In quella che è stata da più parti definita “the craziest trade deadline ever” i Thunder sono stati sicuramente tra i protagonisti, portando a termine uno scambio a tre squadre con Pistons e Jazz che ha mandato Grant Jerret, Kendrik Perkins e due scelte a Utah; Reggie Jackson a Detroit; Enes Kanter, DJ Augustin, Kyle Singler, Steve Novak e una seconda scelta a Oklahoma City.

Sam Presti ha poi concluso la giornata con un’operazione minore col solo scopo di liberare uno spazio a roster mandando Ish Smith a New Orleans, in questa maniera ha creato spazio ai quattro nuovi arrivi senza bisogno di sacrificare uno tra Lamb e Perry Jones III.

Di fatto dunque si è concretizzato lo scenario preventivabile sin da inizio stagione: ovvero la cessione di uno svogliato e involutissimo Jackson per non perderlo a zero in estate, andando a sostituirlo con un giocatore sicuramente differente come Augustin e nello stesso tempo andando a inserire a roster un centro offensivo quale Kanter, in un ruolo in cui la squadra è stata storicamente sempre stata carente.

A livello tecnico appare sicuramente interessante notare come siano arrivati tre giocatori (Augustin, Singler, Novak) con ottime percentuali dall’arco e che come tali si renderanno utili lontani dalla palla, andando (si spera) a risolvere il problema che si era creato con Jackson e che l’arrivo di Waiters aveva ulteriormente accentuato, vale a dire la troppa monotematicità di giocatori che sanno rendere solo palla in mano e che in quanto tali mal si sposavano in una squadra in cui giocano Durant e Westbrook, due stelle che al contrario hanno assoluta necessità di compagni che sappiano aprire il campo per conceder loro maggiori spazi di penetrazione.

Analizzando invece queste trade a medio termine, bisogna sicuramente far notare come Sam Presti per la prima volta si sia privato di ben due prime scelte dei prossimi anni (di fatto una per Kanter e una per Waiters) gettando la maschera e lanciando il chiaro segnale che non è più tempo di aspettare, bisogna vincere e anche in fretta; segnale che sicuramente è stato apprezzato anche dalle stelle della squadra e che tornerà ben utile nel momento in cui occorrerà rinnovare i contratti di KD e Westbrook.

Proprio in quest’ottica esce fuori alla grande il lavoro che sta facendo Presti: infatti mentre in questi anni molti team sono entrati in modalità “win now” cercando dei veterani solo per vincere a brevissimo termine ma rischiando di ingolfarsi il cap e trovandosi poi senza asset (senza peraltro aver vinto), il GM di Oklahoma City è riuscito a metter su un piccolo capolavoro: ovvero rinforzare la squadra ringiovanendola ulteriormente e mettendo le mani su una serie di giocatori che sicuramente hanno un grosso potenziale da sviluppare.

Questo fatto potrà indubbiamente tornare molto utile in fase di rinnovo delle star perché aldilà dell’aspetto salariale, OKC nel 2016 potrà comunque presentarsi d’innanzi a KD mettendo a disposizione un team assolutamente competitivo ma ancora giovane, garantendo quindi la competitività per il titolo per diversi anni.

Cercando di fare un po’ di ordine andiamo dunque a vedere il roster a disposizione di Scott Brooks dopo questa serie di movimenti:

Playmakers: Westbrook, Augustin
Guardie: Roberson, Waiters, Morrow, Lamb
Ali piccole: Durant, Singler, Novak
Ali grandi: Ibaka, McGary, Collison, Jones
Centri: Adams, Kanter,

Partendo dalle point guard sicuramente Augustin sembra un giocatore molto più adatto di Jackson a fare ciò che gli verrà richiesto, ovvero provare a mettere in ritmo la second unit e giocare qualche minuto a fianco di Westbrook, garantendo al team pericolosità dal perimetro; oltretutto Augustin ha dalla sua l’amicizia con KD visto il comune passato Ncaa nei Longhorns, dove i due hanno giocato insieme nell’unica stagione collegiale disputata da KD.

Il reparto guardie di fatto resta invariato, mentre l’innesto di Singler in ala piccola (passato abbastanza sottotraccia nell’economia generale della trade, ma giocatore molto apprezzato da Presti che lo aveva seguito in uscita da Duke) può indubbiamente tornare utile ai Thunder principalmente per due ragioni:

– il piede di KD continua a destare preoccupazioni e Kevin è costretto a giocare con poca continuità saltando diversi match. L’innesto di Singler va a puntellare un ruolo che in assenza di KD era completamente scoperto vista la poca fiducia di Brooks nei confronti di Perry Jones.

– Singler è il classico gregario che sa fare un po’ tutto eccellendo però nel tiro da tre, questa sua caratteristica può permettere diverse variazioni tattiche alla squadra, tra cui sicuramente quella più importante sarebbe di farlo giocare da ala piccola in quintetto dove KD fa il 4 e Ibaka il 5. Questo permetterebbe di fatto di avere una squadra con cinque potenziali tiratori affidabili dall’arco e che non paga eccessivamente dazio in difesa; una peculiarità che se ben sfruttata potrebbe essere una chiave di volta in diverse situazioni.

In ala grande non ci sono stati movimenti, anche se l’esplosione di McGary nelle ultime partite ha comunque dimostrato che i Thunder hanno un giocatore che già al suo primo anno può garantire 10-15 minuti di energia e di soluzioni offensive molto interessanti.

Mitch può giocare anche da centro e probabilmente lo farà in assenza di Adams, ma al ritorno del Big Kiwi il lungo da Michigan tornerà a trovar spazio principalmente come cambio di Ibaka.

Il pezzo forte della trade è sicuramente invece Kanter, giocatore scelto alla tre dai Jazz nel draft 2011: il centro turco in questi anni ha dimostrato sicuramente di poter essere un fattore offensivo in post basso, ma al contrario ha peccato in fase difensiva.

I Thunder possono mettergli a disposizione un sistema difensivo collaudato in cui lui potrebbe veder coperti alcuni dei suoi difetti cronici, anche se ovviamente ci si aspetta anche un suo miglioramento personale; in quest’ottica sarà anche interessante vedere cosa vorrà fare Brooks al ritorno di Adams, infatti posto che i due centri a disposizione hanno caratteristiche completamente opposte sarà interessante valutare se il coach preferirà far partire in quintetto un giocatore più offensivo come Kanter, o se invece opterà per mantenere invariato il quintetto tipo utilizzando il turco nella second unit dove peraltro avrebbe la possibilità di toccare molti più palloni.

Insomma, Presti ha messo a disposizione di Brooks una squadra che a livello di profondità e complementarietà del roster ha pochi eguali nella lega, ora starà al coach dimostrarsi in grado di poter guidare una squadra del genere, ma sicuramente questa è la sua ultima chance, il tempo del veder gli altri alzare trofei è finito ad OKC.

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