Una delle sorprese più apprezzate dai romantici della lega, nonché dagli amanti hardcore e maggiormente passionali della National Basketball Association ha visto in qualità di protagonisti una formazione che nelle ultime stagioni non è riuscita ad ottenere grandissimi risultati sportivi, anzi spesso e volentieri ha ottenuto e realizzato tutt’altro.

Quello che però rende questa sorpresa molto dolce è quello che un signore cresciuto e maturato da quelle parti ha potuto fare per una città e per la comunità: un uomo che a questo sport ha certamente dato qualcosa, di nome Michael Jeffrey Jordan, ha fatto in modo che la città di Charlotte, North Carolina, possa tornare ad avere quegli Hornets così tanto amati e così tanto apprezzati dalla propria tifoseria.

Passando al basket giocato va ribadito che questa squadra nasce dalle ceneri degli ormai vecchi Bobcats, che invece così tanto hanno faticato in queste annate in cui sono stati spesso visti come la peggiore franchigia dell’intera lega, sotto certi aspetti anche della storia (vedi il record a quota .106 nella stagione 2011/2012).

Tuttavia le cose sono iniziate a cambiare la passata stagione, quando Steve Clifford ha per la prima volta portato questa formazione alla post-season con un record di 43-39, per poi essere amaramente rispediti a casa con un 4-0 dai Miami Heat futuri campioni di Conference e vice-campioni NBA.

Ma quale sarà il vero punto di partenza di questa squadra? Analizziamo meglio di quali frecce dispone al proprio arco la squadra di His Airness.

Conference: Eastern
Division: Southeast

Guards: Lance Stephenson, Kemba Walker, Gerald Henderson, Gary Neal, Justin Cobbs, PJ Hairston, Jannero Pargo, Brian Roberts

Forwards: Michael Kidd-Gilchrist, Dallas Lauderdale, Jeff Taylor, Noah Vonleh, Marvin Williams, Bismack Biyombo

Centers: Al Jefferson, Cody Zeller, Brian Qvale

Head coach: Steve Clifford

Quintetto base: Kemba Walker, Lance Stephenson, Michael Kidd-Gilchrist, Marvin Williams, Al Jefferson.
Sesto uomo: Gary Neal / Noah Vonleh

Nel corso dell’ultima off-season Michael Jordan ha quasi pubblicamente affermato che avrebbe effettuato quello che in gergo viene definito “splash”, ossia cercare subito un nominativo importante da firmare e far diventare un importante volto della franchigia, del suo futuro e dell’impronta che vuole dare alla propria squadra.

Dopo aver insistentemente cercato Gordon Hayward, con un’offerta immediatamente pareggiata dagli Utah Jazz, il vincitore di sei anelli NBA ha virato su un giocatore abbastanza controverso, incredibilmente talentuoso e che ha dato prova di possedere incredibili doti tecniche, fisiche e soprattutto mentali, in quel momento di casa ad Indianapolis: trattasi di Lance “Born Ready” Stephenson.

La guardia avrà da subito il compito di essere il leader ed il trascinatore di questa formazione, insieme a Kemba Walker ed Al Jefferson. Anche se a detta di molti questa terminologia potrebbe sembrare fuori luogo, inappropriata e decisamente fuori tiro, c’è chi già considera questo trio una sorta di nuovi “Big Three”, soprattutto in relazione ad una Eastern Conference che negli ultimi anni si è dimostrata decisamente più deficitaria rispetto alla propria contro parte rossa, incredibilmente più competitiva e di un livello qualitativamente più alto.

La Division in cui questi Charlotte Hornets si dovranno muovere è una Southeast che sarà molto combattuta e che negli ultimi anni ha visto molte protagoniste anche nel corso della post-season.

I Miami Heat ed i Washington Wizards saranno senza dubbio alcuno le maggiori pretendenti e coloro che potrebbero creare maggiore fastidio alla formazione della North Carolina, ma chissà che Clifford non possa riuscire a preparare una squadra in grado di dire la sua e procurare un corposo quantitativo di problemi in qualità di terzo incomodo.

I principali punti di forza di questa squadra sono indubbiamente il back-court e la posizione di centro.

La combo Walker-Stephenson dovrà per forza di cose lavorare duro per garantire a Clifford una continuità di rendimento che entrambi finora, nelle rispettive carriere, hanno faticato ad assicurare.

Al Jefferson dovrà invece dimostrare ancora una volta di essere il centro dalle migliori mani nella lega e garantire la produttività che gli hanno permesso di ottenere una big deal in quel di Charlotte.

Per quanto riguarda le ali Michael Kidd-Gilchrist dovrà cercare di alzare il tiro, in tutti i sensi. Il suo jumper piedi per terra è sempre stato il suo tallone d’achille, e non vi è dubbio alcuno che se migliorasse in questo aspetto del gioco potrebbe sfruttare in maniera incredibilmente più efficiente la sua principale qualità: le lunghe leve che madre natura gli ha consegnato.

Il poter avvicinare il difensore con la minaccia di un tiro dalle alte percentuali potrebbe permettere alla giovane ala di attaccare meglio il canestro e muovere le difese che invece tendono a fargli commettere dei banali errori.

Marvin Williams, invece, dovrà ricoprire al pari di Jefferson il ruolo di veterano  e permettere ai molti giovani presenti a roster di crescere e diventare con l’avanzare del tempo giocatori più completi e pericolosi.

L’apporto dalla panchina principalmente di Gary Neal, Noah Vonleh e volendo anche Gerald Henderson saranno un altro aspetto molto importante del gioco di Charlotte, da non trascurare assolutamente.

Considerando il tipo di gioco che pone in essere Walker, i problemi al tiro di Kidd-Gilchrist e l’assenza di uno stretch four, la presenza di Gary Neal è un qualcosa che alza sicuramente il livello di pericolosità del roster, ma forse non abbastanza a livello difensivo. Ecco perché la mobilità di Vonleh dovrà essere un’arma di utilizzo primario nella metà campo difensiva.

Come possiamo notare quindi gli Charlotte Hornets si ripresentano  con ovvie velleità di post-season, in una Eastern Conference che vede ben poche squadre ai livelli di una Western Conference invece molto più performante.

La formazione di quella che è di nuovo diventata la Buzz City non dovrebbe incontrare grossi problemi nell’arrivare ai playoffs, ma a quel punto l’inesperienza di molti ed altri particolari aspetti del gioco potrebbero creare svariate problematiche in uno scenario che è risaputo essere di una pasta decisamente differente dalla regular season.

Gli Charlotte Hornets saranno sicuramente un cliente cui pagare una certa attenzione nella stagione 2014/2015, e molti saranno gli occhi puntati su questa squadra, da cui tutti si aspettano molto.

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.