Poteva essere l’omicidio perfetto. Seconda vittoria in trasferta, 3-1 e serie ammazzata, con la possibilità di giocarsi il match point comodamente tra le mura amiche. Ma c’è un filo sottile e molto fragile, che divide la vittoria dalla sconfitta. I Thunder ora lo sanno bene, visto che questa Gara 4 si è trasformata per loro nel suicidio perfetto.

Serie che continua ad avanzare a strappi, questa tra i Clippers e i Thunder, dove sono i singoli e le giocate individuali a farla da padrone. Già ‘i singoli’. Perchè comunque la si voglia vedere, il basket resta uno sport di squadra, di schemi e di organizzazione. Pensare che due giocatori possano da soli fare tutto, risulta complicato.

Così a OKC, non basta un Durant sempre più in versione MVP, da 40 punti, e un Westbrook croce e delizia, ma comunque fondamentale, per portare a casa la partita. Se il tuo schema è palla a KD o palla a RW e segno della croce, sperando che tutto vada bene, poi finisci per pagare dazio.

Alla fine, quindi, i Thunder, dopo una partita passata sempre in vantaggio e in controllo, con picchi di +22, in uno Staples Center inerte e contro dei Clips troppo molli, riescono nell’impresa di buttare tutto via nell’ultimo parziale, sbagliando tutto quello che si poteva sbagliare, e continuando a riproporre sempre le stesse situazioni.

Merito dei padroni di casa, quello di restare in qualche modo aggrappati alla partita, grazie a un Chris Paul mai domo, riuscendo a piazzare la zampata decisiva su quel poco che gli avversari hanno concesso. Straordinari Collison e Griffin, nel finale che risulterà decisivo, ma questa è la vittoria di Doc Rivers.

Il coach ex Celtics ha avuto il merito e il coraggio di dare tanti minuti a chi stava più in partita, tenendo fuori nomi pesanti, e pescando i sui jolly proprio dalla panchina. Ha osato, cambiato e rivoltato la squadra, fino a trovare la formula giusta, proponendo addirittura un mismatch tra Paul e Durant, con cui annullerà il numero 35 nel quarto periodo.

A conferma di quanto analizzato, ci sono di supporto come sempre le statistiche. I Thunder fanno registrare il 44.0% dal campo, 29.2% da tre e 76.5% ai liberi. Da notare il parziale sugli assist, 23-17 in favore di LA, a conferma di un gioco meno individualista dei padroni di casa.

Di maggiore interesse il box score degli ospiti, con soli 3 giocatori in doppia cifra, e per intenderci, il terzo è Reggie Jackson con il minimo sufficiente, 10 punti.

Il resto, anzi il tutto, lo hanno fatto manco a dirlo KD e Russ. Westbrook chiude con 27 punti, 8 assist e 3 rubate, ma nel finale monopolizza il gioco e ci mette tanti errori e forzature. Durant invece realizza la bellezza di 40 punti conditi con 7 rimbalzi.

Cosa vuoi dire ad uno che ti fa 40 punti in una serie Playoffs. Niente, se non piccole considerazioni. La prima scaturisce dalle 8 palle perse, che hanno contribuito a rimettere in carreggiata i Clips. La seconda, riguarda l’ultimo parziale, dove non ha sfruttato il vantaggio, in termini di cm e di peso dato dalla marcatura di CP3 su di lui, per mettere punti nel momento cruciale del match.

In casa Clippers le percentuali ci dicono 41.9% dal campo, 14.3% da tre e 69.0% dalla lunetta. Partita controversa per Blake Griffin, svogliato, poco propositivo e nervoso, tanto da salire troppo presto a 4 falli, per vedersi parte della gara dalla panchina.

Ad inizio match, un insuperabile Serge Ibaka annulla completamente il numero 32 a suon di stoppate. Quando poi Rivers lo rilancia nel finale, spacca la partita, con una straordinaria difesa, nonostante 5 falli sul groppone, e tanti punti che rimettono a contatto LA. Gara per certi versi opposta a quella di KD per Blake, assente per 3/4 di match ma decisivo nel finale. 25 punti e 9 rimbalzi alla fine per lui.

Unico baluardo per tutti e 48 i minuti per i Clips, è stato il piccolo grande uomo Chris Paul. Solo a crederci fino alla fine, ha fatto girare la squadra e tenuto in vita i suoi, con 23 punti, 10 assist e 4 rubate. Doppia cifra anche per Jamal Crawford, sempre fondamentale dalla panchina, con 18 punti.

Ma l’eroe di serata, che ha risolto la partita e ridato morale ad uno Staples quanto mai silenzioso, è Darren Collison. Sua l’energia, il dinamismo, e i punti necessari per infiammare il quarto parziale, mettere la testa avanti e portare a casa la vittoria. Chiuderà con 18 punti e 7 rimbalzi una serata che difficilmente dimenticherà.

La partita vede i Thunder partire a un ritmo formidabile, con i Clippers a sorpresa molto sottotono. Subito OKC accumula un parziale di 3-17, che raggiungerà un picco massimo di +22. Durant ne fa 10 e Westbrook 12 con 3 recuperi. Male LA con un 6/24 dal campo, che vale il 15-32 a fine primo quarto.

Nel secondo quarto Oklahoma sbaglia qualcosina in più e i Clippers, grazie anche ad un ottimo impatto offensivo di Crawford, si rifanno sotto fino al -6. Ibaka alza il muro in difesa e LA cala di nuovo. Si va all’intervallo sul 46-57, con un tecnico per Westbrook a chiudere il quarto.

Alla ripresa si abbassano ritmi e punteggio. Male i lunghi di Los Angeles, che collezionano più falli che punti, mentre per OKC continua il dominio dei due tenori. Griffin sale fino a 5 falli e farà per lo più da spettatore. Il parziale finisce sul 63-75.

Nell’ultimo quarto succede di tutto. Rivers sistema la difesa e gioca alla garibaldina in attacco. Griffin e Collison dalla panchina entrano e cambiano la partita. Parziale di 12-2 per i Clips ed è -5.

Da quì i Thunder si piantano completamente, mettendo una serie di forzature e palle perse, che consegnano il primo vantaggio ad LA sulla bomba di Crawford che vale il 97-95. Collison nel finale firma il +4 che vale la partita. Termina 101-99 per i Clippers.

Partita a dir poco rocambolesca, che ci ricorda quanto sia spettacolare e avvincente il gioco del basket. A spuntarla sono i Clippers di un illuminato Rivers, che facendo propria questa Gara 4, riportano la serie in parità sul 2-2. Partita che influirà non poco nelle sorti di queste due squadre, visto l’impatto psicologico e motivazionale che porterà sulle due compagini.

Per Gara 5 si torna ad Oklahoma City, con tutto ancora in ballo. Appuntamento alla Chesapeake Arena nella notte di martedì 13 maggio, ore 3:30 AM.

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.