La sconfitta subita l’altra notte per mano dei sorprendenti Grizzlies di questo inizio di stagione segna la fine di una striscia di vittorie consecutive che ha condotto i Blazers ai vertici di una conference come la Western, piena di squadre di livello.

Prima di questa gara, la squadra dell’Oregon veniva da 9 vittorie consecutive, giocando una pallacanestro offensiva (e non solo) di altissimo livello. Dopo i grandi miglioramenti che coach Stotts ed i suoi sono riusciti a costruire nella passata stagione, Portland sembra davvero diventata una seria concorrente per traguardi importanti.

I motivi di questo notevole inizio di stagione sono molteplici ed il campione di partite è sufficiente per tirare le somme, seppur ancora parziali.

dm_141121_nba_thtv_2vAnzitutto, alcune pedine fondamentali sembrano aver alzato il livello di gioco. Lillard sta diventando un vero leader, mettendo insieme numeri che mostrano un netto miglioramento a livello di playmaking (1.1 assist in più rispetto all’anno scorso) e sul piano difensivo (102.3 di Defensive Rating contro i 105.1 della passata stagione).

Aldridge è ormai da anni ai vertici per quanto nella posizione di ala forte, ed il resto del quintetto base, invariato rispetto 12 mesi fa, si attesta sugli ottimi livelli della scorsa regular season.

Il vero salto di qualità è stato però raggiunto limando due atavici difetti di questa squadra.

In primo luogo, i Blazers versione 14/15 sembrano essere una squadra più solida difensivamente, concedendo agli avversari 100.6 punti per 100 possessi, ottavi nella lega (a fronte del 104.7 della scorsa stagione, sedicesimi).

Tutta la squadra sembra migliorata nella propria metà campo, ma di certo il merito va principalmente a Robin Lopez, che rimane fondamentale nella protezione del ferro ed a Nicolas Batum, che nonostante i dubbi sulla sua presenza di spirito offensiva rimane un eccellente difensore perimetrale.

Ma, come si era già detto qualche tempo fa sulle nostre pagine, il più grande limite della formazione di coach Stotts è rappresentato da una cronica assenza di profondità della panchina.

Su questo fronte, la dirigenza si è mossa bene in estate ed i rinforzi stanno fornendo alla second unit un po’ di quella qualità in più che serviva.

Steve Blake è senza dubbio più playmaker di Mo Williams ed i tanti minuti di qualità offensiva di Chris Kaman stanno dando ai due lunghi titolari la possibilità di rifiatare in vista dei playoff.

In più i giovani, soprattutto McCullom, sembrano aver intrapreso la strada per diventare rincalzi di buon livello. Guardando ai numeri, siamo ancora lontani dai primi della classe (27.5 punti di media in uscita dal pino, venticinquesimi), ma il miglioramento rispetto allo scorso anno è significativo (23.6 nella stagione 13/14 ultimi nella lega).

Guardando al prosieguo della stagione, è evidente come questi ultimi numeri non siano sufficienti per fare molto meglio rispetto alla semifinale di conference dell’anno scorso. Tuttavia, c’è tempo per i McCullom, i Burton, i Crabbe di crescere ancora ed aiutare con un ulteriore salto di qualità una squadra altrimenti di livello assoluto.

Una Conference senza padrone, seppur piena di formazioni ben attrezzate, come in questo momento è la Western potrebbe favorire Portland ed il suo record a fine stagione. Da lì, le troppe incognite rendono il panorama piuttosto fumoso ed imprevedibile.

Starà alla dirigenza il compito di cercare di migliorare ulteriormente il roster nel futuro ed a Stotts quello di lavorare con quello che ha a disposizione per far maturare i tanti giovani.

Il pronostico rimane lo stesso avanzato all’inizio della regular season: 55 vittorie stagionali, ma i playoff di quest’anno potrebbero essere fra i più impronosticabili ultimi anni.

 

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