Progetto:  è questa la parola ricorrente a Detroit dove, dopo anni fallimentari, è stata messa in atto rivoluzione sia nello staff dirigenziale che in quello tecnico.

La prima testa a cadere è stata quella del “deus ex machina” Joe Dumars che ha pagato le tante scelte discutibili fatte negli ultimi 5 anni di gestione. Al suo posto, la società, ha deciso di affidarsi ad un guru della pallacanestro come Stan Van Gundy che si occuperà sia delle questioni societarie sia di quelle tecniche ricoprendo anche la carica di head-coach.

Il contratto di 5 anni firmato dall’ex-coach dei Magic non lascia spazio interpretazioni e mostra la volontà della franchigia di aprire un ciclo vincente sotto la supervisione di una delle menti più brillanti dell’intero panorama NBA.

Ad operare come GM al fianco di SVG sarà l’ex –coach di New Orleans Jeff Bowen che non ha perso tempo aggredendo subito la free agency per andare incontro alle richieste del suo superiore…

Conference: Eastern
Division: Central

Arrivi: D.J. Augustin(g, Bulls), Caron Butler(f, Thunder) , Aaron Gray(c, Kings), Cartier Martin(g-f, Hawks), Jodie Meeks(g, Lakers)

Partenze: Rodney Stuckey(g, Pacers), Chauncey Billups(g, ritirato), Charlie Villanueva(f, Mavericks), Peyton Siva(g, Magic), Josh Harrelson(c, free agent)

Draft: Spencer Dinwiddie(g, Colorado)

Probabile Quintetto base

PG: Jennings
SG: Meeks
SF:  Singler
PF: Smith
C: Drummond

ROSTER

Guardie: Brandon Jennings, D.J. Augustin, Will Bynum, Jodie Meeks, Kentavious Caldwell-Pope, Spencer Dinwiddie

Ali: Josh Smith, Kyle Singler, Luigi Datome, Greg Monroe, Jonas Jerebko, Cartier Martin, Tony Mitchell

Centri: Andre Drummond, Aaron Gray

Già al momento dell’annuncio si era capito che Van Gundy sarebbe intervenuto in maniera massiccia durante la free-agency per cercare giocatori congeniali al suo designo tattico e, infatti, così è stato.

Gray a parte, i Pistons, hanno fatto incetta di tiratori per migliorare la disastrosa percentuale dall’arco della scorsa stagione, dove Jennings & Co. hanno chiuso con appena il 32% dalla lunga risultando migliori soltanto dei derelitti 76ers.

Purtroppo per i Pistons, però, il problema delle scarse percentuali da 3 non era l’unico problema da risolvere, ma, anzi, è stata soltanto la conseguenza di diversi equivoci tattici che hanno condizionato tutta la passata stagione.

Gli equivoci tattici di cui parlavamo prima cominciano già dalla cabina di regia dove il titolare sarà per il secondo anno consecutivo Brandon Jennings.

L’ex-Roma, nonostante il talento cristallino, ha stentato a decollare durante i suoi primi 5 anni in NBA e non pare ancora in grado di fungere da floor general. La selezione di tiro e letture del gioco sono gli aspetti più importanti in cui Jennings dovrà lavorare durante il training camp per non rischiare di perdere minuti.

Minuti, che, potrebbero prendersi uno dei volti nuovi in casa Pistons: D.J. Augustin.  L’ex- Chicago ha giocato l’ultima stagione su livelli altissimi fornendo prestazioni di qualità e quantità risultando spesso il go-to-guy degli uomini di Thibodeau.

Nei piani tattici di Van Gundy, dovrà essere il sesto uomo della squadra portando punti ed energia sostituendo Stuckey che lo scorso anno aveva dimostrato di essere uno dei migliori “sesto uomo” di tutta la lega.

Tra tutti i movimenti in free-agency il più discusso è stato l’arrivo di Jodie Meeks. La guardia scuola Kentucky viene da una brillante stagione in maglia Lakers, chiusa con circa 16 punti di media e con il 40% da 3. Nonostante ciò, però, il triennale da 19M$ è un azzardo bello e buono che, oltre a rendere troppo alte le aspettative intorno a Meeks, potrebbe tarpare le ali a uno dei migliori rookie della classe 2013: Caldwell-Pope.

La guardia uscita da Georgia ha chiuso in crescendo la passata stagione ed ha disputato una Summer League sensazionale mostrando miglioramenti sensibili in tutti gli aspetti del gioco ma, nonostante ciò, dovrà partire dalla panca giocando al meglio i minuti che gli saranno dati nelle rotazioni.

Tutta da decifrare è la situazione negli spot di SF e PF. Tutto dipende da dove giocherà Josh Smith ed è qui che il coach dovrà fare la scelta più importante per la stagione di Detroit.

Tutti si aspettavano la cessione di Monroe e lo spostamento dell’ex-Atlanta in PF ma non è andata come previsto e Monroe giocherà ancora un anno con la maglia di Detroit.

Dire con certezza quali saranno le rotazioni è impossibile ma, vista la disastrosa stagione disputata da Smith come SF, è molto probabile che SVG decida di partite con J-Smoove come stretch 4, posizione decisamente più congeniale sia per il giocatore che per la filosofia di gioco del coach.

A contendersi i minuti da titolare nello spot di SF saranno Singler e il veterano Butler arrivato in estate dopo la brutta parentesi con i Thunder. L’ex-Real Madrid è un ottimo role player che, oltre ad essere un ottimo tiratore è dotato anche di grande QI per il gioco, fattore quest ultimo che potrebbe fargli guadagnare i galloni da titolare con Butler pronto a uscire dalla panchina a portare leadership e a punire sugli scarichi dei compagni.

Il “nostro” Datome affronterà una stagione decisiva per il suo futuro. Gigione, causa anche minutaggi bassissimi, non è riuscito a incidere nella prima stagione oltre oceano ma, ha lavorato molto in off-season e la sua struttura fisica unita alla grande abilità di fare canestro potrebbe fargli scalare posizioni nelle rotazioni.

A fare da backup a Josh Smith sarà J.Jerebko. Lo svedese, passato anche per Biella, non ha mai inciso a pieno in NBA ed è uno di quelli che potrebbe trarre beneficio dal sistema con 4 tiratori di Van Gundy e dimostrare, finalmente, di poter giocare minuti di qualità anche nella lega migliore al mondo.

Il centro, sia dal progetto sia in campo, sarà Andre Drummond. Il colosso uscito da UConn si appresta ad affrontare la sua terza stagione in NBA e tutti gli addetti ai lavori sono impazienti di vederlo all’opera nel nuovo sistema di gioco per capire se davvero potrà seguire le orme di Dwight Howard (uomo simbolo dei Magic targati Van Gundy).

Da lui ci si aspettano notevoli miglioramenti sul lato offensivo del campo sia come movimenti in post, praticamente assenti nelle prime due stagioni, sia lettura delle situazioni di gioco giacché dovrà fungere da playmaker aggiunto nell’attacco di SVG.

A dividersi i minuti con Drummond sarà Greg Monroe, uno degli uomini più discussi della post-season. Reduce da una stagione positiva, ha rifiutato più volte il rinnovo del contratto proposto dalla dirigenza e alla fine ha firmato la QO che lo renderà unrestricted free-agent la prossima estate.

Quest’ultima mossa non è piaciuta affatto all’ambiente Pistons che ora rischiano di perdere uno dei centri più talentuosi dell’intero panorama NBA senza guadagnarci nulla in cambio. Quale sarà il futuro di Monroe è difficile prevederlo ma vista la situazione è probabile che venga scambiato il prima possibile.

Pur essendo migliorata in alcuni aspetti del gioco, ancora troppi “se” girano intorno a Detroit e con un est molto più competitivo rispetto agli anni passati sembra difficile che Drummond e soci possano piazzarsi tra le prime 8. Probabilmente sarà un anno di apprendistato per capire chi potrà fare parte del progetto Van Gundy e chi invece dovrà andare via, ma, con un coach così, siamo sicuri che i tempi bui a Detroit finiranno presto.

2 thoughts on “Detroit Pistons: Preview 2014 2015

  1. Hai ragione, ho fatto una gaffe colossale, mi scuso con lo staff e i lettori è stata una cosa inconscia :(

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