Dopo due giorni necessari per riprendere fiato in una serie vissuta pericolosamente, Dallas e San Antonio tornano in campo per il match col quale viene girata la boa di metà confronto.

Gara 4 promette di essere uno spartiacque importante, dopo il meraviglioso finale della partita di sabato sera decisa dal buzzer beater di Carter: l’inerzia è tutta dalla parte dei Mavs, che si trovano nella inaspettata posizione di poter dare un colpo quasi mortale ai cugini dell’Alamo con 3-1 che indirizzerebbe decisamente la serie verso la franchigia di Mark Cuban.

Per San Antonio, quindi, è quasi una partita senza ritorno: 48 minuti per capire se uno dei cicli più incredibili della storia dello sport mondiale è davvero arrivato, e stavolta in maniera definitiva, al capolinea.

7891401L’American Airlines Center ruggisce subito per la partenza bruciante dei padroni di casa: San Antonio è semplicemente disastrosa in un avvio nel quale trova due soli punti nei primi sei minuti di gioco, con Dallas che può così imperversare cavalcando l’onda di un Nowitzki che finalmente trova ritmo già all’alba del match e dalla solita transizione offensiva che annichilisce la difesa avversaria per un 12-2 iniziale che preoccupa e non poco un coach Popovich costretto ad affidarsi molto presto alla sua panchina.

Dallas continua a eseguire bene in attacco, affidandosi alla vena di Carter che sembra voler continuare sulle ali dell’entusiasmo del canestro decisivo di gara 3, ma gli Spurs possesso dopo possesso riescono a rosicchiare qualche punticino grazie a Parker, Duncan ma soprattutto Ginobili.

Emanuel da Bahia Blanca ha un impatto fondamentale sulla partita, con un paio di penetrazioni delle sue con le quali si mangia gli avversari per volare a canestro. Un primo quarto spigoloso si chiude con i Mavericks avanti 23-18: le scintillanti esecuzioni offensive delle ultime due gare sembrano essere distanti anni luce, lasciando il passo a un match dal punteggio basso che è lo specchio della consapevolezza di entrambe le squadre dell’importanza della posta in palio.

In avvio di secondo periodo la partita torna a essere visitata da un assente ingiustificato: il ritmo e il movimento di palla degli Spurs si ripresentano dopo qualche giro di riposo, e il match diventa davvero un bel vedere. Ginobili inventa e scollina in doppia cifra dopo una manciata di minuti in campo, Duncan e Parker assecondano la vena dell’argentino e in un amen ribaltano l’inerzia della serata.

Gli Spurs si portano sul +6, Dallas vede il canestro piccolo come la cruna di un ago e Leonard usa i tentacoli prima cancellando Carter con una stoppata clamorosa e poi andando a rubare palla per poi mangiarsi il ferro in contropiede.

Il parziale ospite di 12-0 è interrotto da un canestro da palleggio di Calderon, che successivamente imbucherà una tripla in step back che ha il merito di riaccendere la squadra e il tifo del pubblico. San Antonio però può contare su un sontuoso Ginobili, che prima esce gratis di prigione armando con un passaggio misterioso la mano di Diaw dall’arco e poi, come una fastidiosa zanzara in una notte estiva, ruba palla con astuzia e converte due dei tre liberi a sua disposizione (uno aggiuntivo per il fallo tecnico dovuto alla rudezza del fallo speso ai suoi danni da Nowitzki, terzo personale del tedesco).

Manu inventa ancora per Duncan, il cui canestro chiude un secondo periodo di completa marca nero argento: San Antonio va all’intervallo avanti 50-36, dopo aver tenuto Dallas al 21% dal campo nei secondi dodici minuti di gioco (il peggior dato registrato dai Mavs ai playoff dalle Finals perdenti del 2006). San+Antonio+Spurs+v+Dallas+Mavericks+Game+C2iI9qCDwvilUn Ginobili favoloso è il deus ex machina del rifiorito attacco ospite, e la brutta notizia per i Mavs è che gli Spurs sembrano avere il sangue agli occhi come mai si è visto nei primi tre atti della serie.

Le avvisaglie degli ultimi minuti del primo tempo si manifestano prepotentemente a inizio ripresa: la partenza degli Spurs è lanciata, con i rapidi canestri segnati da Duncan e Leonard che costringono Carlisle a chiamare un timeout immediato. Il caraibico commette il terzo fallo personale, ma nel possesso successivo uno dei suoi futuri compagni nella Hall Of Fame commette una enorme ingenuità: Splitter vende bene il contatto, e Nowitzki viene sanzionato con il quarto fallo che lo costringe a sedersi in panchina.

Il brasiliano è galvanizzato e segna con un bel gancio, immediatamente imitato da Parker che torna ad accelerare alla sua maniera appoggiandosi al vetro per due punti comodi: +20 Spurs in un battito di ciglia, con gli uomini di Popovich che appaiono in totale controllo del match.

Ma l’apparenza, si sa, inganna: Carter si ricorda di essere reduce da una delle perle più brillanti della sua splendida carriera, e trascina i suoi ad un break che dà il via alla rimonta furiosa dei padroni di casa. Vinsanity non segna ma ispira e dà l’esempio, con Ellis e Calderon nel ruolo di perfetti esecutori di un 9-0 che rimette in partita i Mavs e il pubblico sulle tribune.

San Antonio si affida subito al cuore caldo di Ginobili, che torna in campo e segna immediatamente non riuscendo però a concretizzare il potenziale gioco da tre punti, ma Carter continua a essere la guida spirituale della squadra, assistendo una tripla trasformata da Calderon che fa ruggire il palazzetto.

Il barometro dell’inerzia è tutto a tinte biancoblù, ma San Antonio incassa e risponde grazie a una panchina coi fiocchi: Diaw sfrutta al meglio l’accoppiamento con Nowitzki, tornato sul parquet ma più inerme del solito in difesa visti i quattro falli a carico, e lo scherza in due possessi consecutivi; il ritmo torna ad essere quello vertiginoso visto nelle due partite precedenti, e il califfo francese continua ad abusare di Nowitzki riportando gli Spurs su un vantaggio più che rassicurante.

WunderDirk si prende una parziale rivincita negli ultimi due possessi, con due canestri dei suoi che riportano i Mavs sotto la doppia cifra di vantaggio. Il punteggio dopo tre quarti di gara recita 73-65 San Antonio, un buon margine che però non può lasciare tranquilli i veterani dell’Alamo; gli Spurs sembravano aver trovato la giugulare della partita, ma la veemente reazione dei Mavs ha riacceso l’entusiasmo del pubblico, che torna a fiutare l’odore della grande impresa.

xDallas-Mavericks-DeJuan-Blair-San-Antonio-Spurs.jpg.pagespeed.ic.DIYxfWyF64Inizia un quarto periodo che ha tutta l’aria di poter essere decisivo nell’economia della serie. San Antonio lo sa bene, ma nonostante ciò non riesce ad ingranare e torna a vedere i fantasmi delle ultime due sfide: gli Spurs commettono brutte palle perse e non riescono più ad orchestrare un attacco degno di questo nome, con l’unica eccezione di un gol di Green (deleterio in queste prime partite) e di un semi gancio di Splitter accolto benevolmente dal ferro. Dallas ritrova l’ispirazione di Devin Harris, che combina con l’ex dal dente avvelenato Blair per un parziale di 14-4, che culmina con due punti di Crowder che valgono la parità a quota 77.

San Antonio resta avanti grazie a due liberi a bersaglio di Mills, ma Blair è indemoniato mentre Nowitzki è meraviglioso, con una doppia finta chiusa da una gemma che muove solo retina e porta avanti i suoi.

San Antonio risponde con una rubata da pirata di Ginobili, che poi si guadagna e manda a segno due tiri liberi; Ellis lo imita lanciandosi a tutto gas in una penetrazione bruciante, Blair continua ad essere diabolico sulle linee di passaggio ma esagera e oltrepassa la sottile linea rossa tra trance agonistica e mancanza di lucidità: l’uomo senza crociati rifila un calcetto malandrino all’ex compagno Splitter, e gli arbitri giustamente lo mandano anzitempo sotto la doccia.

Il brasiliano trasforma tutti e tre i liberi a sua disposizione, una giocata che si rivela così di un’importanza capitale per gli ospiti. San Antonio infatti riesce a consolidare il nuovo vantaggio, grazie a Parker che riemerge dalle tenebre e segna il suo primo canestro negli ultimi venti minuti di gioco: mancano 90 secondi, Dalembert regala una non indimenticabile virgola dalla lunetta (dopo il sesto fallo di un comunque ottimo Splitter) ma gli Spurs sprecano il match point con una violazione dei 24 secondi offensivi.

Tocca ad Ellis caricarsi i Mavs sulle spalle: Monta passa a tutta velocità sul blocco, resistendo al contatto con Ginobili e chiude appoggiandosi al vetro. Canestro e tiro libero aggiuntivo, per la parità a quota 87 quando mancano 51 secondi da giocare. san-antonio-spurs-v-dallas-20140429-043705-790

San Antonio mette il pallone in mano a Parker, e il franco-belga inventa da par suo: penetrazione e scarico per Diaw, che coi piedi oltre la punta dell’arco lascia andare un tiro che pesa come un macigno.

La mano del francese non trema, e regala il +3 agli Spurs con 30 secondi sul cronometro. Nowitzki va a segno con due punti rapidi, San Antonio mangia un bel po’ di secondi e consegna palla a Ginobili per il fallo sistematico: l’argentino fa 1/2, lasciando spazio al possibile ribaltone dei padroni di casa.

Coach Carlisle mette ancora il pallone nelle mani di Ellis, che fa tutto bene e conclude una penetrazione mancina che viene però sputata dal ferro; il rimbalzo è preda di Duncan, Ginobili subisce fallo e con sangue glaciale va a segno con i liberi della staffa. Finisce 93-89 in favore degli Spurs, che con la calma e la classe dei campioni portano a casa un successo di rara importanza per lo sviluppo della serie.

San Antonio torna a casa con il punto del pareggio in tasca, un 2-2 che sembrava sul punto di sfuggire di mano agli Spurs nel finale di una partita che, nelle sue fasi centrali, è stata dominata in lungo e in largo dalla squadra di coach Popovich.

Ancora una volta orfani di Parker per larghi tratti della partita, col franco-belga alle prese con una preoccupante involuzione che sembra aggravarsi gara dopo gara, gli Spurs devono affidarsi alla loro panchina extralusso per riprendersi il fattore campo: Ginobili è meraviglioso coi suoi 23 punti e 5 assist, che lo rendono il top scorer e l’Mvp indiscusso della partita; Diaw porta 17 punti alla causa, con canestri tanto belli quanto importanti tra i quali spicca indubbiamente la tripla che indirizza l’incontro nei secondi finali; anche Mills si prende il lusso di chiudere in doppia cifra (10 punti) sopperendo alla scarsa vena del nostro Belinelli e soprattutto all’apporto pressoché nullo di Green. Buona anche la prova di Duncan, in leggera difficoltà in attacco ma comunque autore di 14 punti e 10 rimbalzi, mentre si rivela fondamentale la prestazione di Splitter: il brasiliano, alla seconda doppia doppia consecutiva (le prime in carriera nei playoff, quella di stasera griffata con 10 punti e 12 rimbalzi), sta emergendo come uno egli elementi chiave dei nero argento, tanto per l’apporto offensivo quanto per la capacità quasi unica di limitare Nowitzki grazie alle sue lunghe leve.

Dal canto suo Dallas deve invece mangiarsi le mani per l’occasione persa: la chance di portarsi sul 3-1 era davvero ghiotta, e i Mavs hanno accarezzato il sogno di potercela fare fino alla sirena finale. Lo snodo decisivo, col senno di poi, potrebbe essersi rivelato l’espulsione di Blair: l’ex Spurs era stato uno degli artefici della rimonta dei padroni di casa, con una doppia doppia da 12 punti e 11 rimbalzi firmata in soli 16 minuti di gioco.

La tensione e il furore agonistico, però, gli hanno giocato un brutto scherzo, privando Dallas di una soluzione importante e concedendo agli avversari tre punti dalla lunetta che hanno avuto un peso specifico elevatissimo nel computo finale. Ellis è stato più impreciso rispetto alle ultime uscite, ma è comunque risultato uno dei trascinatori della squadra (nonché il top scorer coi suoi 20 punti) insieme al compagno di backcourt Calderon (13 punti per lui); Nowitzki ha chiuso ancora una volta sotto quota 20 punti (19 e 7 rimbalzi) e ha perso il ritmo a causa dei problemi di falli e del buon lavoro difensivo degli Spurs.

La panchina dei Mavs è stata buona ma non straordinaria come ci aveva abituato nei due successi: a Carter vanno grandi meriti nella rimonta del terzo periodo, ma è stato soprattutto l’impatto di Harris a mancare in una rincorsa arrivata leggermente corta rispetto al bersaglio finale.

San Antonio è riuscita a raddrizzare una situazione che poteva prendere una piega davvero scomoda e difficile da ribaltare: col 2-2 in tasca e la riconquista del fattore campo, Popovich può guardare con rinnovata fiducia alla prossima gara casalinga.

Aspettiamoci ancora scintille, perché i Mavs hanno dimostrato di essere pienamente a loro agio nei panni degli underdog (mentre, come stasera, hanno avuto qualche incertezza in più quando si è trattato di dare la stoccata finale al toro nero-argento).

Mercoledì notte verrà scritta una pagina significativa di questo confronto: saranno i favoriti Spurs a riprendere il comando delle operazioni oppure gli outsider terribili di Dallas riusciranno a piazzare un altro colpo esterno?

 

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