La stagione 2013/2014 era iniziata per i Raptors con l’idea diffusa ma non esplicitata, per ovvie ragioni, che sarebbe stata un’ulteriore stagione di transizione, tendente al “tanking” magari, visto che la squadra non sembrava attrezzata per competere per i playoff e sopratutto visti i grossi nomi in uscita dal college.

Quindi perchè non fare una stagione di fondo classifica, sperare nella lotteria del draft e magari portare a casa Wiggins, un po’ quello che era successo ai Cavaliers quando poterono scegliere il ragazzo di casa Lebron James?

Conference: Eastern Conference
Division: Atlantic Division

Roster 2014/2015

Guardie
Kyle Lowry. Greivis Vasquez, Will Cherry, DeMar DeRozan, Lou Williams, Jordan Hamilton, Nando De Colo

Ali
Landry Fields, Terrence Ross, James Johnson, Amir Johnson, Patrick Patterson, Tyler Hansbrough, Bruno Caboclo

Centri
Jonas Valanciunas, Chuck Hayes, Lucas Nogueira

Head Coach: Dwane Casey

Probabile quintetto: Kyle Lowry, DeMar DeRozan, Terrence Ross, Amir Johnson, Jonas Valanciunas

La passata stagione di Toronto doveva essere un anno di passaggio, di costruzione, magari arrivando in lotteria e pescando bene al draft, magari l’enfant du pais Andrew Wiggins, nato proprio a Toronto e pronosticato come una delle superstar dell’NBA del terzo millennio e una delle poche potenziali superstar felici davvero di giocare in Canada e di rimanere in Canada anche dopo il contratto da rookie.

Anche la scelta di confermare Casey dopo due stagioni si in crescita ma non brillantissime sembrava far presumere ad una volontà nemmeno troppo nascosta di puntare a far arrivare in Canada un’altra prima scelta di un draft pieno di talento come quello del 2014.

Ed invece… ed invece Masai Ujiri, GM dei Raptors dal 2013, dopo un avvio di stagione non molto brillante riesce a scambiare Rudy Gay sia per liberarsi del contratto di Gay sia per cambiare gli equilibri di una squadra che equilibrio non aveva trovato.

A quel punto della stagione i Raptors sono un insieme di prime scelte: DeRozan, Ross, Valanciunas, una star non perfettamente funzionale al sistema Gay ed un giocatore molto forte deciso ad andare altrove Kyle Lowry, ed ecco che arriva la trade!

Siamo a dicembre, i Raptors hanno vinto 7 partite e ne hanno perse 12, ventitreesimi nel Power Ranking di ESPN e stabilmente verso il fondo della non irresistibile Atlantic Division; è in questo contesto che va via Gay e la sua disfunzionalità ed arrivano dai Kings: Vasquez, Patterson, Hayes e Salmons.

A quel punto la squadra trova nuovi equilibri, DeRozan inizia a giocare come un All Star, Lowry capisce che resterà e ritorna il giocatore determinato e “feroce” che è sempre stato, gli ex Sacramento Kings diventano parte integrante della squadra da subito e contribuiscono fattivamente dando qualità e quantità dalla panchina.

Tutto va magicamente al suo posto e i Raptors da quadra nata per “tankare” diventano una credibile contendente ai playoff NBA, playoff che difatti arrivano dopo una stagione da 48 vittorie che li porta a giocare contro i Nets. Seguiranno 7 partite molto tirate e una prevedibile sconfitta.

Questa sconfitta è il punto di partenza della nuova stagione di Toronto: i Raptors hanno assorbito la sconfitta e ne hanno fatto un fattore motivazionale per la stagione 2014-2015, stagione in cui nessuno in Canada pensa di giocare “a perdere”.

Il Roster della squadra è rimasto sostanzialmente stabile rispetto all’anno passato: hanno sostituito Salmons con Lou Williams, rifirmato Lowry, DeRozan ha partecipato alla vittoriosa campagna del Team USA al Mondiale di Spagna grazie alla quale ha preso ulteriore consapevolezza dei propri mezzi ed ha capito di poter far parte di una certa “elite” NBA.

Nella Eastern Conference 2014/15 gli esterni dei Raptors, Lowry-DeRozan- Ross, se la possono giocare con chiunque, Valanciunas è diventato un legittimo lungo NBA, Patterson e Johnson hanno mobilità e fisicità adeguate, Vasquez dalla panchina dà punti e non fa scendere troppo il livello di playmaking quando Lowry viene fatto riposare, insomma tutto il roster è adeguato ad una squadra che vuole stare al vertice della Eastern Confernce e pare sufficientemente  profondo per poter affrontare la stagione NBA con fiducia, specie se si pensa alla situazione profondamente cambiata ad Est dove la sola Cleveland sembra davvero superiore alle altre contendenti.

La vera sfida dei Raptors è quella di dimostrare che il buono visto nella passata stagione non è stato solo un caso ma è il risultato di una squadra che ha trovato equilibrio dentro e fuori dal campo e che con il suo nucleo intatto e con un anno in più di esperienza vuole tornare subito ai vertici della Atlantic Division, magari arrivando a conquistare 50 vittorie in stagione regolare.

La città di Toronto ha ritrovato rapidamente il feeling con la squadra e la dolorosa sconfitta al primo turno di playoff ha contribuito a fortificare il legame con i tifosi che hanno seguito la squadra con partecipazione e calore dando all’Air Canada Center un’atmosfera che non si vedeva da anni.

Dopo tante stagioni prive di significato che hanno tenuto i Raptors ai margini dell’NBA, la stagione 2013-2014 li ha riportati sulla mappa, quest’anno l’obiettivo dichiarato di quest’anno è migliorare il record ottenuto l’anno passato e di vincere finalmente una serie di play off.

Tutto sembra pronto per far diventare stabilmente i Raptors una squadra da playoff: l’ambiente, la società e sopratutto i giocatori sembrano pronti e convinti delle loro possibilità di poter fare una stagione vincente.

 

 

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