Il buzzer beater di Horford segue un filone che recentemente sta tratteggiando una “moda tattica” in Nba: la tendenza a destinare le rimesse laterali sul versante debole dopo aver sovraffollato il lato vicino al rimettitore; piano piuttosto ambizioso e che richiede ottimi passatori e sincronismi da veri professionisti dell’inbound.

Diamo un’occhiata:

 

Tornano subito in mente le recenti rimesse conclusive di Blazers vs Mavs (per non scomodare il prodigio dei Celtics contro gli Heat), specialmente quella decisiva per Monta Ellis; anche in quella situazione, con soltanto un decimo in più a cronometro, c’era stato uno stagger verticale a tre per il giocatore sulla linea di fondo che era salito in punta, ma in questo caso ci sono due differenze principali: la difesa sceglie di usare il difensore del rimettitore per difendere sui quattro in campo (innestando un propizio 5 vs 4) e di scalare sistematicamente sui blocchi, mentre l’attacco non mira alla ricezione in punta quanto piuttosto ad un lob al ferro oppure, in alternativa, ad una ricezione di Korver in riavvicinamento alla rimessa uscendo da un blocco (opzione molto ghiotta).

Considerando che il rimettitore, Antic (nonostante sia in grado anche di segnare anche da tre), non aveva molto tempo per un dai-e-vai con catch n’ shoot, forse il suo uomo poteva essere impiegato “a zona” nella paint proprio per tutelare il ferro da eventuali lob, sebbene, con meno di due secondi dalla sirena, non è affatto scontato che la soluzione sia direttamente a canestro ed, in fondo, la buona difesa Wizards è andata a venti centimetri dal deviare il pallone dal ricevitore ed ha avuto due uomini che saltavano addosso al tiratore, costretto ad un instoppabile fade away fuori equilibrio (paradossalmente, un alley oop, conclusione a più alta percentuale, avrebbe lasciato tempo di replica ai Wizards che, a ben vedere, non hanno nulla da rimproverarsi).

 

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