2-14. No, non stiamo dando i numeri, è semplicemente il record degli Atlanta Hawks nelle ultime 16 partite, peggio di loro solo gli imbarazzanti Philadelphia 76ers.

Atlanta, però, ha poco da condividere con i 76ers che sono partiti col chiaro intento di “tankare” per pescare bene nel ricco draft del prossimo giugno. I Falchi della Georgia erano partiti con ben altri obiettivi e, nonostante la cessione del loro giocatore simbolo (Josh Smith), la squadra aveva cominciato bene la stagione con un Paul Millsap che si era subito calato alla grande nella nuova realtà, aiutato anche dalla crescita di Jeff Teague e dal solido sistema di gioco messo in piedi in pochi mesi dal nuovo coach Mike Budenholzer, che, memore dei 17 anni passati al fianco di Pop, ha proposto un basket pulito ed ordinato forgiato prima di tutto sul concetto di squadra che sulle qualità dei singoli.

Tutto sembrava andare liscio e, grazie anche alla poca competizione della Eastern Conference, il terzo posto sembrava saldamente nelle mani di Atlanta fino a quando la sera del 26 Dicembre, in un tiratissimo match contro gli Hawks, Al Horford è costretto a lasciare il campo.

La diagnosi è delle peggiori, muscolo pettorale sinistro lacerato, intervento chirurgico e stagione finita per il centro dominicano. Nonostante ciò, gli Hawks sembravano aver retto bene il colpo tanto da riuscire a galleggiare fino a fine Gennaio tra la terza e la quarta piazza ad Est.

Ma la sfortuna non era finita per gli Hawks, così sul finire del primo mese del 2014 si infortuna anche la riserva di Horford, Pero Antic che risulta ancora indisponibile ad oggi, e come se ciò non bastasse anche Paul Millsap comincia ad arrendersi agli acciacchi ed spesso è costretto a giocare in condizioni non ottimali.

Nel mese di Febbraio le vittorie saranno solo due (contro Knicks e 76ers) a fronte di 10 sconfitte dove a mancare è stata la difesa di squadra.

Mike Scott che ha visto aumentare sensibilmente il suo minutaggio a causa degli infortuni si è dimostrato un elemento importante nell’economia offensiva della squadra ma ha avuto enormi difficoltà nella difesa in post e nelle rotazioni difensive dove si è sentita particolarmente la mancanza di un grande conoscitore del gioco come Horford.

Nonostante ciò la squadra di Budenholzer è ancora in corsa per un piazzamento ai playoffs, ma più che sulle proprie prestazioni gli Hawks devono sperare che le altre squadre continuino a fare peggio di loro, e visto ciò che stanno combinando Pistons e Cavaliers non ci sarebbe da stupirsi se, ad aprile, a sfidare Pacers o Heat ci saranno proprio gli Hawks.

Se il presente non è dei migliori sicuramente Coach Bud può guardare al prossimo futuro col sorriso stampato sul volto. La squadra, infatti, ha assimilato completamente i dettami tattici dell’ex-Spurs e fino a quando le rotazioni erano lunghe Atlanta ha messo in difficoltà squadre del calibro di Oklaoma, Miami e San Antonio battendo, tra gli altri anche Clippers e Warriors.

Budenholzer ha fatto un grande lavoro soprattutto su Jeff Teague, giocatore su cui la società ha scommesso in estate pareggiando l’offerta fatta dai Bucks.

Il play uscito da Wake Forest ha cominciato la stagione in pompa magna facendo registrare una doppia-doppia dietro l’altra e mostrando grande intelligenza nel giocare il pick n’ roll in tutte le sue varianti aiutato anche dal talento offensivo di giocatori come Millsap,

Korver (8 tentativi da 3 a partita mandati a segno nel 47% dei casi) e Horford (3 canestri di media assisti da Teague nelle partite da lui giocate): l’ossatura forte per poter puntare ad essere stabilmente tra le prime 4 ad est c’è ed in estate, vista la buona flessibilità salariale e un draft profondo, potrebbe essere addirittura migliorata (Stephenson secondo me sarebbe perfetto per loro) ma la sensazione è che la crescita futura degli Hawks sarà strettamente legata alla crescita di Teague…

 

Commenta

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.