Premessina: venerdi 11 luglio partivo per la Grecia, deciso a piantare il mio sempre piu’ immobile culone su qualche sdraio all’ombra del sole dell’Olimpo.

So che la wifi piglia solo dalle parti della reception e in qualche zona del ristorante, per cui la sera la “apro” per leggere del piu’ e del meno.

Dopo 10 minuti di download d’ogni genere di materiale  social, mi rendo conto che dev’essere capitato qualcosa di portata ancora maggiore dei 7 wurstel tedeschi infilati nel carioca deretano qualche giorno prima.

E quando NBA Game Time mi comunica che Lebron ha usato anche il ritorno del biglietto comprato nel 2010, non cado solo perche’ il culone di cui sopra e’ imprigionato nei braccioli della sedia.

Fortunatamente ci risparmiamo la pantomima della Decision, la camiciona a quadri e l’interessato appollaiato su uno sgabello come quella volta che portava il suo talento a Rimini Sud.

Stavolta siamo leggermente piu’ sobri, anche se scegliamo il venerdi prima delle finali della rassegna mondiale di pedata brasileira, quindi il timing resta buono. Come buono resta lo stimolo economico che sta dietro al rientro a casa:  il massimo importo possibile, che qui siamo stufi di vedere gente che non mi porta neanche il calzascarpe e che guadagna piu’ di me…. detto fatto.

Insomma, il sottoscritto, che viene da una generazione in cui Bird, Magic, Jordan, Isah, Olajuwon, Stockton, Malone, hanno un totale di ZERO cambi di casacca (ma erano altri tempi), ha gia’ messo via che Lebron, “nato” professionalmente a Cleveland, non ha avuto la pazienza di MJ (e soprattutto, non ha avuto Phil Jackson) ma ha dovuto emigrare in Florida per dimostrare che, oltre ad essere forte da fare schifo, era anche in grado di vincere. Adesso, provato a se stesso che ne e’ capace, puo’ serenamente dedicarsi alla missione di essere profeta in patria.

La parte romantica che alberga in ogni vecchio adoratore del gioco (ed io sono fra questi) puo’ dirsi soddisfatta. Divertente il dietrofront di Gilbert, che ha dovuto riempire il bicchiere di Citrosodina per aiutarsi a trangugiare la velenosa lettera di referenze che accompagno’ il suo figlio prediletto all’uscio.

Una lezione per i posteri: mai fare gli amanti traditi, mai scrivere cattiverie in modalita’ “volpe e uva”. Fate i signori, augurate ogni bene anche ai bambini piu’ ingrati, perche’ il futuro e’ incerto e non si puo’ mai sapere.

Naturalmente Lebron due conti se li e’ fatti. Nelle ultime finali e’ andato a sbattere contro una paurosa Mercedes texana, in cui ai tre cilindri con kilometraggio infinito, quei satanassi di RC e Pop hanno aggiunto un navigatore francese usato ma efficientissimo ed un motore elettrico supplementare (il silenziosissimo ma super efficiente Kawhi) che ha assicurato cavalleria supplementare.

Tra gli optional, autoradio brasiliana, volante australiano e sedili in pelle emiliana. Roba che neanche in Cadillac fan piu’ fuoriserie cosi…

E il Lebron, tra crampi e prestazioni monstre, ha capito che i suoi amichetti erano arrivati all’ultima fermata. Wade ha delle ginocchia con la consistenza del Pan di Stelle quando entra nel caffelatte e Bosh e’ Bosh, ossia un terzo violino con lo stipendio di un primo.

Il tutto basta ad Est, dove gli avversari principali di Indianapolis han preso la sceneggiatura originale della Soap Opera di Casa Lakers inizio millennio, non avendone un decimo della classe. Ma al di la’ degli Appalachi c’e’ gente molto piu’ carrozzata, e Gozzillone da solo puo’ non bastare.

Quindi ci si poteva guardare attorno, e Cleveland offriva lo scenario migliore: un Kyre Irving con ampi bagliori di classe pura, ed un GM con un culo al Draft come non si vedeva dai tempi del biennio 92-93 di Orlando.

Da sempre, il lato B e’ una delle caratteristiche principali di un front office. Perche’ anche il migliore di tutti, se quel giorno del 1997 non avesse avuto aiuti dall’alto, col cavolo che avrebbe messo Timoteo vicino all’Ammiraglio, e l’architrave dei Pentacampeon non si sarebbe formato.

Naturalmente, se non sei RC, ti puo’ capitare di pestare del materiale organico con le sembianze di Bennett, ma nel Draft 2014 c’era talmente tanto talento che sarebbe stato impossibile sbagliare, ed infatti e’ arrivato Wiggo, un airone con potenzialita’ fuori norma.

Ora pero’, la dirigenza Cavs trova il primo bivio esistenziale: tenere Wiggo e svilupparlo, magari facendogli fare il Kawhi Leonard, oppure impacchettare lui e altro materiale futuribile, ed inviare il tutto al fresco del Minnesota, per far venir giu uno dei fratelli Pontipee di “7 spose per 7 fratelli”?

Si, perche’ Kevin il rimbalzista che tira da 3, ha gia’ ampiamente fatto capire che nel 2015 prendera’ la sua personalissima “decision”, e tra le opzioni ha gia’ pubblicamente tirato una riga su “resto qui”. Quindi i lupacchiotti avranno tempo fino a febbraio per spuntare l’offerta migliore.

E l’offerta migliore sembra proprio quella dei Cavs, a patto che Wiggo sia inserito (in caso contrario la cosa farebbe sembrare “Garnett per tutto il Massachusets” del 2007 come l’affare del millennio).

Visto dal lato Cleveland e’ un bel dubbio: Wiggins assomiglia ad una pepitona, ma Lebron viaggia spedito verso i 30, e non penso che abbia messo ad oroscopo di fare da balia per 2-3 stagioni.

Fosse per lui, Love is in the air (of Ohio), perche’ il P&R tra il prescelto e questo e’ un arma che la Convenzione di Ginevra non esiterebbe ad inserire in una lista proibita, e poi c’e’ sempre Irving a fare il controcanto….

Parere personale: Wiggins odora di fenomeno. Io terrei duro fino a febbraio, correndo il rischio di vedere Love a Chicago (sarebbe il male supremo, perche’ rinforzerebbe una concorrente di Conference) o Golden State (scenario molto meno rischioso).

A quel punto, con il serissimo rischio di perderlo per due lupini, si potrebbe spuntare un prezzo piu’ onesto. E alla peggio ti resta sempre Lebron, Irving e Wiggo, che se nevica tutto l’inverno fai “solo” la Finale di Conference.

Sara’ comunque divertente. Io nel frattempo, che ciclicamente mi ritrovo a giudicare le mosse di LBJ dall’alto del mio “contuntubo”, stavolta gli do un bell’8 per aver scelto anche con etica.

Il suo status, almeno per quanto mi riguarda, e’ profondamente cambiato rispetto al 2010. Ha vinto, ma soprattutto si e’ adattato ad un sistema, ha diviso la boccia con altri, e’ andato a giocare vicino a canestro, dove non sara’ fermabile per i prossimi anni, e adesso e’ decisamente meno contestabile rispetto a prima.  Ha insomma saputo fare un passo indietro, per poi farne due in avanti.

Continuero’ a non amarlo, come non ho amato Jordan, perche’ il debole per un giocatore e’ qualcosa che non coinvolge la testa, ma altre componenti in cui la logica e’ aspetto. Ma restera’ il piu’ forte giocatore del pianeta, uno che e’ nato con una decina d’anni di anticipo rispetto al normale decorso evolutivo della specie umana, ed ha saputo sfruttare questo vantaggio a suo favore, lavorando tanto e mangiando parecchio guano.

Resta un mammifero speciale, come lo sono stati Wilt e Magic, e come questi due bisognera’ aspettare lustri per trovare un suo erede (Shaq e’ nato 40 dopo Chamberlain, lo stesso Lebron 25 anni dopo Papa’ Showtime). Per il momento ce lo godiamo, ben sapendo che non tiranneggera’ la Lega come ha fatto Russell o Jordan, quindi ci sara’ spazio per altri. O no?

PS: per scrupolo di coscienza sono andato sul sito www.lebronjames.com, per vedere come l’ufficio stampa dell’interessato ha trattato l’argomento.

Due cose mi hanno incuriosito: l’utilizzo ossessivo dell’appellativo “King” in ogni modo possibile ed immaginare, tanto per rimarcare il suo posto nell’organigramma della Lega. E  la scritta che campeggia nell’intro del sito “Just a kid from Akron, Ohio”…… Just a kid. Si, come no…..

 

5 thoughts on “Veni, vidi, vici (e persi): mo’ torno a casa…

  1. Doverosa precisazione, imbeccata da Dedioste: Jordan, Olajuwon e K.Malone hanno un cambio di casacca a testa. I primi due oltre la pensione, il terzo nel ben noto tentativo Lakeriano di vincere il titolo. E’ veramente una brutta cosa invecchiare…..

  2. Alal frase “…per far venir giĂą uno dei fratelli Pontipee…” sono caduto dalla sedia.
    Kikko, ti interessa un Co.Co.Pro per leggere la favola della buonanotte a me e ai mie bimbi ogni sera? Se no, se hai la partita IVA facciamo con fattura…

  3. Spero per i tifosi Cavs che la dirigenza non scambi Wiggins e future prime scelte per Love: non ha senso smantellare un roster per un singolo giocatore, il caso Knicks-Anthony ne è un valido esempio. Bisogna vedere quale sarà la presa di posizione in merito di Blatt e dello stesso James. Gli Spurs sono diventati una dinastia grazie ad un sistema di gioco collaudato ed inserendo via via giocatori funzionali alle strategie di Popovich, penso che sia quella la strada da seguire per Cleveland.

    • Temo James voglia Love subito… Pare per Wiggins-Bennett+scelta futura. A naso invece direi che a Blatt il roster andrebbe anche bene così…

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