I Phoenix Suns dopo aver sfiorato i playoffs la scorsa stagione, si avvicinano con molte speranze e anche qualche timore alla nuova avventura targata NBA 2014-2015.

Riusciranno Dragic, Bledsoe e il nuovo arrivato Isaiah Thomas a fare del backcourt dei Suns il più esplosivo dell’NBA?

Sarà in grado Anthony Tolliver di sostituire Channing Frye come stretch-4 nella rosa di Phoenix?

E sarà in grado coach Hornacek di far crescere la sua squadra, senza più l’effetto sorpresa così ottimale lo scorso anno?

Domande interessanti, a cui in parte cercheremo di dare una risposta nella nostra preview….

Arrivi: Isaiah Thomas (trade con i Sacramento Kings), Tyler Ennis (draft), T.J. Warren (draft), Zoran Dragic (Unicaja Malaga).

Partenze: Channing Frye (Orlando Magic).

DEPTH CHART

POINT GUARD: Goran Dragic, Isaiah Thomas, Zoran Dragic

GUARDIA TIRATRICE: Eric Bledsoe, Isaiah Thomas, Archie Goodwin

ALA PICCOLA: P.J. Tucker, Gerald Green, Marcus Morris

ALA GRANDE: Markieff Morris, Anthony Tolliver, Shvalik Randolph

CENTRO: Miles Plumlee, Alex Len

All’inizio della passata stagione nessuno teneva in considerazione i Suns, che venivano visti come la versione Ovest dei 76ers, o poco più, se non in ottica di tanking estremo.

Jeff Hornacek e il suo staff hanno radicalmente cambiato questa prospettiva, e in modo estremo, se a fine stagione Phoenix è risultata ottava nella lega in attacco, e quindicesima nel complesso come difesa, finendo fuori dai playoffs solo per l’ipercompetitività della Western Conference.

Riuscirci con una squadra giovane, scarti di altre squadre, e giocatori sottovalutati può sembrare un effettivo miracolo, ma la vera sfida per Hornacek è all’orizzonte.

Fare il salto di qualità, gestendo al meglio le forze della squadra e limitando le debolezze, come i limiti sotto canestro e qualche passo indietro da parte di chi l’anno scorso ha avuto una season-career (P.J. Tucker? Gerald Green?) sono le sfide affascinanti che attendono il giovane coach. Che ha già dimostrato di avere una dote naturale che non si crea da sola, e che fa ben sperare i tifosi Suns: carisma e capacità di farsi ascoltare….

BACKCOURT

Superati i problemi contrattuali di Eric Bledsoe, può ritornare il premiato duo che tante ha dato ai Suns lo scorso anno, con l’aggiunta di un sesto uomo dalla panchina potenzialmente devastante, ovvero l’ex Kings Isaiah Thomas, piccolo (1.77 m) ma efficace playmaker, in grado anche di giocare da guardia se è il caso.

Goran Dragic è ormai il leader della squadra, dimostrazione di come le cose cambiano in fretta nell’NBA se pensiamo che il “Dragone” 4 anni fa era ancora riserva di Steve Nash.

Cosa più importante, l’alchimia che è riuscito a creare con Bledsoe ha quasi dell’incredibile, partendo dall’assunto che entrambi sono play naturali e con caratteristiche simili. 20 punti e 6 assists di media in 35 minuti a partita, e la dote unica di saper trascinare la squadra come un vero leader, anche quando il suo compagno di reparto era infortunato, Dragic ha saputo prendere in mano la squadra e non mollare, dimostrando una impressionante maturazione.

Ma non è da meno il ruolo che giocherà Eric Bledsoe in questa stagione, soprattutto se 1) dimenticherà gli screzi con la dirigenza del deserto di questa estate e 2) avrà una migliore salute della scorsa stagione, dove bisogna ricordare che giocò solo 43 partite.

Bledsoe deve ancora migliorare dal punto di vista dell’aspetto mentale, se vuol diventare un giocatore completo e non solo capace di accendersi a sprazzi. Se in attacco è stato a tratti esplosivo, la fase difensiva è l’aspetto del suo gioco in cui è più maturato,  e che permette ai Suns di giocare con Dragic e Bledsoe senza soffrire troppo nei mismatch difensivi con le guardie avversarie.

Isaiah Thomas è infine una acquisizione importante, che permetterà a coach Hornacek di mantenere competitivo il backcourt anche nei momenti in cui Dragic e Bledsoe dovranno riposarsi in panchina: l’ex Kings offre il vantaggio di poter giocare con efficacia sia da play che da guardia, pur con gli ovvi sacrifici alla fase difensiva, come testimoniano i suoi numeri della stagione passata (20 punti e 6 assists in 34 minuti di media a partita). Oltre a giocare a rotazione con Dragic e Bledsoe, Thomas potrà anche guidare un interessante seconda unità potenzialmente completata da Gerald Green, Marcus Morris, Anthony Tolliver e Shvalik Randolph, in grado di essere tra le migliori fuori dal pino dell’intera NBA.

In un backcourt così affollato rimarrà poco spazio per Archie Goodwin e Tyler Ennis: in particolare il secondo, playmaker al primo anno NBA, passerà lungo tempo nella D-League a Bakersfield. Per quanto riguarda Zoran Dragic, fratello di Goran, difficile prevedere quanti minuti la sua tenacia difensiva e il suo ottimo tiro da 3 sapranno conquistarsi, ma l’esperienza internazionale maturata negli anni andrà sicuramente  a incidere in positivo.

FRONTCOURT

Anche se il reparto arretrato è il fiore all’occhiello della squadra, il frontcourt dei Suns si fa rispettare, anche se manca un pò di profondità sotto canestro, soprattutto dopo l’addio di Channing Frye, e i problemi di salute di Alex Len.

L’ala piccola titolare sarà ovviamente P.J. Tucker, il cui impatto sul parquet è tale per i Suns da non poter essere quantificato in mere statistiche, per quanto rispettabili (la scorsa stagione in 30 minuti di media, 9 punti e 6 rimbalzi). Un rimbalzista e difensore grintoso come lui riesce a compensare la mancanza di queste qualità in altri giocatori presenti nel roster, e non guasta che anche il tiro da 3 sia migliorato per l’ex giocatore della Bundesliga.

Proprio per questi motivi Gerald Green è utile uscendo dalla panchina, anche per giocare come guardia pura, e sfruttare le sue qualità atletiche e serate di grazia per mettere punti su punti, ma nel quintetto base Tucker è una presenza stabilizzatrice di grande importanza.

Più ridotto il ruolo di Marcus Morris, capace di sfuriate offensive interessanti, ma mediocre in difesa e a rimbalzo. Visto la sua altezza (2.06 m) può anche giocare da ala grande, ma difficilmente andrà oltre i 15-20 minuti a sera con gli attuali limiti.

Diverso il discorso per il rookie P.J. Warren, giocatore più futuribile che da presente immediato: il suo potenziale come scorer è impressionante, e potrebbe in una o due stagioni avere un ruolo alla Gerald Green, ma per il momento dovrà fare molta D-League o panchina.

L’ala forte titolare sarà ovviamente Markieff Morris, atteso a un ulteriore miglioramento alla sua quarta stagione da professionista, e pronto a prendere le redini di titolare senza più Channing Frye al fianco.

Questo significa che dovrà aumentare il carico di minuti in campo (26 in media la scorsa stagione), ed essere più coinvolto nei pick and roll offensivi e nel gioco sotto canestro: come disse una volta Charles Barkley, una power forwaard che prende meno di 7 rimbalzi a partita è… un’ala piccola!

Il vero problema sarà sostituire il ruolo di Channing Frye da stretch four, e molto sarà richiesto ad Anthony Tolliver, giramondo dell’NBA che arriva da Charlotte: l’anno scorso ha tirato da 3 col 41% di media a partita, e ovviamente i Suns sperano di avere da lui un solido aiuto nel movimento di palla e nell’apertura di spazi in attacco.

Il gigantesco (2.16 m!) ucraino Alex Len è il centro del futuro per i Suns, visto il suo potenziale come rimbalzista, difensore, e il tiro morbido e preciso che ha in arsenale. Peccato che attualmente sia di nuovo infortunato, e che debba giocare con continuità per imparare le sfumature del gioco da pivot nell’NBA, anche se la presenza di Kenny Gattison nel coaching staff potrà aiutare parecchio.

Di conseguenza il titolare sarà ancora Miles Plumlee, sorpresa della scorsa stagione, e presenza importante sotto canestro per Phoenix. Grezzo ma estremamente combattivo, rappresenta l’anima difensiva della squadra insieme a P.J. Tucker, elemento fondamentale in una squadra così portata all’attacco.

PREVISIONI

Il lavoro fatto da Ryan McDonough da quando è GM dei Suns è indubbiamente enorme, se pensiamo a dove era questa squadra due anni fa.

Dalla scelta di prendere Jeff Hornacek come coach alle trades che hanno portato Eric Bledsoe, Gerald Green e Miles Plumlee, i successi conseguiti in poco più di un anno di lavoro dall’ex dirigente dei Celtics sono tanti, e anche le fondamenta future messe in due draft sono importanti.

L’obiettivo sarà migliorare le 50 partite vinte la scorsa stagione, e arrivare ai playoffs: è realistico per questi Suns, o ci sarà un ridimensionamento rispetto allo scorso anno?

Se gli infortuni non condizioneranno la stagione, Phoenix potrà anche migliorare rispetto allo scorso anno, con più esperienza e con un arma supplementare come Isaiah Thomas.

Quello che sembra certo è che i Suns saranno una delle squadre più divertenti da vedere dell’intera NBA, e forse anche vincenti…

 

One thought on “Phoenix Suns: Preview 2014 2015

  1. Bell’amalgama, ottimo coach, backcourt sopraffina, gioco spumeggiante. Prevedo i playoff, nonostante la forte concorrenza ad ovest. L’incognita è la difesa, ma proprio questa potrebbe rivelarsi il quid decisivo per il salto di qualità.

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