Andre Drummond farà la fortuna del suo coach Maurice Cheeks?

Andre Drummond farà la fortuna del suo coach Maurice Cheeks?

Entrato nella NBA con l’etichetta di uno dei più grandi “Boom-or-Bust Prospects”, Andre Drummond sta dimostrando quanto bene abbiano fatto i Detroit Pistons a puntare su di lui.

Il lungagnone da UConn si presentò al Draft del 2012 con molti punti di domanda, su tutti l’inconsistenza del suo jump shot e l’annoso problema falli che lo avevano perseguitato nella sua carriera collegiale.

Di rimbalzi ne ha sempre presi abbastanza (7,6 nel suo ultimo anno con gli Huskies), ma in pochi avrebbero pronosticato cifre del genere: 12.7 di media a partita al suo secondo anno ai quali si vanno ad aggiungere i 13,5 punti, cosa ancora più sorprendente, che lo incoronano uno dei “Re” delle doppie-doppie.

Con due lunghi come Drummond e Monroe contro i Pistons è dura arrivare al ferro e fare la voce grossa sotto canestro, soprattutto a rimbalzo dove, non a caso, sono l’ottava squadra della lega per rimbalzi. Questo è uno, se non il principale, motivo della grande stagione di Detroit.

L’arrivo di Brandon Jennings e Josh Smith ha aumentato la pericolosità sul perimetro se non altro in termini di punti nelle mani; Monroe sta continuando a fare il Monroe e Drummond continua a migliorare in modo esponenziale.

Il top lo raggiunge in questo mese di dicembre, già dal 1° contro i Sixers. Drummond chiude il match con 31 punti, 19 rimbalzi, 2 stoppate e 6 recuperi, non proprio la specialità della casa, il tutto condito da un incredibile 80% dal campo.

Passano due giorni e “The Big Penguin” (soprannominato così dal compagno di squadra Monroe per via del suo film preferito “Happy Feet”) si ripete contro gli Heat, non proprio gli ultimi della classe, chiudendo con un’altra doppia doppia da 10 punti e 18 rimbalzi. In back to back a Milwaukee scrive 24 e 19 per chiudere in bellezza l’8 dicembre ancora contro Miami con un 19 e 14.

Ciò che continua a macchiare le superbe prestazioni di Drummond sono le percentuali dalla lunetta: 38% con 1,4 liberi messi a segno su 3,8 tentativi a partita. Percentuale completamente in contrasto con quella dal campo dove il numero 0 dei Pistons raggiunge il 64% (migliore della lega tra i giocatori con almeno 5 o più tentativi a partita) tirando esclusivamente dall’area colorata (125 tiri realizzati su 195 tentati nella stagione in corso).

A Detroit sono ancora sotto il 50% di vittorie (11 vinte, 13 perse), ma tanto basta per essere quinti nella Eastern Conference. Impossibile non riconoscere buona parte del merito ai miglioramenti di Drummond che già così risulta uno dei centri più devastanti della NBA.

A distanza di un anno e mezzo dal Draft del 2012 ci sentiamo abbastanza sicuri di poter sciogliere il dubbio: Drummond è sicuramente un “Boom Prospects” e grande merito va a Joe Dumars che se lo è aggiudicato con la 9° scelta, chiamato dopo gente come Kidd-Gilchrist e Terrence Ross. Poteva andare molto peggio.

One thought on “Drummond scalda i motori dei Pistons

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