L’uomo mascherato è in campo. Anche l’ultimo degli spettatori è al suo posto a rendere “calda” l’atmosfera all’interno del FedEx Forum. Tutto è pronto insomma per una gara che potrebbe già risultare decisiva all’interno della serie.

Le due squadre partono con l’idea di giocare a ritmo alto per non affrontare le difese schierate ma questo ritmo alto sembra più frenesia, difatti a metà del primo quarto conducono gli Warriors per 13 a 8 con le due squadre che tirano davvero male. 

Arriva qui il primo timeout di Memphis e da li in poi la squadra di casa riprende ad attaccare con raziocinio e quando un minuto dopo Mike Conley segna la tripla del pareggio a quota 15 il palazzo esplode e si ha la sensazione che i Grizzlies siano al posto di guida tecnico della gara. 

Adesso riescono a far arrivare la palla dentro dove Randolph e Gasol continuano ad impegnare Green in una difesa del canestro molto faticosa poichè deve usare molta più energia per sopperire alla minor stazza rispetto ai due lunghi avversari e questo si traduce in una maggior imprecisione del ex Michigan State in attacco.

Il primo quarto diviene un perfetto manifesto di come la difesa dei Grizzlies instillato qualche incertezza nel sistema offensivo di Golden State, il punteggio è 23 a 20 Memphis, ma fa specie sopratutto il 14% (1 su 7) da tre della squadra di Curry.

L’attacco dei Warriors sembra diventato improvvisamente lento, ovvero Golden State arriva in fretta in attacco ma una volta lì non fanno succedere nulla per gran parte dei 24 secondi così azione dopo azione il ritmo della partita diventa quello di Memphis.

Il secondo quarto comincia con 3 attacchi improduttivi degli Warriors che invece subiscono punti da Memphis e così Kerr è costretto a chiamare time out dopo 1 minuto e 30 secondi per cercare di riportare la sua squadra a giocare il suo basket e non quello dei Grizzlies. Kerr non ottiene il risultato sperato, la partita non cambia anzi, un canestro su rimbalzo offensivo di Carter dá il 35 a 24 ai Grizzlies e fa diventare il FedEx Forum una Santa Barbara.

Il secondo periodo finisce con Allen che fa l’Allen, ovvero: fa interferenza a canestro e sull’azione dopo “mangia” la palla a Klay Thompson; poi sul successivo attacco degli Warriors intercetta uno dei passaggi di Curry per un facile canestro in contropiede che sigilla il punteggio del primo tempo sul 55 a 39 per Memphis.

Di nuovo un tempo di gioco sotto i 40 punti per Golden State ed un altro primo giocato da Memphis esattamente come doveva essere giocato: controllo del ritmo, palla dentro e difesa distruttiva che non lascia sviluppare il gioco degli Warriors.

Golden State deve cercare di rimettere in sesto la gara e parte subito forte all’inizio del terzo periodo e in un amen riesce a ritornare a -6 con i canestri di Curry e Thompson che finalmente ritrovano continuità in attacco, qui Memphis si ricompatta e riprende a giocare la pallacanestro del primo tempo, palla ai lunghi che o attaccano in prima persona o generano attacco per i compagni, la difesa torna a farsi sentire, anche fisicamente, e negli 8 minuti successivi Memphis piazza un parziale di 12 a 4 che riporta il punteggio sul 72 a 58 per i Grizzlies.

Il terzo quarto è di Randolph che mette a segno qui 10 dei suoi 22 punti, all’interno dei 10 punti da segnalare un canestro allo scadere dei 24 secondi frustrando la difesa di Speights e una rovesciata in penetrazione degna di un ballerino. Così grazie a Randolph i Grizzlies non fanno rientrare gli Warriors, il periodo finisce 79 a 64 Memphis.

L’inizio del quarto periodo sembra confermare l’andamento della partita, poi però Golden State inizia a raddoppiare i post di Memphis e a sporcare la fluidità offensiva degli avversari, dall’altra parte del parquet iniziano a fare canestro con un pò più di continuità e punto dopo punto costruiscono un parziale di 20 a 5 in 7 minuti e 30 secondi che li riporta in partita. 88 a 84 Memphis con 3 minuti da giocare nella partita.

I Grizzlies non sembrano più trovare il bandolo della matassa in attacco, perdono palloni, riescono ad avere solo brutti tiri, improvvisamente quello che per tre quarti ha funzionato non funziona più, nemmeno Gasol dal suo ufficio in post riesce a generare un attacco decente per i suoi.

Poi su un gioco rotto Allen dá la palla a Courtney Lee dietro la linea da tre punti e di nuovo più 7 per Memphis con Golden State ricacciata di nuovo indietro.

Gasol che ha dominato i primi tre quarti nel quarto periodo ha fatto virgola, zero punti dal campo sbagliando tiri comodi e facendo qualche scelta tecnica sbagliata, cosa per lui ancor più inspiegabile dato l’elevatissimo QI cestistico; però quando gli arriva in mano il pallone con 1.7 sul cronometro dei 24 secondi segna il suo primo canestro del quarto periodo per dare il più otto ai suoi con due minuti da giocare nella partita.

In questi due momenti si vede come la partita sia orientata vero Memphis, Golden State non è mai riuscita, salvo all’inizio del primo quarto, a stare davanti e a prendere il controllo tecnico ed emotivo di questa Gara 3. Basti pensare che Steph Curry nel quarto periodo mette a segno due soli punti, non riuscendo mai a far davvero male alla difesa dei Grizzlies.

Le olive nel Martini le mette Conley quando tiene palla fin quasi allo scadere dei 24 secondi e poi va a canestro con una penetrazione che vale il più nove Grizzlies a 39 secondi dalla fine della gara. Il finale è 99 a 89 Memphis, che conserva il vantaggio del fattore campo e adesso ha un’altra partita in casa per portare la serie sul 3 a 1.

Memphis ha fatto quello che doveva fare, non hanno sbagliato quasi nulla e anche nei momenti di difficoltà hanno saputo ricompattarsi e ritrovare il loro gioco sia in attacco sia in difesa. Golden State invece non è mai riuscita a portare la partita sui suoi ritmi, anzi a larghi tratti gli Warriors sono sembrati andar sotto in termini di energia e voglia con gli avversari. 

Curry e Thompson non sono mai riusciti ad incidere veramente in questa gara, alla fine se guardiamo i referti vediamo che i due hanno comunque messo assieme rispettivamente 23 e 20 punti, punti che però non hanno mai veramente fatto male agli avversari.

Memphis ha fatto quello che sembrava impossibile fare: instillare dei dubbi nel sistema degli Warriors e rendere imperfetto un sistema che nella regular season ha funzionato come un orologio svizzero. Steve Kerr riuscirà a riparare per tempo questo meccanismo oppure la sabbia di Memphis ha danneggiato permanentemente l’armonia di Golden State?

Lunedì ci sarà gara 4 e come ha detto Klay Thompson: “Non una gara MUST WIN, ma ci assomiglia maledettamente”.

3 thoughts on “Memphis difende il fattore campo in Gara 3

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