dai forti temperamenti e dalle straordinarie innate capacità il poter godere di elementi di questo calibro spesso e volentieri fa la differenza. Questa gara 5 non fa ovviamente eccezione.

A questo punto Atlanta è ad una W dalla finale di Conference, traguardo che non raggiunge addirittura dal 1970 (quando al tempo era conosciuta come finale di Division) quando fu sconfitta in tale scenario per la seconda volta consecutiva dai Los Angeles Lakers di Wilt Chamberlain e Jerry West

Ditemi voi se in questa serie non si sta scrivendo la storia della pallacanestro, o per lo meno se non si sta creando una delle serie più spettacolari di sempre. Sfido a farlo. Scusatemi se mi ripeto, ma non si può proprio farne a meno per ciò che stiamo apprezzando: i love this game!

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