Di nuovo alla Oracle Arena per Gara 2, oggi con uno spettatore in meno, Mike Conley che con maschera protettiva può rimettere piede in campo dopo l’infortunio subito nella serie precedente contro i Blazers.

Il rientro di Conley permette a Joerger di avere un difensore perimetrale in più da destinare alla marcatura di Steph Curry, fresco vincitore del premio come MVP della lega per la regular season, di continuare a lasciare Tony Allen sulle piste di Klay Thompson e di avere così una miglior tenuta difensiva sul perimetro rispetto a Gara 1.

Con Conley di nuovo a disposizione tornano le rotazioni stabilite, così dalla panchina esca Udrih come primo cambio delle guardie e Calathes dopo due partite da playmaker titolare torna al suo ruolo di cambio.

Golden State ha un avvio più lento rispetto a Gara 1 mentre Memphis parte meglio e due canestri di Conley consecutivi portano i Grizzlies in vantaggio sul 7 a 5, da li in poi Memphis condurrà tutto il primo tempo, ed un parziale di 9 a 0 alla fine del secondo quarto permette a Memphis di portarsi fino al 50 a 39 con cui si arriva all’intervallo tra il secondo ed il terzo quarto.

I Grizzlies hanno costretto gli avversari a stare sotto i 40 punti in un tempo per la seconda volta quest’anno, l’altro precedente contro gli Spurs; inoltre Golden State non ha a questo punto della gara nessun giocatore in doppia cifra, ha messo a segno solo due triple in un tempo, Draymond Green devastante in Gara 1 non ha inciso in questa fase iniziale della gara e nessuno degli altri Warriors ha fatto un passo avanti per prendere gli spazi che Green non è riuscito a usare.

Il secondo tempo continua sulla falsa riga del primo, con Memphis davanti e Golden State che insegue senza mai riuscire a produrre un parziale che li riconduca in partita.

Gli Warriors non entrano mai in ritmo, la difesa fisica di Memphis riesce a limitare il ritmo offensivo degli avversari che incocciano in una serata no al tiro: 42% scarso dal campo e 23% da tre punti ( 6 su 26), così senza il tiro da tre punti che allarga il campo l’attacco di Golden State fa più fatica ed essendo un sistema che vive e si alimenta di ritmo, quando il ritmo manca tutto diviene più complesso.

Curry che di solito fa da scintilla e genera attacco solo per il fatto di essere in campo non riesce mai a dare continuità all’azione dei suoi, anzi va spesso in difficoltà con Conley ai due lati del campo.

Conley rientra con una maschera protettiva e con una placca di metallo inserita nel volto per tenere assieme le ossa fratturate da McCollum, si trova contro il nuovo MVP della lega e decide, in trasferta in uno dei campi più rumorosi della NBA, di “erogare” una prestazione da 22 punti in 27 minuti, piena di canestri decisivi per non far mai rientrare a contatto gli avversari e piena di determinazione, determinazione che si propaga ai compagni ridando a Memphis quella solidità difensiva e di gioco mai vista in una Gara 1 dominata dagli Warriors.

Adesso la serie si sposta a Memphis in un ambiente effervescente per aver strappato alla miglior squadra NBA il vantaggio del fattore campo nella serie.

Tanto era sembrata impotente Memphis in gara 1, tanto è invece riuscita ad essere efficace nel deteriorare la macchina offensiva di Golden State. Solo cattiva serata al tiro per i giocatori di Steve Kerr o la sabbia del Mississippi ha davvero inceppato quello che sembrava un meccanismo perfetto?

Il bello dei play off è che sappiamo già quando avremo la risposta: Sabato a Memphis, precisamente al FedEx Forum, la Grindhouse dei Grizzlies, lì vedremo che reazione avremo dall’MVP e dalla sua squadra.

Memphis con il rientro di Conley ha trovato una forza mentale e fisica insospettabile e sembra avere tutte le risposte ai quesiti tecnici che Golden State dissemina su un campo da basket.

La sfida di sabato sembra giù una di quelle gare “pivotal” attorno a cui ruota tutta una serie, e forse, tutta una stagione.

 

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