Tutto in una notte. Chicago, United Center, i padroni di casa ospitano gli Heat di Wade e Bosh.

Poteva essere una partita come tante, e invece il destino ha deciso di mettersi in moto e riscrivere la storia di un giocatore, e non solo.

Gastonia, paese semi-sconosciuto della Carolina del Nord; Al Mouttahed, squadra di Tripoli in Libano; Sinchuan Blue Whales, compagine del campionato cinese di basket. Cosa hanno in comune, oltre all’anonimato?

Fanno parte della storia di un giocatore di cui lo stesso anonimato, ha caratterizzato gran parte della sua carriera. Eppure numeri importanti, Hassan Whiteside dalla sua, li ha sempre avuti.

Nato 25 anni fa nella sopra citata Gastonia, con 2,13 m di altezza per 231 cm di ‘apertura alare’, il basket non lo aveva solo nel sangue, ma anche nel fisico.

All’età di 10 anni rimane coinvolto in un grave incidente, che lo vede investito da un’automobile. Rischia la vita, oltre che le gambe. I segni li porta ancora oggi, con una gamba lievemente più corta a causa di un ginocchio del tutto ricostruito. Ma il riscatto non tarda ad arrivare, come la voglia di inseguire il sogno NBA.

Infatti alla Marshall University si mette subito in luce, e con tre triple doppie in una sola stagione, il salto di categoria è tanto precoce quanto scontato.

Al draft del 2010 però, scivola al secondo giro e finisce ai Kings, perché da contraltare a quanto detto ci sono un etica del lavoro non proprio inappuntabile, e un fisico ancora troppo esile per la lega. In due anni, 19 partite ed un’operazione al ginocchio sono il misero bottino nell’instabile contesto di Sacramento. Il capitolo NBA sembra già chiuso.

Valigie in mano inizia il viaggio di Hassan, tra tanta D-League e le esperienze fuori i confini a stelle e strisce, come detto in Libano, dove a Tripoli solo l’anno scorso veniva tagliato come un giocatore qualunque, e in Cina, dove continua a confermare le sue qualità con numeri da capogiro, due titoli vinti e i riconoscimenti di Mvp delle Finali e difensore dell’anno.

In giro per il mondo Hassan ha modo di maturare anche a livello caratteriale. In un contesto quotidiano fatto di partite saltate a causa di bombardamenti, tifosi che vanno in giro armati e miseri pasti da consumare durante il giorno, l’approccio allo sport e al proprio lavoro, inevitabilmente cambia. Anche il fisico prende parte al cambiamento, e con una quindicina di chili in più, si mette in linea con i canoni del proprio ruolo.

Fatto il giro largo, Whiteside ha la sua occasione di ritornare in NBA, e i Miami Heat, un po’ scoperti nel pacchetto centri, decidono di avvalersi delle sue prestazioni. Dallo scorso 15 dicembre è di nuovo un giocatore della National Basketball Association.

E qui torniamo a noi, alla partita con i Bulls e allo show messo su allo United Center. In soli 24 minuti, Whiteside piazza una spaventosa tripla doppia da 14 punti, 13 rimbalzi e ben 12 stoppate, superando il record di stoppate di Alonzo Mourning per gli Heat. In più, erano 29 anni che non si concretizzava una tripla punti/rimbalzi/stoppate in meno di mezz’ora.

L’exploit è stato eclatante, e Whiteside si è ritrovato da perfetto sconosciuto a uomo della lega nel giro di poche ore. A conferma del fatto che la sua performance abbia subito fatto clamore, i gestori del videogame Nba2k, sollecitati dal giocatore stesso in una esilarante intervista post partita, hanno aggiornato il suo valore la sera stessa, incrementandolo da 59 a 77.

Ma le statistiche che parlano di lui ovviamente sono altre. Nel mese di gennaio ha viaggiato con 14.9 punti, 12.3 rimbalzi e 4 stoppate di media a partita. Con lui Miami è passata dal 6-20 del 2014 al 7-14 del 2015.

Concede il 37% al ferro, per un defensive rating di 96.4. Con il PER che ha toccato anche quota 28, dietro i ‘soli’ Durant e Davis.

E’ facile capire come Whiteside sia passato dalle stalle alle stelle, emulando altri giocatori esplosi da falsi-rookie, come Jeremy Lin, tanto da far parlare ormai di ‘Hassanity’.

Miami, che orfana di LeBron James ovviamente i suoi problemi li ha avuti e li ha ancora, si è ritrovata un uomo in grado di scaldare i cuori dei tifosi, ma che soprattutto torna maledettamente utile alla causa, con le sue capacità di andare a rimbalzo e chiudere a canestro, facendo sentire il suo peso anche nella metà offensiva del campo.

Tutto molto bello per ora quindi. La domanda è lecita, durerà? Cosa può diventare?

Hassan-Whiteside-Steve-MitchellWade su di lui ha speso parole importanti, riconoscendogli capacità che in pochi hanno. Spoelstra parla di un ‘ragazzo che l’ha convinto’. Pat Riley, uno che difficilmente si sbaglia, ne ha elogiato la crescita e l’importanza.

Se tre indizi fanno una prova, sentiremo ancora parlare di lui. Per adesso, sarà bello finché dura.

Sono anche queste le storie che rendono unica e affascinante l’NBA. Choose the Whiteside!

 

2 thoughts on “Hassan Whiteside, giramondo alla ribalta

    • No. Al Muttahed e’ proprio la squadra di Tripoli. (Tripoli la citta nel nord del Libano e non l’omonima capitale libica )

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